Brunori firma la musica del film di Aldo, Giovanni e Giacomo

In questi giorni di Natale è al cinema l’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, per la regia di Massimo Venier, dal titolo “Il grande giorno” e di cui firma la colonna sonora Dario Brunori. Il cantautore, dopo “Odio l’estate” del 2020, altra pellicola con protagonista il trio, torna con le sue musiche sul grande schermo. Anche due anni fa Brunori aveva curato la colonna sonora del lungometraggio con i brani “La verità”, tratto dal disco del 2017 “A casa tutto bene”, e “La canzone che hai scritto tu”, contenuto invece nell’album “Cip!” pubblicato a inizio 2020, poche settimane prima dell’arrivo della commedia al cinema. E adesso, con “Il grande giorno”, ecco una seconda avventura.
“Di nuovo nelle vesti morriconiane che più mi si addicono per il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, regia di Massimo Venier – aveva annunciato sui social Dario Brunori – atmosfere cameristiche, archi, fiati, legni e anche un paio di canzoncine che male non fanno”. Nel trailer è già possibile riconoscere “Figli della borghesia” che scorre sulle immagini del film ambientato sul lago di Como. Giacomo e Giovanni sono i padri in ansia di Elio e Caterina, promessi sposi. A sparigliare le carte ci penserà Aldo, amico chiassoso e caciarone, che romperà un equilibrio forse più precario del previsto.
“Aldo, Giovanni e Giacomo hanno rappresentato (non solo per me) - ha raccontato Brunori all’inizio della collaborazione - un modello di comicità unica e innovativa. Sono molto legato a loro soprattutto perché mi ricordano i momenti di ilarità con mio padre, la visione dei loro sketch accompagnava grandi risate in famiglia. Massimo, il regista, mi ha contattato sull’onda del trasporto emotivo legato a ‘La verità’, un pezzo che lo aveva colpito particolarmente. Mi ha subito detto che sarebbe stato un film con molta musica e quando ho letto la sceneggiatura ho subito immaginato un mondo musicale ispirato al folk americano: un po' perché associavo la sceneggiatura allo spirito di ‘Little Miss Sunshine’ e un po' perché mi piaceva che il film avesse un’attinenza sonora col disco che stavamo contemporaneamente registrando. Inoltre mi è piaciuto potermi misurare con qualcosa che non è esattamente collegato alla mia composizione, ma ‘al servizio di altro”, per quanto sia difficile per un carattere megalomane e narcisista come il mio (detto con ironia)”.