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A 95 anni vince il Grammy come nuovo artista: la storia di Ángela

“Non è mai troppo tardi”, ha detto la 95enne cantautrice: la sua storia ne è una dimostrazione.

La storia ha dell’incredibile e del sensazionale e dimostra che in fondo niente è così impossibile. Neppure vincere un Latin Grammy come Miglior nuovo artista dell’anno a 95 anni. È quello che è successo lo scorso giovedì alla Michelob Ultra Arena di Las Vegas ad Ángela Álvarez, chiamata sul palco dai conduttori dei più prestigiosi premi che l’industria discografica assegna agli artisti del mondo latino, tra i quali c’era anche la “nostra” Laura Pausini (con tredici nomination e quattro statuette vinte nel corso della sua carriera è l’artista di origine non latina più premiata di sempre), per ritirare il Grammy come Best New Artist, rivelazione dell’anno. Classe 1927, la cantautrice cubana è stata scortata sul palco dal nipote Carlos Jose Alvarez, artefice del successo della nonna: “Dedico questo premio a tutti quelli che non hanno ancora realizzato i loro sogni. Anche se la vita è difficile, ricordatevi che c’è sempre una vita d’uscita. Con la fede e l’amore potete trovarla. Vi garantisco che è così”, ha detto la 95enne artista ritirando la statuetta (divisa ex aequo con la 25enne Silvana Estrada), commovendo il pubblico della Michelob UItra Arena, composto in larga parte da addetti ai lavori.

Per realizzare il suo, di sogno, Ángela Álvarez ci ha messo ottant’anni. Ne aveva solamente 14 quando nella Cuba degli Anni ‘40 cominciò a scrivere canzoni, ispirata da due zie che suonavano il pianoforte: “Ogni volta che la famiglia si riuniva, io ero l’artista. Loro realizzavano abiti per me e mi facevano esibire”, ha raccontato alla vigilia del gala dei Latin Grammy in un’intervista concessa all’edizione spagnola di Billboard. A causa di un padre conservatore e tradizionalista, Ángela ha sempre tenuto nascosto il suo talento, limitandosi ad esibirsi giusto davanti a qualche amico e ai familiari: “Spero che l’intero progetto ispiri i giovani a parlare con i loro nonni. Fategli delle domande. Chiedetegli di raccontarvi i sogni che avevano. Le loro risposte potrebbero sorprendervi. Se non glielo chiediamo, non ce ne parleranno. La loro saggezza e i loro sogni se ne andranno con loro”, ha raccontato il nipote Carlos. Che è venuto a conoscenza del canzoniere della nonna proprio durante una chiacchierata con lei, che nel ’62 fece armi e bagagli e lasciò la Cuba post-rivoluzionaria per cercare rifugio insieme ai figli negli Usa, in Louisiana (il marito rimase invece sull’isola), dove ancora oggi vive.

Quando Carlos ha chiesto a nonna Ángela di raccontargli quali dischi ascoltava da ragazzina a Cuba, lei ha tirato fuori un libro impolverato che raccoglieva una quarantina di testi scritti a mano. Una biografia in versi. Sullo sfondo, la storia con la “s” maiuscola, quella della Cuba post-rivoluzione, appunto: tempi difficili che misero Ángela di fronte a un bivio. Restare sull’isola o fuggire dall’oppressione comunista e cercare di dare ai figli un futuro migliore? La musica è stata per lei un mezzo attraverso il quale affrontare le difficoltà della vita. “Romper el yugo”, una delle canzoni contenute all’interno del suo album d’esordio, uscito l’anno scorso, è una lettera scritta alla sua Cuba nel 1969: “Quanto sarei felice se potessi spezzare le catene che ti imprigionano con tanta forza: canterei un inno di pace”, canta Ángela nei versi del brano. È stato proprio grazie a suo nipote, musicista professionista, che la 95enne cantautrice è riuscita a mettere piede in una sala di registrazione, realizzando il sogno di una vita: incidere i suoi brani. “Ángela Álvarez”, il suo eponimo album d’esordio, è stato registrato, pubblicato e promosso da indipendente, sotto la guida di Carlos e del produttore spagnolo Misha’al Al-Omar. A distanza di un anno dalla sua uscita conta poco più di 100 mila ascolti complessivi su Spotify.

Della sua storia si è appassionato anche l’attore, regista e produttore Andy Garcia, di origini cubane, noto ai più per aver interpretato Vincent Mancini ne “Il padrino – Parte III” (ruolo che gli valse la candidatura all’Oscar come Miglior attore non protagonista, nel 1991). Garcia ha deciso di produrre un documentario sulla cantautrice, “Miss Angela”, disponibile anche su Prime Video, chiedendo pure alla signora Álvarez di recitare una piccola parte nel suo remake di “Father of the bride”, invitandola ad incidere una canzone per la colonna sonora del film, “Quiéreme mucho”. “Non è mai troppo tardi”, ha detto la 95enne cantautrice alla fine del suo breve discorso ai Latin Grammy, tra gli applausi degli spettatori: la sua storia ne è una dimostrazione.

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