James Blunt: "Pensavo di diventare una rockstar"

Un bambino che gioca felice in un prato, con un aereo giocattolo: sembra un’immagine fatta con l’intellingenza artificiale, invece quello sulla copertina di “Who we used to be” è proprio lui, James Blunt, a 10 anni. “Anche se l’abbiamo ritoccata un po’, perché è stata scattata nello Yorkshire e lì il sole non c’è mai”, scherza. Nostalgia e ironia: sono queste le due chiavi per capire la musica e il personaggio James Blunt. Un cantautorato romantico e un po’ malinconico - anche se nel nuovo album "Who we used to be" ci sono pure pezzi elettronici e ritmati - ma soprattutto la capacità di non prendersi troppo sul serio , come ha dimostrato più volte sui social, disarmando gli hater con le sue battute.
Nostalgia e ironia
“Ho intitolato questo album come una canzone che poi non ho messo sul disco. Mi piace il feeling nostalgico che ha il titolo: sono 20 anni che faccio questo mestiere, e quando ho iniziato avevo molte domande e mi muovevo in un mondo molto meno diviso di oggi”, spiega. “Molte di queste domande hanno ora una risposta: ho trovato una donna che mi ha salvato da me stesso e con cui voglio passare il resto della mia vita, ho figli, i mie genitori stanno invecchiando e devo pensare a loro, e pensare meno a me”, riflette. "Ho nuove domande".
Poi, in uno dei suoi lampi di autoironia: “Forse non è il sogno che mi immaginavo: pensavo di diventare una rockstar e invece sono una popstar, sognavo di suonare negli stadi e invece suono nei palazzett.... Poi, tornano serio: "Ma ho dei rimpianti? No, tutti faremmo delle cose differentemente, tutti abbiamo perso delle battaglie per strada e io provo raccontarle. La cosa meravigliosa di questo lavoro è che quando racconti queste storie, arriva qualcuno che ti dice che ha avuto le stesse esperienze, le stesse sensazioni, ha affrontato gli stessi mostri interiori”. Guardarsi indietro per guardare avanti: “Nostalgia implica speranza: affetto per il passato, ma speranza per il futuro”, spiega.
Una nuova vita, una nuova carriera
Questo album, racconta, è il primo di una nuova vita e di una nuova carriera - e per questo ricorda l’esordio di “Back to Bedlam” , un successo da diversi milioni di copie. “Ho pubblicato un greatest hits, ho finito il mio contratto discografico storico con la Warner. La mia carriera poteva avviarsi alla fine. Invece la Warner mi ha richiamato e mi ha chiesto un nuovo disco. Posso scrivere sapendo che queste canzoni magari non saranno in una raccolta, senza pensare alle aspettative del pubblico. Questi brani hanno un' onestà che ricorda quella dei miei esordi e del mio primo disco”.
Quello del 2004 era un contesto musicale molto diverso: è faticoso fare musica oggi, per uno che ha esordito 20 anni fa? “La cosa meravigliosa della musica attuale è la velocità con cui si può condividere le canzoni. Si dice spesso che l’album sia morto: per certi versi è anche una buona cosa, perché ogni canzone deve essere bella. Poi, certo, la vita dell’artista è cambiata: non registro più come una volta stando settimane in studio, ma ora cerco di catturare la spontaneità. E si, una volta fatte le canzoni dobbiamo metterci a fare cose stupide su TikTok. Per fortuna sono un ottimo ballerino, sto bene in mutande, e la gente lo apprezza”, sorride.
Lui che è diventato un fenomeno su Twitter, ora X, ne ha anche per Elon Musk, nuovo padre-padrone del social media, che lo sta snaturando con decisioni impopolari per chi lo usa da tempo: “Non credo esisterà ancora per molto. Elon Musk è un genio, ha capito che i social media sono un male per l’umanità: sta uccidendo Twitter per noi, passo dopo passo. Poi comprerà anche Instragram e farà chiudere anche quello…”
Il cantante-soldato
Al tempo era questo il racconto di James Blunt, che aveva partecipato alla missione di pace della Nato in Kosovo. Impossibile non parlare dello stato attuale del mondo: “Sono un cantante, non un politico, ma sono un umano e un ex soldato. La mia esperienza è limitata al Kosovo. Ma la guerra in Israele e Palestina è la stessa cosa che in Ucraina: sono azioni perpetrate da persone malvagie, e il prezzo lo pagano i civili. Come umani dovremmo avere gli stessi sentimenti, avere compassione e le stesse emozioni, indipendentemente dalla provenienza”
Tra biografia e finzione
Assieme al disco uscirà un libro, “Loosely Based On A Made-Up Story”, una “non-autobiografia”: “In Inghilterra, si dice che ognuno di noi ha almeno un libro al suo e io forse avrei dovuto lasciarlo lì… è basato su fatto reali, ma con nomi e qualche cosa cambiata”. Ma promette aneddoti sulla sua vicina di casa, la grande Carrie Fisher, e pure su Kanye West: “Mi aveva chiamato chiedendomi di collaborare: ero in un hotel, mi sono segnato il numero ma non l’ho mai richiamato. Cercai di essere gentile, ma io scrivo canzoni molto personalo, non so come mi sarei potuto collocare in quel mondo. Però avrei dovuto richiamarlo: magari grazie a lui ora suonerei negli stadi…”.
Intanto, il 2 marzo 2024 suonerà al Forum di Assago.