Il documentario su Primo Brown è un atto d’amore per il rap
Un docufilm raccontato. Un salto dentro la storia artistica e umana di uno dei rapper più importanti della storia italiana. A partire dal RIFF – Rome Independent Film Festival, dove verrà proiettato il 22 novembre alle 21.30 al cinema Troisi e il 24 novembre successivo al Nuovo Cinema Aquila, inizia il percorso di “Primo - Sempre Grezzo”, diretto da Guido M. Coscino e narrato dal pluripremiato attore Elio Germano, prodotto da Mauro Belardi e distribuito da Ulalà Film&co.
Musica e vita privata
Un percorso che porta sul grande schermo la vita di Primo Brown, rapper prematuramente scomparso nel 2016 e dietro il cui pseudonimo si celava David Maria Belardi. Il progetto esplora la vita dell’artista romano, che nella sua ventennale carriera con i Cor Veleno, ha lasciato un segno indelebile. “Il suo essere animalesco e furioso sul palco aveva come bilanciamento un amore incredibile per i suoi fan: quando qualcuno di questi gli citofonava a casa, lui scendeva e faceva due chiacchiere - ricorda Coscino – è rimasto nel cuore di tutti perché si è raccontato, con il rap, come pochi altri. Con il gruppo e anche da solista. Lo ha fatto in modo crudo, vero, fuori dal coro. È stato underground, ma ha raggiunto anche importanti livelli di notorietà, ha collaborato con i grandi, ma anche con gli emergenti: Primo è stato tante cose, in primis un rapper dotato di una tecnica e di una penna formidabili”.
Un archivio
Attraverso materiale d'archivio e le testimonianze di chi ha segnato il suo percorso, il doc si sviluppa come una vera indagine. Un lavoro di ricerca durato sette anni, in cui il carattere inedito del materiale rappresenta il punto di forza dell'opera, che svela l’intreccio tra la vita e l’arte del rapper romano attraverso le sue parole e il suo vissuto. “Io sono un etnografo-documentarista, quando Primo morì ero in Messico per dei sopralluoghi – ricorda il regista - Grandi Numeri e Squarta dei Cor Veleno, a cui sono sempre stato legato da un rapporto di amicizia, tempo dopo mi chiamarono spiegandomi che volevamo puntare su di me per la realizzazione di un documentario che raccontasse la storia di Primo. Un onore e un onere. Da quel febbraio 2016, qualche mese dopo la morte di Primo, ho iniziato a lavorare costruendo un vero archivio. Non volevo volti parlanti o solite interviste come in tutti i documentari. L’idea era quella di raccontare la dimensione pubblica e privata attraverso immagini storiche con dei voice-over a creare un filo narrativo”. Prestano le proprie voci alle due ore di visione del documentario un nutrito gruppo di rapper, dj, producers tra cui: Squarta, Grandi Numeri, Jovanotti, Piotta, Ibbanez, Salmo, Coez, Gemitaiz, Tormento, Danno, Masito, Ice One, Amir, Detor, Zambo, Gabbo, Roy Paci, Niccolò Celaia, Ensi, Ill Grosso, 3D e Shocca.
Jovanotti e Salmo
“Ci sono tanti nomi coinvolti: Jovanotti e Salmo, in qualche modo, sono il punto di inizio e quello finale – svela il regista - Jova è stato una sorta di mentore per Primo, Salmo un erede putativo che porta avanti un certo rap crudo. A tenere tutto compatto c’è Elio Germano, la voce narrante: tutti gli artisti che intervengono non si vedono se non attraverso filmati d’archivio. Faccio un esempio: quando subentra la voce di Tormento, si vede lui, tanti anni prima, sul palco con i Cor Veleno”. La forza del progetto risiede proprio nel suo fortissimo lato stilistico. “Ogni volta che reperivo del materiale nuovo si aprivano altri varchi e ne trovavo ancora e ancora – conclude Coscino – fare una selezione è stato davvero impegnativo per la quantità incredibile di video reperiti, ma sin dal primo momento avevo chiara l’idea voler di far parlare in primis le immagini, restituendo, in qualche modo, Primo alle persone”.