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Bengala Fire: “Dopo X Factor e la crisi, ecco il nostro disco”

La band lanciata da Manuel Agnelli pubblica il disco d’esordio: “Punk, ma in italiano”.
Bengala Fire: “Dopo X Factor e la crisi, ecco il nostro disco”

Il successo “è fare musica di merda”? Loro si tirano fuori dai giochi. E cantano - e suonano - la loro diversità. Ricordate i Bengala Fire? Arrivarono terzi a X Factor nel 2021, sotto l’ala protettiva del loro mentore Manuel Agnelli. A distanza di due anni e mezzo la rock band di Cornuda, in provincia di Treviso, torna e pubblica il suo primo album in studio, intitolato semplicemente “La band”. Nei dodici brani Mattia Mariuzzo (voce, chitarra, pianoforte), Andrea Orsella (chitarra), Davide Bortoletto (basso) e Alexander Puntel (batteria) raccontano le loro radici: “Sentiamo di aver capito chi siamo e di poterlo dire schiettamente e orgogliosamente: siamo la band. La cara e vecchia band: una batteria, un basso, due chitarre e una voce. Il rock and roll, il suonare dal vivo, il fare casino. Ma anche l’amicizia, il cameratismo, l’essere come una famiglia. La nostra è la storia di quattro amici di provincia che hanno iniziato a suonare insieme a 12 anni, tra una sigaretta e l’altra in saletta, e oggi sono ancora in giro”, dicono.

Nel disco, che uscirà il 19 gennaio, non c’è il loro (ex) mentore ai tempi del talent. In compenso Agnelli ha affidato i Bengala Fire alle sapienti mani del suo braccio destro Rodrigo D’Erasmo, che ha prodotto “La band” insieme a Daniele Tortora: “Manuel ci è stato vicino nel periodo appena successivo a X Factor, che è stato critico. È una cosa che succede a tutti quelli che partecipano a X Factor: quando esci da lì vivi un periodo di forte cambiamento che ha sia dei lati positivi che dei lati negativi. Da un lato, ti succede di avere una visibilità tale che ti permette di fare quello che hai sempre voluto fare ma in maniera più grande e intensa. Dall’altro, vivi un peso delle aspettative forse eccessivo. Se il talent è stata più croce o più delizia? Delizia: è un’esperienza che rifaremmo sicuramente”.

Fu di Agnelli l’intuizione di far cantare i Bengala Fire in italiano (la band veneta, fino ad allora, aveva sempre cantato in inglese). Mattia Mariuzzo e soci hanno continuato a farlo anche dopo X Factor: le dodici tracce che compongono “La band” sono tutte scritte in italiano. “Manuel ci aveva caldamente consigliato questa virata più e più volte. All’inizio eravamo scettici. Ma a Manuel Agnelli non puoi dire di no. Ci abbiamo provato e poi abbiamo cominciato a prenderci gusto. Ora non sappiamo più come tornare indietro”, sorridonoi Bengala Fire. Non sono però italiani i riferimenti musicali citati più o meno esplicitamente nel disco, a partire dal punk inglese della seconda metà degli Anni ’70 (il brano che apre l’album si intitola “Bengala 77”): “In realtà il punk lo abbiamo scoperto relativamente tardi. Siamo cresciuti con il brit rock degli Anni 2000. Dal punk viene il nostro batterista, Alexander. La passione per quel suono ce l’ha passata lui e ci siamo resi conto solo a posteriori di essere legati a quel mondo, anche a livello estetico. Dal vivo ci piace fare casino. Lo cantiamo in ‘Bengala 77’: sogni, foga, rock’n’roll e sigarette”.

Come se la passa il rock italiano? “Non ne ho la minima idea. Mi piace poca roba. Ogni tanto provo ad ascoltare qualcosa in streaming, ma poi torno subito ad ascoltare le band internazionali. Forse una cosa che mi viene in mente se penso al rock italiano sono i Verdena”, risponde il frontman”. Il tour partirà il 1° febbraio dal Biko di Milano e fino a fine aprile vedrà i Bengala Fire esibirsi dal vivo nei club italiani, dai Giardini Luzzati di Genova (3 febbraio) all’Arci Cral di San Vito al Tagliamento (in provincia di Pordenone, 20 aprile), passando per il Magazzino Sul Po di Torino (23 febbraio), il Nòva di Novara (24 febbraio), il New Age di Roncade (in provincia di Treviso, 5 aprile) e lo Spazio Porto di Taranto (13 aprile).

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