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Artemas: chi è il troll più ascoltato al mondo

Con "I like the way you kiss me" batte pure Taylor Swift, tra mosse discutibili e fake news.
Artemas: chi è il troll più ascoltato al mondo

La storia è questa. Un tizio di nome Artemas, di cui si sa poco e niente (in giro ci sono solamente un paio di interviste), scala le classifiche mondiali con una canzone intitolata “I like the way you kiss me”, esplosa su TikTok e stabile da due settimane al primo posto della Weekly Top Songs Global di Spotify (la classifica relativa ai brani più ascoltati a livello globale sulla piattaforma), che però sembra essere cantata da una donna, tanto che se non si cercassero informazioni sull’artista in questione si sarebbe portati a credere che Artemas sia la fanciulla dai capelli biondo platino e lo sguardo allucinato fotografata sulla copertina del brano. Fin qui nessun mistero (e niente di nuovo): la voce è stata pitchata, ovvero alterata tramite software, in modo tale da suonare così, proprio come la precedente hit di Artemas, “If u Think I’m pretty”, 153 milioni di stream su Spotify da gennaio ad oggi. C’è un “ma”.

Mentre “I like the way you kiss me” di Artemas prosegue senza sosta la sua corsa - solo negli ultimi sette giorni ha totalizzato 62 milioni di ascolti in tutto il mondo, più di “We can’t be Friends” di Ariana Grande, “Greedy” di Tate McRae, “Cruel summer” di Taylor Swift - una ragazza sostiene su TikTok che la voce sia la sua. E dice di non essere una ragazza qualunque, ma l’ex fidanzata di Artemas, che ha accusato il cantante di aver abusato di lei e di averla addirittura resa dipendente dalla metanfetamina e altre droghe pesanti. Ha sostenuto di poter dimostrare tutto e intanto ha condiviso delle note audio che testimonierebbero il suo coinvolgimento nel brano: “Non cerco pubblicità, ma voglio solo i crediti dei brani”, ha fatto sapere. Verità? Controversa trovata pubblicitaria? In attesa di ulteriori sviluppi della storia, “I like the way you kiss me”, uscita lo scorso 26 marzo, si avvicina a quota 250 milioni di streams su Spotify: è la hit del momento, che è ufficialmente uscita dalla bolla di TikTok per espandersi ovunque.

Di certo non sarebbe la prima mossa del genere di Artemas. Lo scorso settembre il cantante, nome completo Artemas Diamandis, classe 1999, origini per metà inglesi e per metà cipriote, fece circolare sotto anonimato su TikTok l’anteprima di una traccia facendo credere che si trattasse di uno snippet di un brano di Drake, probabile anticipazione del nuovo disco del rapper dei record, mandando così in tilt la piattaforma e creando un vero e proprio cortocircuito comunicativo. Peccato che si trattasse in realtà di un frammento del suo nuovo singolo, “Across my heart”: svelò solo alla vigilia dell’uscita che dietro la bizzarra trovata c’era lui, desideroso di “costringere” le persone ad ascoltare il suoi nuovo pezzo. Risultato: “Across my heart” superò in pochi giorni il milione di streaming e fu il primo pezzo di Artemas a riuscire nell’impresa. Rientra in questa strategia anche la scelta di non comparire sulle copertine dei suoi singoli. Su quella di “If u think I’m pretty” c’è una tipa che in bichini e tacchi che ha la testa coperta da un casco da motociclista, fotografata sotto a un porticato. Su quella di “I like the way you kiss me” c’è invece una ragazza dai capelli biondo platino appoggiata a un muretto, le braccia strette intorno alle ginocchia e l’espressione inquietante, da film horror.

Artemas è cresciuto in un villaggio dell’Oxfordshire, la stessa contea da dov’è partita la scalata dei Radiohead alla scena rock. Solo che lui non ha cominciato a scrivere canzoni ispirato da Thom Yorke e soci, ma da Kurt Cobain. Complice “Montage of heck”, l’acclamato documentario di Brett Morgen del 2015, che gli ha spalancato le porte dell’(anti)eroe del grunge quando aveva 16 anni: “All’epoca ero alla ricerca di un’identità. Sono attratto dalle persone che non cercano necessariamente di dipingere una bella immagine di sé stesse. Mi vengono in mente Frank Ocean, Amy Winehouse e The Weeknd - ha detto a Office Magazine, in una delle pochissime interviste concesse finora - sento davvero a mio agio nel fare lo stesso nella mia musica”. Del suo team fanno parte produttori e musicisti come Kevin White (già al fianco di Anne-Marie, Little Mix e G-Eazy), Toby Daintree e Two Inch Punch (Rex Orange County, Kali Uchis e Years and Years). Le sue produzioni mischiano alt pop, elettronica, indie e SoundCloud rap (le canzoni durano poco più di due minuti): “Come nascono i pezzi? Mi siedo letteralmente davanti a una tastiera o a una chitarra e poi provo a dare vita a una canzone. Cerco di non essere troppo clinico con quello che sto cercando di scrivere e di dire semplicemente qualunque cosa. È un processo davvero interessante”.

Partito da indipendente, Artemas ha attirato subito l’attenzione e l’interesse delle major, firmando per Warner: “Mi sento come se stessi attingendo a qualcosa che va oltre me stesso”. Su Spotify conta 45 milioni di ascoltatori mensili e intanto riempie i club delle capitali europee con il tour appena partito da Rotterdam (nessuna tappa in Italia). In scaletta anche “I’m sorry”, la prima canzone che ha pubblicato, due anni fa, quando la vetta della classifica mondiale di Spotify era un sogno che sembrava irrealizzabile: "L’ho scirtta una notte dopo essere uscito con alcuni vecchi amici che non vedevo da anni. È una delle mie canzoni più personali, una riflessione sugli anni che ho passato a fare musica nella mia cameretta. È un tributo alle persone che ti restano accanto qusndo hanno tutte le ragioni per non farlo”.

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