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I Coldplay alla “Scala del pop” (con l'aiuto di Zucchero)

Nel 2° concerto a San Siro, duetto a sorpresa e show mastodontico. Altro che "Scala del rock"...
I Coldplay alla “Scala del pop” (con l'aiuto di Zucchero)

“Suonavamo così, prima di poterci permettere fuochi d’artificio e quella roba lì”, dice Chris Martin. Siamo quasi alla fine dello show dei Coldplay a San Siro, la band si sta esibendo sul terzo palco, quello più piccolo e senza effetti speciali; hanno appena cantato “Sparks” e “Don't panic” vicini, come se fossero in un locale: “Ma questa è troppo difficile perché la canti io in italiano”, scherza. È il momento dello show dedicato alle canzoni locali: solo che stasera sale sul palco un uomo, camicia azzurro e cappellino verde. La folla ci mette un attimo a riconoscerlo, senza il consueto cappellaccio: è Zucchero, accolto da un boato quando gli schermi inquadrano il volto. La band lo accompagna in “Diamante”, poi gli dedica “O mia bela madunina” e lo lascia da solo a cantare "Hey man", voce e chitarra, mentre si avvia verso il palco principale, per concludere lo show.

Una serata memorabile

La seconda serata dei Coldplay a San Siro verrà ricordata per questo duetto, un altro da mettere in curriculum per il più internazionale dei nostri cantanti. Ma è tutto lo show ad essere memorabile: mastodontico per gli effetti speciali e il continuo "effetto wow" in molti passaggi, intimo e minimale in altri. Come quando Chris Martin, durante "Paradise", si siede a gambe incrociate sulla passerella, nella posizione del loto, e per un attimo sta con gli occhi chiusi: sta tranquillamente dirigendo il coro dei 60mila di San Siro, come se stesse meditando. In un altro momento ferma “A sky full of stars” e chiede al pubblico di risentirla e cantarla, ma senza cellulari. In un altro momento chiama una fan sul palco e le canta “Politik” al piano come se fosse l’unica spettatrice.

Alternanze tra vuoti e pieni che si uniscono anche a momenti un po’ cringe come il duetto con pupazzo in "Human heart" e il medley in cui la band indossa le maschere da alieni, che potrebbe pure essere un dj set o in playback: questa è l’essenza della musica delle sfere dei Coldplay. Una festa multicolore, fin dall’entrata sul palco, con i braccialetti si accendono e illuminano lo stadio - sono una firma degli show della band da diversi tour, ormai - assieme a coriandoli, palloni colorati, già su “Higher power e “Adventure of a lifetime”. Più avanti arriveranno anche laser, fiamme e fuochi d’artificio dal tetto dello stadio, e dei palloni a forma di pianeti. Non si fanno e non ci fanno mancare nulla.

Un concerto in quattro atti (e tre palchi)

Schermi a forma di sfere e semi sfere dominano anche il palco principale: il concerto è diviso in quattro atti e altri due palchi, tra cui la band si sposta inanellando un pezzone dietro l’altro, un coro liberatorio dietro l’altro. I momenti migliori sono quelli più diretti: “The scientist”, “Viva la vida” (sul palco centrale), “In my place”, “Yellow” (con lo stadio che ovviamente si tinge di giallo). I momenti in cui i Coldplay mostrano di essere sempre una gran band, non solo personaggi di un mega spettacolo. In altri passaggi il concerto mostra un po’ la corda, con un disequilibrio tra le canzoni più deboli - quelle del repertorio più recente concentrate nel terzo atto - e gli effetti speciali che prendono il sopravvento.

La temperatura percepita dentro San Siro è 40 gradi all’ombra - eppure in fondo allo stadio, prima del concerto ci sono una quindicina di persone che pedalano le “power bike” che servono a “ricaricare le batterie dello show”, come spiegano i megaschermi: la sostenibilità è l’altro grande tema del concerto, con inviti a riciclare (anche i braccialetti colorati da restituire a fine show: nella classifica, finora Milano batte Napoli 83% a 82%), a tutelare l’ambiente - tutto lo show viene presentato come sostenibile e alimentato da energia verde. Nel racconto delle buone intenzioni e dei buoni sentimenti c'è anche una menzione per l'Emilia Romagna, a cui Chris Martin chiede di mandare amore assieme all'Ucraina.

La scala del pop

Sono quattro le volte dei Coldplay a San Siro. in questi giorni: biglietti andati esauriti in un amen, pubblico delle grandi occasioni in tribuna, con calciatori e personaggi del mondo dello spettacolo. 6 San Siro in totale, se contiamo i due concerti del 2017: Springsteen, per dire, ne ha 7, ma in 31 anni, tra il 1985 e il 2016.
Vasco, con i suoi 29 San Siro, rimane inarrivabile. Ma se San Siro è “la scala del rock" - frase che campeggia anche sul sito web dello stadio - ora è anche un po’ la scala del pop, genere che i Coldplay frequentano ad altissimi livelli: cantabilità, spettacolo e melodia. Il crescendo di “Fix you” è patrimonio dell’umanità musicale, ogni volta mette i brividi, con o senza megaschermi.

Personalmente, un giorno vorrei rivederli come agli esordi, una band e un palco. Ma anche in questa veste, quello dei Coldplay rimane uno spettacolo da far girare la testa, per la quantità di canzoni da cantare e di trovate sceniche. Il pop, appunto.

La scaletta

SETLIST

Light Through the Veins (registrata) - di Jon Hopkins
Flying Theme (registrata) - di John Williams

Act .i. Planets

Music of the Spheres (registrata)
Higher Power
Adventure of a Lifetime
Paradise
The Scientist

Act .ii. Moons

Viva la Vida
Something Just Like This
Politik
In My Place
Yellow

Act .iii. Stars

Human Heart
People of the Pride
Clocks
Infinity Sign
Hymn for the Weekend
AETERNA
My Universe
A Sky Full of Stars

Act .iv. Home

Sunrise (con Davide Rossi)
Shiver
Don't Panic
Diamante - Cover di Zucchero (con Zucchero)
O mia bela Madunina - Cover di Giovanni D'Anzi (con Zucchero)
Hey Man - Cover di Zucchero (con Zucchero)
Humankind
Fix You
Biutyful
A Wave (registrata)

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