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Vasco Rossi, "Vita spericolata" ha 40 anni. La storia

Fu presentata il 3 febbraio 1983 al Festival di Sanremo
Vasco Rossi, "Vita spericolata" ha 40 anni. La storia

La magnifica melodia è composta da Tullio Ferro, ma è per merito del testo di Vasco che rimarrà nella storia della musica tricolore.

L’escalation del testo è imperiosa quanto coinvolgente, riporta anche i più miti ai sogni dell’adolescenza, a quando ci si immagina ribelli ma sempre vittoriosi, immersi in mille pericoli ma pronti a vincere ogni drago.

C’è tutto qui, del Vasco che esplode: il cinema riferimento linguistico, l’America riferimento dell’immaginario, l’icona di un’arte maledetta (McQueen era attore spericolato e problematico, un ex marine morto a soli cinquant’anni per un tumore causato dall’amianto delle tute che vestiva per correre in auto) che viene rivendicata quale riferimento di fierezza, coraggio e necessaria indipendenza da ogni costrizione o convenzione. Però c’è da sottolineare anche una riflessione quasi dolente sulla vita reale, con le sue ansie, i sogni che distrugge, le amicizie che porta via e la morte, che nel pezzo non è esplicitamente citata ma c’è, poiché il Roxy Bar non è solo un locale di Bologna noto all’artista ma “il paradiso di Fred Buscaglione che il Roxy Bar l’aveva cantato, l’aldilà dei grandi del rock”.

Nella canzone Vasco evita ogni possibile equivoco e riesce perfettamente ad arrivare al cuore della gente; nelle intenzioni dell’artista la “vita spericolata” è un valore da contrapporre a disvalori, ispirato addirittura “al vivere pericolosamente di Friedrich Nietzsche”. 

La sorte vuole che l’approdo di Vasco Rossi sia (di nuovo) l’evento clou della canzone: “Vita spericolata” segna infatti un inatteso ritorno dell’artista al Festival di Sanremo, che dopo “Vado al massimo” pochi avrebbero osato sperare.

A Sanremo infatti Vasco non si presenta certo puntuale; anzi, arriva con un giorno di ritardo: “Non pensavo che le prove fossero così importanti”. Giunto alle sospirate prove alle sette della sera del debutto, Vasco non si curò troppo delle indicazioni della regia e al termine dell’esibizione uscì di scena mentre la musica proseguiva.

Sanremo 1983 si svolge dal 3 al 5 febbraio, partecipano trentasei concorrenti e ventisei si qualificano per la finale; i cosiddetti big – e Vasco è tra questi – sono tutti qualificati di diritto al sabato sera. Vasco si piazzerà penultimo, venticinquesimo su ventisei, davanti a Pupo e dietro a tutti i “giovani” qualificatisi alla finale.

Nella classifica dei big “Vita spericolata” assomma solo millenovecentotrentadue voti, uno solo più dei “Cieli azzurri” di Pupo.

Ma stavolta il chi se ne frega è poderoso, perché le hit parade dicono altro e la storia farà lo stesso.

“Vita spericolata” ovviamente esce come 45 giri nella settimana del Festival, con “Mi piaci perché...” sul retro. Entra nelle hit parade, contribuisce a lanciare l’intero album “Bollicine” e diventa un brano di culto.

Nel 2005 il Festival di Sanremo invita di nuovo il Blasco all’Ariston come ospite d’onore, e finalmente “Vita spericolata” risuona dal vivo al Festival, insieme alla più recente “Un senso”, e il cantante può dichiarare la sua “riconoscenza a Sanremo a prescindere dalle classifiche”.


Il testo è tratto dal libro di Andrea Pedrinelli “Vasco Rossi, la storia dietro le canzoni”, pubblicato da Giunti, per gentile concessione dell’autore e dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di Vasco Rossi.

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