I Depeche Mode sono stati monumentali, anche a Milano

Un concerto monumentale per una band altrettanto imponente. I Depeche Mode a Milano hanno emozionato, commosso, fatto cantare e ballare, con uno show praticamente perfetto.
Sì, forse l'aggettivo scelto per il titolo può sapere di vecchio - ma un monumento è la testimonianza fisica dell'importanza di qualcosa o qualcuno: i Depeche Mode ci hanno ricordato ancora una volta lo stile e l'epica della loro musica, il ruolo che ha avuto nel dare forma ad un modello che ha ispirato generazioni. E che è ancora vivo e attuale: non è scontato che dopo 40 anni di carriera un gruppo sappia incidere un disco come "Memento mori", la loro migliore prova da 20 anni a questa parte, come non è scontato mettere in piedi uno show di questo livello e forza.

La struttura dello spettacolo milanese non è diversa da quello romano - rimandiamo al racconto pubblicato da Rockol del concerto all'Olimpico. Una sola variazione in scaletta, "My favourite stranger" al posto di "Speak to me", una partenza forse un po' lenta e cupa con "My cosmos is mine" ma una scaletta ben congegnata, che alterna diversi generi e diversi mood. Chi ha visto entrambe le date dice che a Roma il suono era migliore - i problemi acustici di San Siro sono not, ma il calore e lo spettacolo di questo stadio: lo si percepisce anche dai volti di Gahan e Gore.
Tra i momenti migliori della serata, una stupenda "Precious", il tributo a Fletch su "World in my eyes" e la coda strumentale di "Enjoy the silence", con Gore che si prende i riflettori con la sua chitarra. Gahan con la voce inizialmente un po' fredda, ma con un carisma immutato, rimane uno dei migliori frontman in circolazione. I due sono sostenuti da visual semplici ed effficaci (una grande M alle spalle), ma soprattutto da una band perfetta: tra le cose non scontate c'è anche come i Depeche riescono a tradurre dal vivo un suono che negli album è complesso e stratificato.

Finale travolgente, con il tris “Just can’t get enough”/ “Never let me down again”/ “Personal Jesus”. Sarà interessante rivederli il prossimo anno, con questo spettacolo nei palazzetti, e poterne ammirare ancora meglio sfumature e dettagli.
SCALETTA:
“My cosmos is mine”
“Wagging tongue”
“Walking in my shoes”
“It’s no good”
“Sister of night”
“In your room”
“Everything counts”
“Precious”
“My favourite stranger”
“Question of lust”
“Soul with me”
“Ghosts again”
“I feel you”
“A pain that I’m used to”
“World in my eyes”
“Wrong”
“Stripped”
“John the revelator”
“Enjoy the silence”
Bis
“Waiting for the night”
“Just can’t get enough”
“Never let me down again”
“Personal Jesus”