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Florence + The Machine e il rito della sacerdotessa laica

In 30.000 a Milano partecipano alla festa laica che Florence gestisce con teatralità
Florence + The Machine e il rito della sacerdotessa laica

Sono 30.000 i biglietti staccati per la giornata inaugurale degli I Days Coca Cola Milano. I primi nomi ad aprire la rassegna che si svolge nei due ippodromi milanesi sono stati quelli di Sudan Archives, Foals e come headliner Florence + The Machine, che sono ovviamente, questi ultimi, il “piatto forte” della serata, quelli che hanno richiamato il maggior numero dei presenti.

S’inizia presto con la prima band, segue con l’ippodromo ormai pieno il live dei Foals con il loro rock psichedelico per poi alle 21,45 vedere sul palco Florence Welch con il suo gruppo.

La forma teatrale

L’inizio del live è molto teatrale, con una Florence sensuale nel suo vestito bianco con gli “svolazzi” che diventano elemento teatrale. Le mosse sono studiate, quasi forzate ma ugualmente accattivanti e la front woman si muove con grande grazia. Con “Ship To Wreck” si cambia musicalmente registro, e si entra nel pop con un adeguamento della teatralità di Florence e con una bandiera dell’Ucraina sventolata a fine brano.

Arriva anche il primo momento di messa laica, con la rossa cantante che invita il pubblico a mettere via il telefonino e ad abbracciarsi e a dichiarare il proprio amore al vicino. Finito il “rito dell’amore” e lo scambio del segno di pace, è il momento di saltare e ballare con la “sacerdotessa” a guidare le danze.

L’azzardato bagno nella folla e il cuore del concerto

Si prosegue poi con un coraggioso e lungo passaggio nel pit, dove Florence si affida al suo pubblico sulle note di “Dream Girl/Prayer Factory” e ancora per la coraggiosa “Big God”. Il pubblico (con molto pudore) la accarezza e lei fa altrettanto, in una comunione di amore e di passione.

C’è spazio poi per un ritorno sul palco e all’intimità, con una parentesi acustica e intensa, dove l’atmosfera si rilassa e con lei anche la cantante. Ma c’è poi più avanti anche l’incontro con il pop della hit “You Got The Love” e del brusco e brutale punk di “Kiss With a Fist” con tanto di assolo di chitarra. “Cosmic Love” riporta il pubblico in un mondo più sensuale, con la Welch questa volta a chiedere l’aiuto dei telefonini usati come torcia.

My Love” ha un’introduzione mistica ed ecclesiastica che dura poco e diventa subito un invito alla danza con l’ippodromo che balla nuovamente. Finisce la prima parte a cui seguono i bis di grande intensità, cullanti per accompagnare delicatamente il pubblico verso la nottata.

Un caleidoscopico concerto con la sacerdotessa dai capelli rossi

Una performance tutto sommato breve (da festival) ma che nel suo svolgimento ha diverse sfaccettature, ora sognanti, ora sensuali, ora voluttuose, ora aggressive, con anche dei momenti da ballare.

A guidare tutto questo la sacerdotessa laica dai capelli rossi che officia un rituale condiviso dal pubblico, che ben conosce le sue canzoni. Lei con questo abito tra il fiabesco e lo “spirituale”, da folletto dei boschi, a piedi nudi sul palco si muove con grande eleganza, corre, salta, si sbraccia per muovere i veli legati agli arti superiori, s’inginocchia e regala tutta la sua bravura, la sua indiscutibile abilità nello stare sul palco. Lì c’è il suo regno, la sua chiesa, sotto ci sono i “sudditi” e i fedeli.

Tutto ruota su Florence

Tutti i riflettori sono su di lei, la band appare raramente, solo in alcuni episodi hanno diritto alla ribalta. Florence è la catalizzatrice del gruppo e dello show.

Interessante, molto interessante.

Scaletta:

Heaven is here
King
Ship To Wreck
Free
Dog Days
Dream Girl/Prayer Factory
Big God
June
Hunger
You’ve Got The Love
Choreomania
Kiss With a Fist
Cosmic Love
My Love / Resraint

Bis
Never Let Me Go
Shake It Out
Rabbit Heart (Raise It Up)

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