Nile Rodgers spiegato ai fan dei Maneskin
 
                                                    Negli ultimi tempi, anni, non ha negato una collaborazione a nessuno. Proprio a nessuno. Damiano David è solo l’ultimo di una serie di artisti ai quali Nile Rodgers ha detto «Sì, lo faccio», correndo il rischio di inflazionare il suo tocco, che in un modo o nell’altro rimane quello di una leggenda della popular music. Prima del cantante dei Maneskin, per dire, il frontman degli Chic solo negli ultimi due anni ha collaborato con la girl band sudocreana de Le Sserafim al brano “Unforgiven”, con Boy George e Ariana DeBose al singolo “Electric Energy” (colonna sonora del film di Maetthew Vaughn “Agylle”), lavorato pure con il semisconosciuto polistrumentista e produttore britannico Alfie Templeman al suo album, suonato in un disco del dj norvegese Kygo e in “Moon music” dei Coldplay, oltre ad affiancare Beyoncé in “Levii’s Jeans”, uno dei pezzi dell’album “Cowboy Carter”. E adesso tocca a Damiano, appunto: con lui - e con la sudafricana Tyla, nota ai più per la hit del 2023 “Water”, oltre 1 miliardo di streams su Spotify - ha inciso il nuovo singolo “Talk to me”, che uscirà questo venerdì. La sensazione è che la collaborazione serva, se così si può dire, più al cantante romano che al frontman degli Chic: per il frontman dei Maneskin un pezzo con un’icona del genere è un trofeo da mostrare con orgoglio nel proprio palmares. Uno score che fa profilo. Corrisponde esattamente all’operazione che i Maneskin fecero nel 2021 per “I wanna be your slave” con Iggy Pop, un’altra icona che negli anni si è resa protagonista di tante, troppe collaborazioni. Talvolta improbabili.
Un gigante
Del resto, anche se oggi va suonando qui e là, forse perché mal consigliato o perché deve anche lui portare a casa la pagnotta, Nile Rodgers rimane quello che ha cambiato i corsi delle carriere di Diana Ross, David Bowie, Madonna e Duran Duran. Merito suo se la regina della black music nel 1980 fu proclamata come tale scalando le classifiche con “Upside down”, singolo tratto da quello che rimane, ad oggi, l’album più venduto della cantante, “Diana”: Rodgers lo produsse insieme a Bernard Edwards, il suo braccio destro, l’amico con il quale nel 1972 fondò i The Boys, che poi nel 1977 diventarono gli Chic, diventati un fenomeno di massa l’anno successivo grazie al tormentone “Le freak”, destinato a rivoluzionare la disco music.
Gli Chic e "Le freak"
Leggenda vuole che Rodgers e Edwards composero la canzone la sera del 31 dicembre 1977 dopo essere stati respinti all’ingresso dello Studio 54: erano stati invitati alla festa di Capodanno organizzata nel locale che era l’epicentro della nightlife della Grande Mela degli Anni ‘70 dall’amica Grace Jones, che però si era dimenticata di comunicare alla sicurezza i loro nomi. Così quando Rodgers e Edwards - quest’ultimo scomparso nel 1996 - si presentarono alla porta del locale, il luogo più ambito della New York di quel momento storico e culturale, il buttafuori scosse la testa e invitò i due a togliersi sostanzialmente dalle scatole. «Fuck off», gli risposero quelli, prima di darsi a gambe levate. Tornati a casa e canticchiando sopra quel «fuck off», sorridendo della disavventura, nacque “Le freak”: «fuck off» diventò «freak out» e il resto è leggenda.
Le collaborazioni con Bowie, Madonna, Duran Duran
«Nile Rodgers è l’unico chitarrista funk che ha cambiato veramente il mio modo di pensare la musica», disse di lui David Bowie, che nel 1983 affidò a Rodgers la produzione di “Let’s dance”, l’album con il quale il Duca Bianco si buttò nella disco music, capendo che il tempo del rock più sperimentale era finito e che per lui era arrivato il momento di cambiare ancora una volta pelle. L'album vendette oltre 10 milioni di copie a livello mondiale, diventando il disco di maggiore successo di sempre della carriera di Bowie, grazie a hit enormi come la stessa "Let's dance", "China girl" e "Modern love". Madonna gli deve moltissimo ed è lei stessa ad ammetterlo: «Lavorare con Nile Rodgers su “Like a virgin” ha cambiato tutto per me». L'album del 1984 contribuì a definire il mito di Lady Ciccone, permettendo alla popstar di superare il traguardo dei 20 milioni di copie vendute a livello mondiale. E come la Regina del Pop anche i Duran Duran di “The wild boys” e “Notorious”: «Nile è un genio», non si stanca di ripetere Simon Le Bon, che insieme alla sua band continua a campare di rendita grazie a quelle hit.
La collaborazione con i Daft Punk
A far (ri)scoprire alle nuove generazioni Nile Rodgers, e di conseguenza anche gli Chic, ci hanno pensato nel 2013 i Daft Punk, quando arruolarono il musicista nei due brani di maggiore successo di “Random access memories”, “Lose yourself to dance” e “Get lucky”. Citazioni sparse pescate da interviste che dicono molto del personaggio: «Non bisogna essere snob. Qualsiasi canzone - qualsiasi - che entri nella top 40 è una grande composizione, perché parla all’anima di milioni di sconosciuti», «La mia carriera è stata folle e per niente normale. Non ho mai avuto un manager, nessuno mi procura i lavori. Finisco per collaborare con artisti che incontro per caso», «Il denaro più costante che abbia mai guadagnato è venuto dall’investire in me stesso. E funziona sempre meglio della media».
