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Tananai ora somiglia più a Francesco Renga che a Tananai

Il Tananai di "Veleno" è più classico che mai. E - sorpresa - funziona e convince. Ecco perché.
Tananai ora somiglia più a Francesco Renga che a Tananai
Credits: Bodgan Chilldays

Dimenticate l’underdog stonato e scanzonato dell’ultimo posto al Festival di Sanremo 2022 con “Sesso occasionale”. Il nuovo Tananai è più classico e tradizionale che mai. In “Veleno”, il nuovo singolo, da oggi sulle piattaforme e in radio, il 28enne cantautore milanese riprende il discorso lì dove lo aveva interrotto l’anno scorso all’Ariston con la spiazzante - almeno per chi lo aveva seguito fino a quel momento - “Tango”, continuando a preferire i completi eleganti alle t-shirt con la scritta “Tananai” in font stile Metallica: per dirla in maniera sintetica, il Tananai di “Veleno” somiglia più a Francesco Renga, maestro di eleganza e classicità, che al Tananai di “Sesso occasionale”. Il ritornello della canzone arriva dopo un minuto e due strofe. E fa quasi più notizia del fatto che il singolo segni un ritorno sulle scene dopo sei mesi di stop “che sono sembrati sei anni”, come scrive lui, oggi che gli artisti sono praticamente costretti a produrre canzoni e dischi in serie.

Nell’era delle hit scritte secondo l’indice della tiktokabilità, dove il ritornello deve durare trenta secondi e arrivare possibilmente subito, messo all’inizio della canzone, “Veleno” sembra uscire fuori dalla programmazione radiofonica di una radio italiana della metà degli Anni Duemila: è una ballatona, scritta e prodotta insieme a Davide Simonetta (al suo fianco, tra le altre cose, anche in “Tango”), con un giro di piano tra “Estate” dei Negramaro e “Somewhere only we know” dei Keane ed è - fa sapere Tananai - “il racconto di un amore che richiede risposte, in un viaggio fatto di rischi in cui il desiderio di viversi e mettersi in gioco supera la paura di farsi male”.

Tra sguardi, domande e metafore (alcune, va detto, un po’ così così, per usare un eufemismo: “Preoccuparsi di quello che pensano gli altri / lui risponde / è compito degli scacchisti”, canta a un certo punto), Tananai accompagna in una storia un po’ tormentata, da cui sembra impossibile allontanarsi (ecco il “Veleno” del titolo). Funziona e convince: così dimostra di voler continuare a non giocare più a fare l’outsider, ma di volersi costruire un percorso credibile, tassello dopo tassello, possibilmente cercando di non ripetersi. E questa sarà la prossima sfida: “Ho scritto tante canzoni secondo me bellissime che non vedo l’ora di cantare insieme ai concerti”, fa sapere ai fan, via social.

Il nuovo percorso che inizia con “Veleno” culminerà in autunno con il tour nei palasport al via il 2 novembre da Jesolo, prima di fare tappa nelle principali città italiane, da Milano (4 e 5 novembre, Forum di Assago) a Torino (3 dicembre, Inalpi Arena), passando per Roma (20 novembre, Palazzo dello Sport).

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