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Alice canta Battiato, va bene: ma quando tornerà a cantare Alice?

Un invito a ritornare al suo repertorio più personale
Alice canta Battiato, va bene: ma quando tornerà a cantare Alice?

Cosa le vuoi dire a una come Alice? Ha tutto: è una donna che emana la stessa carica di fiera energia dei tempi di "Per Elisa". Anzi, nel corso degli anni si è fatta ancora più consapevole del suo carisma e sa usarlo per ammaliare un pubblico che rimane ad occhi aperti nel vederla immutata. A sottolineare il tutto, una voce che non ha perso un'oncia delle sue peculiarità. La cantante forlivese è sempre stata in grado di esprimersi con una ben precisa personalità, non ha mai fatto il verso a nessuno e ha sfoderato un timbro che non abbisogna di salti mortali (che comunque, alla bisogna, è in grado di compiere) per entrare dritto nell'anima.

Da tempo Carla Bissi porta avanti uno spettacolo basato sulle re-interpretazioni di tutta una serie di brani composti da Franco Battiato. Lo fa con devozione, rispetto e gratitudine. Non smette mai, durante i concerti, di ringraziare il vecchio amico scomparso per ciò che le ha donato e per ciò che quelle canzoni sanno trasmettere a chi le ascolta. Sono pagine preziose che Franco ha elargito al suo pubblico, e che ora vengono rinverdite da queste interpretazioni a dir poco impeccabili, nelle quali Alice non osa modificare nemmeno una nota delle partiture originarie. Il tutto con l'accompagnamento di colui che è stato accanto a Franco per molti anni sul palco, quel Carlo Guaitoli capace di tirare fuori incanti dal suo pianoforte grazie a un tocco intenso e leggiadro allo stesso tempo, quasi lo specchio di quell'essenza che Franco ha così tanto ricercato in vita. Alice e Guaitoli si esibiscono in coppia, a volte con l'apporto di una violoncellista, altre volte di un'intera orchestra. Ma il risultato non cambia, e non devono esserci remore nell'utilizzo di una formula abusata per descrivere l'esperienza: magia pura.

Come in qualsiasi medaglia che si rispetti c'è però sempre un rovescio da considerare. Anzitutto il pubblico è oramai abituato (soprattutto da radio, Spotify et similia) a pretendere unicamente successi, brani conosciuti, in spettacoli con i quali si va sul sicuro. Alice canta Battiato perché la figura dell'artista siciliano è assurta a dimensioni mitiche dopo la sua morte, ed è con il groppo in gola che ci si bea dell'ascolto, dal vivo e su disco, delle perle del suo canzoniere. Attenzione però: per molti la beatitudine non è automatica. Ho assistito personalmente all'esecuzione di brani "assoluti" di Franco come "Io chi sono", "L'addio", "Da Oriente a Occidente" o "Eri con me" e ho visto la cantante ricevere solo timidi applausi. Ma come? Andate a sentire un tributo a Battiato e non conoscete quelle canzoni? Eppure non sono meno intense di altre, anzi. Come è possibile sperticarsi in lodi solo quando arrivano le varie "E ti vengo a cercare", "La stagione dell'amore" o la scontatissima "La cura"?

Oltre a ciò – e qui veniamo al cuore dell'articolo – c'è da auspicare che a un'artista del calibro di Alice prima o poi venga voglia di andare oltre questo pur sentito omaggio. Carla Bissi è una musicista completa, che ha alle spalle una discografia composta da album che sono vere pietre miliari, nei quali ha mostrato un costante interesse a spingersi oltre i successi radiofonici e sperimentare in lungo e in largo, non meno che il suo mentore. Un titolo per tutti: “Il sole nella pioggia”, opera dal miracoloso equilibrio, con canzoni, suoni, arrangiamenti e musicisti che rappresentano la perfezione assoluta. E quanto sarebbe bello vederla salire sul palco con Guaitoli, l'orchestra e magari uno o più dei artisti ospiti di quell'album - pezzi da novanta del calibro di Peter Hammill, Steve Jansen e Richard Barbieri - a eseguire per intero il disco. Quanto lo meriterebbe un capolavoro del genere.

Abbiamo in Italia un'artista unica e la "costringiamo" a rimanere ancorata al repertorio di Battiato. È tutto bellissimo, ci mancherebbe, ma oltre ci sarebbe una splendida vita, brani da lei composti che sono troppo importanti per essere messi da parte. È da troppo tempo che non la sentiamo alle prese con il suo prezioso canzoniere, e da suo grande estimatore vorrei tanto che tornasse presto a proporlo. Certo, c'è da fare i conti con un pubblico sempre e comunque alla ricerca delle canzoni conosciute, del tributo a chi non c'è più e di tutto ciò che impoverisce l'arte a favore della comodità e del non-rischio. Ma il pubblico va ri-educato - si veda Peter Gabriel e la sua decisione di proporre in concerto il nuovo album, ancora non pubblicato.

Mi rende felice il fatto che Carla stia ottenendo successo e che da tutti punti di vista possa sentirsi appagata, ma adesso è il momento di cambiare e di ricominciare a osare: la prossima estate voglio recarmi in un'arena ad ascoltare Alice cantare Alice.

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