La playlist di Bob Dylan, da "Black magic woman" a...
Nel suo recentissimo libro "The philosophy of modern song", Bob Dylan racconta e analizza 66 canzoni da lui scelte (ne abbiamo scritto qui). Questa settimana vi abbiamo proposto, a puntate, l'ascolto di tutte le 66 canzoni, ognuna corredata - per gentile concessione dell'editore Feltrinelli - da un breve estratto dal testo della versione italiana "Filosofia della canzone moderna" (la traduzione è di Alessandro Carrera).
56 -“Black Magic Woman”
(Santana)
Uscita originariamente nell’album "Abraxas" (Columbia 1970)
Composta da Peter Green
In due delle tre sestine, uno dei versi è ripetuto quattro volte. Nella terza, solo tre volte. Eppure, se sposata alla musica, la combinazione diventa ipnotica, rapsodica, misteriosa e insieme diretta come un telegramma.
57 - “By the Time I Get to Phoenix”
(Jimmy Webb)
Uscita originariamente nell’album "Ten Easy Pieces" (Guardian 1996)
Composta da Jimmy Webb
Non si è mai convinta che avresti potuto lasciarla. Non ha mai capito che te ne saresti andato per davvero. Hai provato a dirglielo un milione di volte, ma non sei mai riuscito a trovare la forza. Non hai nemmeno avuto il coraggio di salutarla con un bacio.
58 - “Come On-a My House”
(Rosemary Clooney)
Uscita originariamente come 45 giri (Columbia 1951)
Composta da Ross Bagdasarian e William Saroyan
Questa è la canzone del deviante, del pedofilo, del pluriomicida. La canzone del tizio che tiene trenta cadaveri in cantina e teschi umani nel frigorifero. È una canzone vudù travestita da canzoncina felice. È la canzone di Cappuccetto Rosso cantata da uno spirito rapper, da uno stregone.
59 - “Don’t Take Your Guns to Town”
(Johnny Cash)
Uscita originariamente come 45 giri (Columbia 1958)
Composta da Johnny Cash
Può darsi che portare le pistole in città per dimostrare che sei un uomo non sia la cosa giusta da fare. Magari potresti ripensarci, finché c’è ancora tempo.
60 - “Come Rain or Come Shine”
(Judy Garland)
Uscita originariamente nell’album "Judy" (Capitol 1956)
Musica di Howard Arlen, testo di Johnny Mercer
La melodia di Arlen è allo stesso tempo malinconica e sicura di sé, e il testo di Mercer è realistico, per niente esagerato e senza un briciolo di ironia. La canzone non risulta mai stucchevole né falsa.
61 - “Don’t Let Me Be Misunderstood”
(Nina Simone)
Uscita originariamente nell’album "Broadway-Blues-Ballads" (Philips 1964)
Composta da Bennie Benjamin, Horace Ott e Sol Marcus
La canzone può essere cantata da chiunque provi la sensazione di non riuscire a farsi capire da una persona cara. Ma ha assunto anche altri significati; è stata adottata da alcuni come un implicito inno all’uguaglianza sociale.
62 - “Strangers in the Night”
(Frank Sinatra)
Uscita originariamente come 45 giri (Reprise 1966)
Musica di Bert Kaempfert, testo di Charles Singleton e Eddie Snyder
Frank doveva far vedere a tutti chi era il padrone, anche se questa era una canzone che odiava e regolarmente liquidava come “un pezzo di merda”. Frank magari ha detestato quella canzone, ma resta il fatto che l’ha scelta.
63 - “Viva Las Vegas”
(Elvis Presley)
Uscita originariamente come 45 giri (RCA 1964)
Composta da Doc Pomus e Mort Shuman
La roulette, il flipper, la città tutta accesa, la città costellata di stelle. Questo è il luogo in cui la tua personalità prende fuoco,
in cui affronti rischi calcolati, sfidi il pericolo e accumuli una fortuna.
64 - “Saturday Night at the Movies”
(The Drifters)
Uscita originariamente come 45 giri (Atlantic 1964)
Composta da Barry Mann e Cynthia Weil
Il sabato sera al cinema è sempre stato ben più di una semplice occasione per condividere un secchiello di popcorn con una ragazza o un ragazzo nell’ultima fila dei palchi.
65 - “Waist Deep in the Big Muddy”
(Pete Seeger)
Uscita originariamente nell’album "Waist Deep in the Big Muddy and Other Love Songs" (Columbia 1967)
Composta da Pete Seeger
La canzone di Pete Seeger parla di quel plotone che seguì il suo ostinato comandante nel Mississippi fino a quando non venne inghiottito dalle sabbie mobili. Fortunatamente, un sergente dalla mente sveglia gli fece fare dietro-front e li riportò alla base.
66 - “Where or When”
(Dion and the Belmonts)
Uscita originariamente nell’album "Presenting Dion and the Belmonts" (Laurie 1959)
Musica di Richard Rodgers, testo di Lorenz Hart
La vorticante qualità onirica della melodia di Rodgers dà all’ascoltatore un sentimento del tempo tanto misterioso e complesso quanto qualsiasi cosa abbia scritto Stephen Hawking. E i testi di Hart cavalcano quella melodia eterea, permettendo al cantante di perdersi in fantasticherie e di incontrare l’amante come se fosse un’apparizione.
