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I CCCP si sono risvegliati e ritornano

Da ottobre una mostra racconta l’epopea del gruppo di punk sovietico. I quattro e la loro storia
I CCCP si sono risvegliati e ritornano

1981-1990: questa è stata la parabola dei CCCP, la formazione che con quattro dischi all’attivo nell’immaginario collettivo ha incarnato il punk (e il post punk) italiano. Giovanni Lindo Ferretti, carismatico frontman della band, Massimo Zamboni, chitarrista, Annarella Giudici, giovane soubrette e Danilo Fatur, artista visuale, erano il nucleo centrale della formazione intorno alla quale poi hanno ruotato parecchi musicisti: da Maroccolo e Ringo dei Litfiba, a Giorgio Canali, Umberto Negri e altri. Nati dall’incontro di Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti avvenuto a Berlino nel 1981 nel fermento punk della città tedesca, i CCCP hanno portato la loro musica nell’Emilia di quel periodo dando una connotazione “glocal” alla band.

Il percorso dei CCCP ha seguito anche quello del loro mondo politico, culturale ed estetico di riferimento e così con la caduta del Muro di Berlino e il conseguente disfacimento dell’URSS la band non ha più avuto ragion d’essere e si sono trasformati (sempre seguendo i percorsi geopolitici dell’epoca) in CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti) generando però un’altra storia.

La mostra

Nel 1998 anche l’esperienza CSI e il rapporto artistico e umano Ferretti/Zamboni giungono al termine con il chitarrista reggiano lanciato verso una sua carriera solista. Da allora, salvo rarissime occasioni i due non si erano più incontrati. Ora i quattro membri originali dei CCCP si sono ritrovati e insieme hanno lavorato ad una mostra che ricostruisce il percorso della band emiliana. “Felicitazioni! - Cccp - Fedeli Alla Linea 1984 - 2024” è il titolo di questa esposizione che si svolgerà dal 12 ottobre 2023 all’11 febbraio 2024 presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia.

“Io e Fatur - dice Ferretti - non sapevamo nulla di questa cosa e ne avremmo fatto a meno. Ma Massimo e Annarella hanno elaborato l’idea e ci hanno coinvolti per realizzarla.”

La mostra ripercorrerà tutto il cammino artistico della band con cimeli, ma anche ricostruzioni. “Ci sarà - spiega sempre Ferretti - la ricostruzione contestualizzata della stanza di Berlino e di Fellegara dove tutto è cominciato, ricreeremo i locali dell’epoca come il Tuwat di Carpi.” “Metteremo in mostra il nostro mondo” aggiunge Massimo Zamboni “Ma non sarà una celebrazione rock’n’roll”

La band

I CCCP nascono nel 1981 e pubblicano il primo Ep nel 1984; il loro riferimento è quello del punk berlinese con chiara ispirazione filorussa. “L’idea è nata a Berlino - spiega Ferretti - ma la volontà era di riportare quelle atmosfere in Emilia perché consideravamo certe città della nostra terra simili a quel mondo. Abbiamo sempre avuto un forte legame con l’Emilia, fuori dalla nostra zona potevamo essere visti come una band strana ma da noi avevamo un significato più profondo. Eravamo amati dai politici locali - ricorda Ferretti - ed in generale avevamo pubblico sia tra la sinistra che tra la destra. Mi è capitato d’incontrare recentemente dei monaci che erano stati nostri grandi fan e conoscevano a memoria le nostre canzoni.” Ma sull’essenza punk della band Ferretti vacilla. “Lontano da Reggio noi eravamo un gruppo particolare, un gruppo teatrale, primordiale, primitivo. Abbiamo “sfruttato la musica” - confessa il cantante dei CCCP - il nostro mondo era più teatrale, lo dimostra anche il fatto che l’unico che suonava era Zamboni. Quando salivamo sul palco la prima cosa che facevamo era stendere il filo spinato, che è un gesto teatrale. Poi durante i concerti avevamo un uomo che si spogliava e una soubrette che si vestiva e anche questo era un dirompente gesto teatrale.” “Mi capita di essere presentato come un chitarrista punk - racconta Zamboni - Ma trovo quella parola vuota di significato se per punk s’intendono borchie, sputi e creste. Io e i CCCP non avevamo nessun senso di autodistruzione. Punk è stata una sigla comoda, la definizione di punk filosovietico è stato un espediente sentito che ci ha permesso di dettare noi le regole, noi sapevamo cosa fosse. Così potevano esserci molte differenze tra le cose suonate, c’era una sorprendente e ampia capacità di veduta. Era difficile - conclude il chitarrista - pensarsi maestri e non volevamo mandare messaggi a nessuno. Eravamo dei geniali dilettanti.”

Il ritorno

Ora a distanza di tanti anni la storia dei CCCP pare riprendere vita, ma lo stesso Ferretti frena le aspettative. “Questa mostra ha risvegliato la cellula dormiente ma per il momento non è prevista nessuna reunion - dice - Sarebbe difficile tornare a fare quello che facevamo, eravamo troppo legati al momento. “all’allora”, e tutto oggi è cambiato. Ci piacerebbe recuperare lo spirito di “Emilia Paranoica” ma calandolo nel presente. Inoltre - prosegue Ferretti - oggi non scriveremmo e canteremmo più “Spara Juri”. Non vorremmo fare la caricatura dei CCCP perché siamo vecchi. Fatur - dice ridendo Ferretti - era un bronzo di Riace, ora non più; Annarella era una giovane soubrette che faceva sbavare. Non possiamo più essere strafottenti perché un vecchio strafottente fa ridere.”

 

I CCCP oltre i CCCP

Anche recentemente, nel contenitore musicale di Xfactor, distante mille miglia dalle logiche originarie dei CCCP, sono risuonate le loro canzoni, che sono anche parte integrante nella scaletta dei concerti (italiani) dei Maneskin. “Consideravo le canzoni dei CCCP incantabili fuori contesto. Oggi mi ci sono abituato e devo dire che la versione dei Maneskin mi piace anche.” Così confessa Ferretti. “Mi piace pure la versione di Gianna Nannini. Quando l’ha fatta non sapeva fosse nostra e quando l’ha scoperto mi ha telefonato per chiedermi scusa, ma lei l’ha resa molto propria. L’ho sentita - prosegue Ferretti - anche nella pubblicità di un'auto. Alla fine penso che i figli vanno dove vogliono e siccome ci arrivano pure i soldi sono contento anche dal punto di vista economico. E poi - aggiunge - a disco finito ognuno può farne quello che vuole,  delle canzoni.” “Mi hanno detto - aggiunge Zamboni - che “Amandoti” viene cantata anche dalla curva della Cremonese e il figlio del nostro editore l’ha cantata con le maestre all’asilo. I figli vanno dove vogliono, come dice Giovanni, anche verso le cattive compagnie” chiosa Zamboni.

 

Berlusconi

La presentazione della mostra (e del relativo catalogo che sarà in vendita) avviene a 24 ore dalla morte di Berlusconi, una coincidenza che fa pensare. “I CCCP - dice Zamboni - si sono addormentati maledicendo la Fininvest e ora ci risvegliamo che è successa questa cosa. In realtà - aggiunge - nel mondo c’è lo stesso nemico: l’impero del male. ” “Berlusconi sembra morto per darci una mano” aggiunge Ferretti.

Oltre alla mostra

Sabato 21 ottobre i CCCP  saranno al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia per il “Gran Gala Punkettone di parole e immagini”. Si racconteranno al pubblico con Daria Bignardi e Andrea Scanzi e la regia di Fabio Cherstich. Sarà un’occasione per rivedere i quattro di fronte al pubblico ma, anticipa Zamboni, “non diciamo nulla perché non sappiamo cosa succederà”, creando così ancora più aspettativa. Per chi volesse, le prevendite per l’evento del 21 ottobre sono disponibili da domani, 14 giugno, alle ore 9.30.

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