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Chlöe: la protetta di Beyoncé, che ora vuole diventarne l’erede

Dalla firma con l'etichetta della diva alla scena di nudo in "Sciame": ora esce l'album d'esordio.

Al di qua dell’Atlantico se ne parla poco, ancora. Negli Usa, invece, l’uscita di “In pieces”, l’album d’esordio di Chlöe, è tra le più attese della stagione discografica. Vuoi perché la 24enne cantante e attrice americana è finita recentemente al centro dell’attenzione per la scena di nudo che ha accettato di girare in “Sciame”, la serie ideata da Donald Glover, aka Childish Gambino, da poco uscita su Prime Video (la stessa che ha segnato il debutto come attrice di Billie Eilish). Vuoi perché dietro il progetto c’è Beyoncé, che ha spalancato a Chloe Elizabeth Bailey - questo il vero nome della cantante - tutte le porte, comprese quelle della Casa Bianca, dove già nel 2016 Chlöe si esibì per il gorden party di Pasqua, insieme alla sorellina Halle: aveva appena 16 anni. Fu con quest’ultima che Chlöe cominciò a farsi conoscere, pubblicando su YouTube cover di successi dell’ex Destiny’s Child registrate nella loro cameretta, nella casa di Atlanta in cui le due ragazzine vivevano insieme ai genitori. Un giorno arriva una mail: è della Parkwood Entertainment, l’etichetta fondata da Queen B, intenzionata a mettere il duo sotto contratto. Da allora per Chloe x Halle arrivano - tra le altre cose - due album (“The kids are alright” del 2018 e “Ungodly hour” 2020), le partecipazioni alle tournée di Beyoncé (e pure al visual album “Lemonade”), una vittoria come Rising Star Awards ai Billboard Women in Music e pure cinque candidature ai Grammy Awards. Poi nel 2021 Halle decide di volare a Londra, accettando di recitare nei panni di Ariel nella versione in live action del classico Disney “La Sirenetta”. E Chlöe, rimasta da sola, si rimbocca le maniche.

“In pieces”, che uscirà questo venerdì, 31 marzo, arriva a consacrazione di un’ascesa partita con il piede giusto nel 2021 con il singolo “Have mercy”, oggi arrivato a 93 milioni di visualizzazioni su YouTube e a 161,4 milioni di ascolti complessivi a livello mondiale su Spotify. “Mia sorella è andata a Londra a girare un film per otto mesi. È stata dura senza di lei. Così ho creato questo progetto. Ho trovato fiducia in me stessa. Come a dire: ‘Ok, ora puoi farlo’”, ha raccontato Chlöe ai media statunitensi. Anche lei si è presa le sue soddisfazioni extra-musicali. Non solo recitando in “Sciame”, che racconta i lati oscuri del fanatismo del mondo del pop, con la protagonista - la bravissima Dominique Fishback, tra le attrici afroamericane più lanciate negli States - che sviluppa un’ossesione per la popstar Ni’Jah, personaggio di fantasia che riproduce in realtà curiosamente le caratteristiche della stessa Beyoncé (i fan si fanno chiamare “l’Alveare”, un chiaro riferimento a Queen Bee: “Questa non è un’opera di fantasia. Qualunque somiglianza con persone reali, vive o morte, o con eventi reali, è intenzionale”, si legge nel disclaimer messo provocatoriamente all’inizio di ogni episodio). Se a maggio la sorella debutterà nei panni de “La Sirenetta”, lei a breve - secondo indiscrezioni - comincerà a interpretare sul set il personaggio di Tempesta per un nuovo film della saga degli “X-Men”.



Indiscrezioni, dicevamo. Intanto c’è questo disco, “In pieces”, che promuoverà subito in tour, tra Sati Uniti e Canada: tra aprile e maggio si esibirà nei club di alcune delle principali città americane, da Chicago a Los Angeles, passando per Detroit, Boston, New York, Atlanta, Houston. Alla protetta di Beyoncé - che incrociò già nel 2003 sul set del film “The fighting temptations”, dove recitò una piccola parte - non basta più stare sotto l’ala protettiva della voce di “Listen”: ora vuole diventarne a tutti gli effetti l’erede.



In “In pieces” c’è lo zampino di - tra gli altri - Cody Jordan Fayne, ThankGod4Cody, che con “SOS” di SZA ha contribuito a ridefinire i canoni dell’r&b contemporaneo. Non solo. Tra gli ospiti delle tracce contenute nel disco ci sono Chris Brown (“How does it feel”), Future (“Cheatback”) e pure Missy Elliot, la mamma di tutte le dive della black music americana degli ultimi vent’anni: “Avrebbe dovuto intitolarsi semplicemente Chlöe. Ma poi metà progetto è cambiato. Ora è più vulnerabile e crudo”, ha anticipato lei, parlando dei temi. Riuscirà a rendere orgogliosa la sua madrina?

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