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Calcutta e Tedua: due modi diversi di riempire i palazzetti

I due artisti hanno i loro rispettivi tour italiani già sold out: ne abbiamo analizzato i motivi.
Calcutta e Tedua: due modi diversi di riempire i palazzetti

Da una parte c’è un grande ritorno, attesissimo dai fan, con un disco capace di prendersi la vetta della classifica settimanale Fimi dei più venduti in Italia per ben dodici volte di cui otto consecutive. Dall’altra c’è un artista che del suo essere schivo ed estraneo rispetto a certe dinamiche discografiche e commerciali ha fatto un valore e una risorsa e che, trainato anche da un pizzico di inevitabile nostalgia, senza pubblicare neppure una canzone nuova, è già riuscito a riprendersi i riflettori della scena musicale italiana ancor prima di far ascoltare al pubblico il suo nuovo progetto discografico. Due modi diversi di arrivare a un traguardo. In tutti e due i casi, rispettivamente quello di Tedua e quello di Calcutta, sono i numeri in primis a parlare.

L'hype a prescindere dalla musica

Il primo, sull’onda straripante del disco “La Divina Commedia” ha venduto 100mila biglietti per il suo tour nei palazzetti che partirà il 28 ottobre da Jesolo dopo diverse date estive di “riscaldamento”. La tournée, che avrà certamente una produzione e una scenografia nuove e imponenti, è interamente sold out: dieci date su dieci. Il secondo, Calcutta, senza neppure un singolo di lancio del nuovo disco, ha venduto oltre 90 mila biglietti collezionando undici sold out, con sei mesi di anticipo rispetto alla partenza del “Relax tour”, al via il 30 novembre dal PalaUnical di Mantova. I due tour sono vasti, toccano diverse città della Penisola, non solo Milano e Roma, e dimostrano quanto la presa del rapper genovese e del cantautore di Latina sia fortemente radicata e ampia. Molti dei biglietti per i concerti di Tedua sono stati venduti prima dell’uscita de “La Divina Commedia”, proprio come successo a Calcutta: questo dimostra quanto l’hype per il ritorno di un artista abbia appeal sui fan quasi a prescindere dalla musica. Calcutta, per esempio, al momento non ha neppure annunciato quando uscirà l’ideale successore di “Evergreen”, che a oggi rimane il suo ultimo album: uscì nella primavera del 2018, cinque anni e mezzo fa.

Il caso di Tedua

Fin dal suo approdo nelle piattaforme di streaming, “La Divina Commedia” non ha tradito le aspettative, certificandosi doppio disco di Platino a poco più di un mese dalla sua uscita, e ottenendo certificazioni per oltre metà della tracklist. Il disco, il suo terzo in carriera, arriva a cinque anni di distanza da “Mowgli” ed è stato un vero ritorno, anche sofferto, attenuato solo dall’uscita del doppio mixtape “Aspettando la Divina Commedia” del 2022. Tedua si è preso il giusto tempo per lavorare su un progetto che di fatto rappresenta una svolta per il suo percorso in termini di numeri e di profondità di linguaggio. Nell’Outro, Tedua rivendica di “essere riuscito a diventare un’altra persona”. Di certo artisticamente è cresciuto: il disco ha molti momenti rap, ma altrettanti aperti, cantati, con ritornelli pop ideali per i live. Questo è un altro punto nevralgico: il suo pubblico, grazie a questo disco, si è allargato anche per il sound di alcuni pezzi.

Oltre le etichette

È un Tedua più maturo, che vuole aprire le maglie della sua musica a una fetta più ampia senza rinunciare a una narrazione evocativa, personale e rap. Il rapper ha saputo cavalcare la “generazione trap 2016”, ma allo stesso tempo ne è diventato autonomo, non ne è rimasto ingabbiato grazie a uno stile che ha radici profonde anche nel cantautorato, come raccontato nel documentario “La nuova scuola genovese”. Registrato fra Milano, la Toscana e Los Angeles, con le produzioni curate dal fido Chris Nolan, oltre che da Dibla, Shune, Night Skinny, Sick Luke, Zef, Charlie Charles e Daves, “La Divina Commedia” arriva dopo il momento di difficoltà creativa vissuto dal rapper genovese durante il Covid e rappresenta una sorta di “resurrezione”. L’hype e l’attesa, però, possono essere armi a doppio taglio, non bastano infatti per decretare un successo: se il disco non fosse stato all’altezza delle aspettative, oggi non staremmo parlando di questi numeri e di questo impatto. Tedua, come pochi altri, ha saputo reggere all’urto della pandemia, attendere il momento giusto per sé e proporre un album che rappresentasse davvero un nuovo livello. Nervi saldi, tenacia, duro lavoro, profonda consapevolezza, non solo dei pregi ma anche dei limiti, e musica di qualità: questo è il cocktail di valori che ha portato Tedua lassù, alle porte del “Paradiso”

Nessun programma e tanto mistero: Calcutta

E Calcutta? Quando c’è di mezzo Edoardo D’Erme, come al solito, nessun programma e tanto mistero. Lo stesso mistero che da mesi non fa che alimentare l’hype che circonda il ritorno sulle scene del cantautore considerato l’emblema di quel movimento che a cavallo tra il 2016 e il 2017 vide diversi artisti uscire dalle proprie camerette per conquistare il pubblico, diventando “Mainstream”, come d’altronde si intitolava il disco di “Cosa mi manchi a fare”. È stato lo scorso maggio che il cantautore di Latina ha interrotto a sorpresa il lungo silenzio nel quale si era rintanato da tempo, svelando le date del tour che segnerà il suo ritorno sui palchi. Come lo ha fatto? Pubblicando una foto di un letto con una sua foto e il presunto titolo del nuovo album, “Relax”, stampati sulla trapunta e sulle federe dei cuscini. In perfetto stile Calcutta, re del trolling. “Eccoci qua. Felice di risentirci”, ha scritto. In realtà i fan non hanno sentito un bel niente, finora. L’ultimo domicilio conosciuto di Calcutta resta “Sorriso (Milano Dateo)”, il singolo del 2019, incluso nel repack di “Evergreen”. In questi quattro anni e mezzo D’Erme non è rimasto con le mani in mano: nel 2020 ha inciso un duetto con Las Coasas Que Pasan su “Penso a te” e collaborato con Franco126 a “Blue Jeans”, nel 2021 ha affiancato Marracash su “Laurea ad Honorem”, uno dei brani inclusi in “Noi. Loro. Gli altri”, e collaborato con Tropico per “Non esiste amore a Napoli”. All’inizio dell’anno ha debuttato come autore a Sanremo firmando “Mare di guai”, la canzone presentata in gara dalla “sorellina” - incidono per la stessa etichetta, Bomba Dischi - Ariete.

Due alieni a Sanremo?

A proposito di Sanremo: pare che lo staff di Amadeus stia fortemente corteggiando Calcutta, cercando di convincerlo a presentare un brano al conduttore e direttore artistico della kermesse. Ci provò già Baglioni, nel 2018, quando propose a lui e a Coez di unire le loro forze per rappresentare l’indie sul palco dell’Ariston. All’epoca i due rifiutarono. Il “Relax tour” chiuderà il 19 dicembre al Forum di Assago, a Milano, due mesi prima dell’inizio del Festival. E al momento Calcutta non ha annunciato altri impegni per il 2024. Secondo le indiscrezioni anche Tedua potrebbe presentare un brano ad Amadeus. Pensate quanto sarebbe bizzarro, vedere due alieni del genere nel tempio del pop italiano.

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