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La lezione di “Succession”: essere ricchi fa schifo

E' la miglior serie ora in onda ed è riuscita come nessun’altra a smitizzare la ricchezza.

Da qualche anno il cinema e la televisione hanno trovato un nuovo capro espiatorio: i ricchi. Non le persone benestanti, non l’alta borghesia né tantomeno i milionari. I nuovi villain, gli arcinemici del nostro tempo sono quanti appartengono al mitologico 1%. Un centesimo della popolazione mondiale ha accentrato nelle proprie mani una fetta così ingente delle risorse e della ricchezza globale da far apparire tutti gli altri dei poveri diavoli.

Né i film né le serie però stanno esortando la popolazione a prendere picche e torce, facendo scoppiare la rivoluzione. Per tanti degli autori che affrontano largomento, i membri di quell' 1% sono un escamotage perfetto a livello di scrittura creativa. Cosa c’è di più ammaliante di un cattivo così oscenamente ricco da rendere difficile per il pubblico provare dellempatia, appagando al contempo la curiosità di vedere come vivono i moderni nababbi godendo della versione fittizia della bellezza e del lusso di cui si circondano?

Non è così strano che una società globalizzata che comincia ad affrontare le criticità insormontabili del tardo capitalismo trovi nella ricchezza una fonte creativa inesauribile. Siamo cresciuti e costantemente bombardati da un modello di vita e un sistema di valori che attribuiscono una centralità assoluta al denaro.

Ultimamente però a esaltare platealmente il capitalismo si rischiano reazioni quantomeno vivaci. Non è nemmeno troppo lungimirante rammentare al pubblico una certa visione luterana implementata dal liberismo secondo cui chi non ce la fa da solo è un perdente e la colpa è solo sua. Rimangono passatiste e fuori moda le opere dei vecchi predicatori comunisti - registi come Ken Loach, i fratelli Dardenne e il nostro Nanni Moretti - che esaltano uguaglianza e solidarietà tra gli sfruttati, sognando una società più egalitaria.

A voler essere cinici i gusti dello spettatore medio suggeriscono che non voglia sentirsi dire che è un fallito, né tantomeno aspiri a coltivare un senso di solidarietà con gli altri. Si vuole essere rassicurati nella propria unicità, sentendosi protagonisti un posgangherati ma comunque irresistibili della propria storia. Non serve tanto una lezione deconomia, quanto un bersaglio facile che ci faccia sentire nel giusto.

Che siano la ricca famiglia protagonista del film da Oscar Parasite” di Bong Joon-ho, gli insopportabili crocieristi della Palma dOro 2022 Triangle of Sadness” di Ruben Östlund o i narcisisti commensali di The Menu” di Mark Mylod, i ricchi più ricchi devono essere ridicoli e deprecabili.

Sia in TV sia al cinema, nellultimo quinquennio il racconto della ricchezza è stato declinato spesso nei toni della farsa. I ricchi di "Parasite” sono così sciocchi e creduloni da diventare oggetto del ridicolo ma quasi mai soggetto colpevole. Gli abbienti degli altri film citati uniscono alla stupidità e allignoranza solo unarroganza fuori scala.

Sul fronte televisivo è stata soprattutto la serie HBO The White Lotus” a portare avanti questo discorso, crogiolandosi in una contraddizione di fondo. La serie racconta le nefandezze di un gruppo di ricchissimi in vacanza in resort di lusso della catena White Lotus. I clienti dei due resort al centro delle prime due stagioni sono persone orrende, il cui scopo nella vita sembra essere quello di provocare un crollo nervoso ai responsabili della struttura ricettiva che vengono pagati per prendersi cura di loro.

Pur affrontando temi come il capitalismo e il post-colonialismo, talvolta con qualche impaccio, The White Lotus” ammalia lo spettatore con la bellezza che il denaro riesce a comprare. Ci troviamo così a deprecare i ricchi turisti del White Lotus invidiando al contempo lo stile di vita iper lussuoso che conducono, le località da sogno in cui soggiornano, un tipo di vita che non facciamo forse solo perché non possiamo permettercela.

È così difficile non cadere nella trappola morale della dimensione estetica e desiderabile della ricchezza che The White Lotus” rimane comunque un prodotto esaltato dalla critica e amato dal pubblico, proprio per come racconta apparentemente senza sconti i suoi ricchi protagonisti.

Semmai è laltro prodotto di casa HBO a essere fuori scala per come risolve brillantemente questo problema. Succession” è la miglior serie al momento in onda proprio per come riesce a parlare di ricchezza senza mai renderla desiderabile.

Lo sguardo unico di “Succession”

Ci sono tantissimi motivi per cui da quando è iniziata Succession” è la risposta alla domanda qual è la miglior serie attualmente in onda?”. Sia a livello tecnico, sia a livello di scrittura, recitazione e regia, la serie ideata da Jesse Armstrong si muove su un livello inavvicinabile per gran parte delle concorrenti, anche in casa HBO.

C’è però un dettaglio che rischia di passare inosservato e che andrebbe messo in primo piano quando si consiglia questa serie: limpressionante capacità di rendere la vita dei ricchi indesiderabile, sgradevole, ripugnante.

Succession” non nega le comodità, i vantaggi e il potere che il denaro regala alla famiglia al centro della storia. Tutto il contrario. Mentre i 4 figli ed eredi del magnate dei media Logan Roy si azzannano a vicenda per ottenere la fiducia del padre tiranno ed ereditarne limpero, la serie racconta nel dettaglio la straordinarietà delle loro vite, regolate da ritmi e dettami incomprensibili per i comuni mortali.

In Succession” si parla pochissimo di denaro perché per l'1% ha perso il suo valore assoluto e relativo. Le ricchezze sconfinate dei Roy danno loro accesso a una droga ben più inebriante: il potere. Il denaro rispetto al potere sulle vite degli altri - siano i tuoi figli o i tuoi dipendenti - è ben poca cosa.

La capacità di potersi porre in maniera così prevaricante rispetto agli altri, forti di un potere sconfinato, distrugge ogni altra modalità diterazione tra esseri umani. Logan Roy è un monarca assoluto contemporaneo, sospeso tra voglia di eleggere uno dei suoi figli a erede e il desiderio di ribadire continuamente il suo potere soverchiante su di loro. I quattro figli a loro volta sono capaci di tradimenti terribili verso i propri fratelli e le proprie famiglie, con il solo obiettivo di ottenere una briciola di potere più degli altri.

Lamore e la solidarietà tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli reggono finché non entra in scena il potere. Come in un dramma shakespeariano, il potere effettivo o il sogno del possesso provoca il deterioramento dei rapporti familiari.

La logica capitalista è un agente contaminante letale per la felicità e per il benessere, come ben dimostra il personaggio di cugino Gregg (Nicholas Braun). Da outsider povero e ignorante delle logiche del mondo dei ricchi, Gregg dovrebbe essere il tradizionale punto di vista attraverso cui il pubblico esplora la realtà dei Roy. La corruzione di Gregg però si rivela immediata, irreversibile e particolarmente sgradevole.

I protagonisti di Succession” sono persone estremamente infelici, piene di complessi e nevrosi, incapaci di valutare con obiettività le proprie capacità e i propri meriti. Sono il peggio del nepotismo, unito talvolta a ignoranza e crudeltà. In nessun momento della serie si desidera prendere il posto di uno dei personaggi, alle volte il disagio è tanto e tale che si vorrebbe spegnere la TV. Eppure si prova anche empatia per questi miserabili torturati dal padre e per un grande vecchio che deve rassegnarsi allincapacità e alla mediocrità dei suoi figli.

La definizione di cringe” sembra essere stata creata per descrivere limbarazzo e il disagio che si provano continuamente di fronte ai protagonisti di Succession”. Non c’è umiliazione che venga loro risparmiata, soprattutto a livello fisico. Nel corso delle quattro stagioni, Jesse Armstrong racconta la grande ossessione dei ricchi di oggi: il tempo.

Arrivati a certi livelli di ricchezza, il denaro smette di avere valore, mentre il tempo diventa un capitale preziosissimo. Il denaro può comprare ogni trucco e scorciatoia per far fronte al decadimento del fisico, ma Succession” ci ricorda che il tempo rubato è infinitesimale. Il divario tra laspettativa di vita tra poveri e ricchi esiste, ma non è proporzionale a quello economico.

Succession” si apre con il potente e crudele Logan Roy che urina in un angolo di casa, incapace di trattenersi, non presente a sé stesso. Saranno altri a pulire, ma ogni stagione è punteggiata di episodi che raccontano la battaglia che Logan non può vincere: quella contro il suo corpo.

Anche i suoi figli conoscono i fallimenti del corpo. Kendall a un certo punto si risveglia a letto circondato dalle sue feci, Roman non resiste allimpulso di farsi una sega nellufficio con vista mozzafiato sulla metropoli newyorkese.

Non ci vuole un grande salto logico per sentire dietro a questi episodi lansia di un'elite la cui ultima sfida è la sua stessa mortalità, lultima livellatrice rimasta del conflitto di classe. Dentro i Roy c’è il germe del lungotermismo, lortoressia, lossessione per la ricerca scientifica legata alla longevità e la crioconservazione dei corpi.

Per quanto i Roy fingano indifferenza e non parlino mai dei fallimenti del loro corpo, c’è un puzzo di morte che che impregna ogni evento. Lo emana il corpo del grande patriarca che si disfa poco a poco, ma c’è un vago sentore apocalittico di fondo. Succession” fotografa un magnate che non riesce a trovare un erede allaltezza o la fine del capitalismo di fronte allimminente disastro ambientale? Racconta gli ultimi giorni di un magnate dei vecchi media costretto a capitolare sotto il gioco dei principi dei nuovi media oppure il canto del cigno dellegemonia statunitense? Limpressione è che, sotto traccia, riesca ad affrontare tutte queste questioni.

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L’estetica di “Succession”

Solo unemittente come HBO poteva dare luce verde a un progetto dai costi faraonici che fa di tutto per ridurre la percezione della sua opulenza. Produrre un episodio di Succession” ha un costo produttivo esorbitante, tra elicotteri e ville di lusso, guardaroba da urlo e macchine fuoriserie. Tuttavia, a differenza di The White Lotus”, non c’è mai un momento in cui mettiamo così a fuoco la ricchezza dei Roy.

Lo sforzo è quello di raccontare in maniera minuziosamente realistica che tipo di vita conduca un appartenente alla nicchia dei ricchi più ricchi. La regia però lascia sempre ambienti e accessori sullo sfondo, non indulgendo mai in panoramiche o riprese ravvicinate volte a farci mettere a fuoco e poi invidiare un dettaglio della ricchezza a cui i Roy sono abituati.

Le case e le macchine impiegate sono lussuose perché “Succession” vuole essere innanzitutto realistica, raccontando un mondo ben più esotico e lontano di quello dei resort di The White Lotus”. Quella di Succession” è una realtà che si muove a livelli inaccessibili per la popolazione comune. I Roy prendono lelicottero così come uno spettatore può prendere lauto privata o i mezzi pubblici: con assoluta noncuranza e grande senso di normalità.

La ricchezza traspare da Succession”, ma non è seducente, non ammalia, ispira poca simpatia e trasporto. I Roy sono essere umani così miserabili che non godono mai della ricchezza delle loro dimore, della possibilità sconfinata del loro conto in banca. Ogni bene materiale o azione realizzabile perdono di valore di fronte al potere consentito dal patrimonio finanziario e dallinfluenza mediatica della famiglia; anche a livello visivo e registico. Ogni privilegio è scontato e invisibile agli occhi di chi se lo aspetta dalla nascita.

Uno dei picchi drammatici della serie sta proprio nel risentimento che Logan Roy, il padre padrone della vicenda, prova verso i suoi stessi figli. Sembra punirli per un senso dinvidia causato da quanto diano per scontato quel benessere che lui ha creato dopo aver conosciuto le privazioni e la povertà. Cosa c’è di peggiore di un padre che esercita il suo potere sui figli, deciso a distruggere quella felicità che la ricchezza dovrebbe assicurare alla sua stirpe?

La grandezza di Succession” sarà chiara solo quando, fra anni, tutti i suoi epigoni e successori faranno propria la sua grammatica seriale, il suo approccio narrativo. Sempre che qualcuno riesca a raccoglierne il testimone, senza lasciarsi sedurre dal fascino della ricchezza che Succession” così efficacemente neutralizza.

Dove vedere Succession”? Sky e NOW

Quanti episodi ha Succession”? 4 stagioni (in corso) per un totale di 39 episodi

Quando è uscita Succession”? 2018

 

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