"Flora And Son", come la musica ti cambia la vita a Dublino
16 anni fa un film costato meno di 200.000€ arrivava a vincere a sorpresa l’Oscar per la migliore canzone. Si intitolava "Once", la canzone era “Falling slowly” e la cantavano Glen Hansard e Market Irglova, protagonisti di una delicata storia di due persone a cui la musica cambiava la vita, sullo sfondo una Dublino tanto romantica quanto povera.
Dietro la macchina da presa c’era John Carney, che ha fatto strada: ha diretto altri film musicali come “Tutto può cambiare” (2013) e Sing Street (2016) e soprattutto “Modern love”, acclamata serie di Prime Video tratta dalla rubrica di lettere d’amore del New York Times, con Anne Hattaway, Dev Patel, Kit Harrington.
Ora Carney è tornato al film musicale ambientato a Dublino: venerdì 29 settembre su Apple TV+ arriva “Flora and son”, delicato racconto in cui il potere trasformativo di una canzone è al centro del rapporto tra la dublinese separata e un po’ spiantata Flora (Eve Hewson), suo figlio Max (Orén KinlanI) e Jeff, californiano insegnante di chitarra da remoto, cantautore fallito (Joseph Gordon-Levitt)
“L’idea originale è nata da un amplificatore che ho trovato in una discarica”, racconta Carney a Rockol. “Ho una passione per questi oggetti, forse arriva dalla Dublino degli anni ’80, quella in cui sono cresciuto: per la recessione non buttavi via nulla. Probabilmente continuerei a farci caso anche se vincessi il lotto... Comunque. ho riportato in vita questo amplificatore, ho pensato che aveva bisogno di elettricità e di una chitarra elettrica. Da questa immagine è nata l’idea di una donna in difficoltà economiche, un ragazzo e una chitarra”.
Nel film Flora impara a suonare grazie a Jeff: così trova modo di avere un rapporto con il figlio Max, a cui piacciono la musica elettronica ed il rap. “Once era un film più classico, con un elemento romantico: un uomo che incontra un donna con la musica. Qua la musica ha un ruolo diverso, sono canzoni meno belle perché l’idea è che non devi essere un cantante di successo, ma la musica ti cambia comunque”. Carney dice di essersi ispirato a film come “School of rock”, dove i protagonisti non aspirano a diventare star, ma solo imparare a suonare.
Carney ha scritto anche le canzoni che cantano i personaggi. “È bello sentire nuove canzoni in un film, perché diventano un ricordo, evocano il film: fu la fortuna di ‘Once,’”, spiega - "e costano meno delle canzoni di repertorio e dei classici" .Nel film c’è comunque una potente sequenza in cui Flora viene trasformata da una canzone di Joni Mitchell (“Mi piace quando un film o una serie di fanno scoprire un nuovo cantante inserendo una canzone in una bella scena”).
C’è un’altra dimensione musicale, nel film. Se il cognome della protagonista, Hewson, vi suona familiare… Si, è quello: suo padre è Paul, in arte Bono. Lei fa l’attrice da tempo. "Tutti siamo un po’ nell’ombra dei nostri genitori, che però sono quello a cui devi l’esistenza perché ti hanno messo al mondo. Può essere una benedizione o un albatros al collo, che siano dottori o rockstar. Eve è una bell’esempio di rapporto normale e salutare con i suoi genitori, credo che suo Bono l’abbia aiutata un po’ e lei ha un po’ della rockstar, non nell’atteggiamento, ma nell’essenza, nel modo du fare le cose in maniera istintiva”, spiega Carney.
“L’ho incontrata un paio di volte da ragazzina, l’ho vista un paio di volte e quando si è pensato a lei abbiamo fatto una lunga chiacchierata. Lei è una dubliner come me: è una città piccola, un villaggio. Anche se arriva da un ambiente diverso da quello dei personaggi, ha visto gli stessi luoghi della città, era come se conoscesse di persona quel tipo di persone. Abbiamo pensato a Joyce, a come raccontava i dubliner ma senza giudicarli: Flora è un carattere complesso e lei non aveva paura ad entrare nei lati più oscuri, l’alcol, la povertà. Anzi, il personaggio le piaceva proprio per questi tratti”.