La "feel good music" di Four Tet
Febbraio 2023: il Madison Square Garden va sold out in pochi attimi per il DJ set di Skrillex, Fred Again.. e Four Tet. Poche settimane dopo il trio viene chiamato come headliner del Coachella a rimpiazzare Frank Ocean, il cui concerto nel primo weekend è stato un disastro. Lo show del trio è un trionfo, invece. C'è una scena che mi è rimasta in mente, di quell'evento: il video di Four Tet che si avvicina al palco e che dice "can you believe it?".Pantaloni corti, maglietta e una tote bag a spalla: sembra lì per caso, non uno dei nomi più influenti dell'elettronica degli ultimi 20 anni.
Dei tre era contemporaneamente il mentore - quello con la carriera più lunga - e l'alieno - quello che dal mainstream era rimasto più lontano possibile, anche con scelte radicali. Il dubbio che era venuto a chi aveva seguito il suo percorso - quello di guru dell'elettronica tra ambient, post-rock e dance - era se avrebbe cambiato la sua proposta musicale, avvicinandosi di più alle ambizioni di Skrillex e Fred Again... Invece poco dopo ha pubblicato "Three drums", un brano basato su un campionamento di tre batterie (ma va?) e con una melodia elegiaca a base di synth e voci: quanto di più lontano possibile dal DJ set al Coachella, dove mixava i Nirvana con la dubstep con versioni remixate di brani pop (Taylor Swift, Carly Rae Jepsen, Blink-182, Miley Cyrus).
Un anno dopo, "Three drums" è il brano conclusivo di "Three", il dodicesimo album pubblicato come Four Tet, che è solo una delle tante identità musicali di Kieran Hebden, la più consolidata e riconoscibile. Arriva a 4 anni esatti da "Sixteen oceans": in mezzo è uscito "Parallel", raccolta di materiale originariamente pubblicato sotto un impronunciabile pseudonimo fatto di geroglifici, e sono usciti una gran quantità di singoli, remix, collaborazioni.
Ma non parlate di artista che abbraccia la morte dell'album per pubblicare solo canzoni e brani, come spesso capita nell'elettronica. Perché questo lavoro è l'esatto opposto: Four Tet pubblica album con una cura maniacale, dandogli un gran valore. Tant'è che in un'epoca di dischi lunghi e canzoni corte per le piattaforme, "Three" dura 45 minuti esatti per stare su un unico vinile e ha brani da 6-8 minuti. È una lunga suite che riassume le varie anime della sua produzione: i ritmi campionati dall'hip hop, i suoni organici e ambient (diversi brani sono stato composti su un peculiare synth, Soma Terra, regalatogli dagli amici Caribou e Floating Points), persino le chitarre di "Skater" che ricordano quelle che usava nei Fridge, la sua band post-rock degli anni '90. "Bloom31" ricorda addirittura i ritmi cupi delle numerosi collaborazioni con Burial.
Alla fine Four Tet suona solo come Four Tet: pochi altri artisti hanno un'identità così sfuggente (non concede mai interviste, fa tutto da solo) eppure così definita musicalmente. Appena senti la melodia naif di "Daydream repeat" appoggiata su un beat non puoi fare a meno di pensare a lui, se conosci un po' la sua musica. È musica da ballare, per i suoi DJ set - ma anche musica per spettacoli multimediali e da ascoltare con un buon paio di cuffie. È "Feel good music", contemporaneamente semplice e immediata ma iper-stratificata nella scelta e nella costruzione dei suoni: ad ogni ascolto c'è un dettaglio nuovo da scoprire.
Insomma, Four Tet rimane uno dei nomi più peculiari non solo dell'elettronica ma proprio della musica contemporanea. In Italia verrà per due performance al Future Festival di Torino: un back to back con Floating Points e una performance solista: saranno già tra le piu attese di un cartellone ricchissimo.