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Bresh ha trasformato il Fabrique nella curva di uno stadio

Il mix di rap, pop e cantautorato dell’artista genovese può arrivare fino al palco di Sanremo.
Bresh ha trasformato il Fabrique nella curva di uno stadio

Ci sono tre momenti simbolo del concerto di Bresh al Fabrique di Milano, sold out per l’occasione e prima tappa del suo tour invernale nei club, coda finale delle oltre venti date estive in programma quest’anno. Il primo vede l’artista genovese tuffarsi nel mare del suo passato cantando in acustico e dal profondo del cuore “Gaston”, pezzo manifesto di un percorso che, “step by step” come ricorda Tedua, dal 2016 a oggi l’ha portato, senza gli steroidi del mercato della musica, ma con dedizione e sacrificio, a costruirsi un’identità sonora e uno stile talmente centrato da poter arrivare, come un’onda che si alza dal mare, potenzialmente anche sul palco dell’Ariston, in occasione del prossimo Festival di Sanremo. Quello di Bresh, infatti, è un mondo multicolore, come le case arroccate di Genova, con uno sguardo a papà Fabrizio De André e un legame con i fratelli Tedua, Izi e con tutti i ragazzi di Drilliguria presenti alla serata. Un universo a più strati, capace di frullare rap, pop e canzone d’autore, che negli ultimi due anni lo ha portato a realizzare due dischi, “Che io mi aiuti” e “Oro blu”, oltre a diversi singoli in collaborazione con Marco Mengoni, Night Skinny, J Lord, Camilla Magli. L’ultimo, in ordine d’arrivo, è “Vuoto dentro” con Mara Sattei per la produzione di Sick Luke.

Cinque secondi di silenzio

Il concerto milanese viene aperto da Helmi sa7bi, rapper genovese con origini arabe che sta diventando la voce più reale e cruda del centro storico, del centro multietnico della città della Lanterna. Con Bresh, sempre accompagnato dalle produzioni di Shune e dalla chitarra di Dibla, si accendono i riflettori sul campo. Risuonano cori dedicati a Genova, al collettivo Drilliguria, si alzano le sciarpe del Genoa su “Guasto d’amore”, si canta a squarciagola “Andrea” e “Hooligans” ed è così che il Fabrique, per una notte, diventa la curva di uno stadio. Il secondo momento clou del concerto è l’arrivo di Tedua, che segue quelli di Vaz Tè, Disme e in particolare di Izi, con cui Bresh canta l’intensa “Come stai” con il supporto di Michelangelo.

Nelle parole dell’amico di sempre, con cui esegue “Parà”, c’è una verità che, per chi supporta il cantautore di Bogliasco sin dai primi passi, è quasi commovente: “Tutti chiedono di fare casino per Bresh. Io chiedo invece cinque secondi di silenzio e poi urlate pure. Questo per ricordare il percorso di Andrea che step by step è arrivato fino a qui”, dice la voce di “Vertigini” prima di generare un boato. È il modo giusto per celebrare chi è oggi Bresh: cresciuto all’ombra di colonne della “rivoluzione trap” del 2016 come Tedua e Izi, oggi è un artista dal forte immaginario che ha costruito una base solida impegnandosi e puntando tutto sul suo talento. Il battito d’ali verso l’alto si percepisce nella crescita che ha avuto nel canto e nella tenuta del palco, merito del lavoro fatto con l’insegnante Danila Satragno che l’artista genovese ha voluto con sé durante l’esecuzione di “Svuotatasche”, un pezzo alla Vasco preceduto da “Angelina Jolie”, la canzone più famosa del cantauto-rapper ligure.

La squadra

Il terzo momento culmine del live è sul finale, quando tutta la ciurma issa metaforicamente la bandiera dei pirati cantando “Blueface”, che genera un ballo collettivo rituale e magico. Non è un pezzo di Bresh, eppure Andrea se lo gode dimenandosi con il sorriso insieme a Izi, Tedua, Vaz Tè e Disme, che lo interpretano come fossero un’unica voce, ricordando quanto l’unione di questi compagni di avventura che hanno fatto musica “per esprimersi e non per inseguire il successo”, spiegano, sia uno dei grandi valori e punti fondanti della strada intrapresa. In una scena urban di prime donne e di false amicizie, Bresh, nel suo live, fa un passo indietro e si regala un’istantanea di condivisione e affiatamento che rimane sulla pelle anche a fine serata. Il live si chiude saltando come molle su “Amore”, che dal vivo è molto più forte che nella versione studio. Dove arriverà, con la sua scialuppa e la sua ciurma, l’Ulisse del rap italiano, forse è scritto solo nel vento. Di certo la rotta è quella giusta.

Scaletta:
Ulisse
Andrea
Fottiti
Caffè
Alcool e Acqua
No problem
Hooligans
Il meglio di te
Bar dei miei-Astronauti-Oblò-Che io mi aiuti-Rabbia distillata (mash up)
Mia brillo con Vaz Tè e Disme
Glory Days con Vaz Tè e Disme
Se rinasco
Parli di me
La presa B
Gaston
Mare mosso
Guasto d’amore
Come stai con Izi e Michelangelo
Girano con Izi
Parà con Tedua
Step by step con Tedua
Angelina Jolie
Non ho eroi
Svuotatasche con Danila Satragno
Blueface con Tedua, Izi, Vaz Tè e Disme
Amore

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