Il disco pieno di femminilità arrabbiata di Halsey

Come tanti altri anche la giovane Ashley Nicolette Frangipane ha avviato il suo percorso musicale pubblicando una serie di cover sul suo canale YouTube. Qualcuno di molto lungimirante vede in lei del talento e le cose si mettono a correre. A 21 anni neppure compiuti, nel 2015, Halsey – questo è il nome d'arte che si è scelta e con cui è conosciuta – esordisce con l'album "Badlands", è un successo certificato dal raggiungimento del secondo posto nella classifica di vendita statunitense. Il suo secondo disco, "Hopeless Fountain Kingdom" (leggi qui la recensione), nel 2017, debutta al primo posto della chart. La ragazza nata nel New Jersey non è un fuoco di paglia. La prova del nove (o del terzo album, se preferite) viene superata brillantemente: nel 2020 "Manic" (leggi qui la recensione) giunge su su fino alla seconda posizione. Il medesimo risultato viene raggiunto pure da "If I Can't Have Love, I Want Power" (leggi qui la recensione), il suo quarto, e a oggi, ultimo album pubblicato nell'agosto del 2021. Oggi Halsey compie 28 anni ed è una stella di primo piano della musica pop contemporanea. La vogliamo festeggiare tornando alle radici del suo successo ripubblicando la nostra recensione del suo primo album, quello da cui tutto ebbe inizio.
Halsey ha definito il suo primo album in studio come "un disco pieno di femminilità arrabbiata": si tratta di un concept album distopico nel quale la ventunenne cantautrice immagina il futuro; alla base di tutto c'è uno stato di profonda tristezza e malinconia, e lo si intuisce già dal titolo: "Badlands" rimanda, come spiegato dalla stessa Halsey, allo stato mentale che ha portato alla scrittura delle canzoni e cerca di rappresentare fisicamente - con le "terre cattive", appunto - una personalità desolata e solitaria. Musicalmente parlando, "Badlands" presenta i due lati artistici di Halsey: uno è più pop e vede la cantautrice ricalcare topoi consolidati della musica pop contemporanea (ritornelli paraculi, testi universali, atmosfere sbarazzine - basti ascoltare "New Americana", che è la fotografia di una generazione di alternativi - la sua - cresciuti a pane, marijuana e Nirvana); l'altro è decisamente più underground e vede Halsey apparire come una "dark alternativa" (sonorità ricercate, atmosfere rarefatte, testi che raccontano drammi personali - come nel caso di "Control", sui suoi disturbi bipolari).
"Castle", "Drive", "Ghost" e "Control" sono pervasi da un mood oscuro e a livello di sonorità mischiano l'elettronica alla drum and bass, al trip hop e all'r&b (la voce è effettatissima e l'attenzione è rivolta ai piccoli dettagli, alle sfumature: degna di nota la produzione, che ha coinvolto numerosi producer internazionali: tra questi anche Tim Anderson, The Futuristics e Lido - la scrittura è infinitamente malinconica e, se vogliamo tracciare analogie o paragoni con artisti nostrani, ricorda vagamente quella di Elisa per profondità e sensibilità). Viceversa, "Hold me down", "Roman holiday", "Colors" e "New Americana" sono canzonette pop solari, super melodiche e caratterizzate da un'atmosfera che musicalmente parlando sembra fin troppo spensierata (la produzione pare rimandare al repertorio di Katy Perry e anche a livello di vocalità Halsey si avvicina molto al registro e al timbro della collega).
La forza di "Badlands" sta proprio in questo continuo oscillare tra stati d'euforia e altri più oscuri, tra gioia e disperazione, quasi a voler rappresentare materialmente la personalità bipolare della cantautrice: è un disco che non scade né nel pop di facile presa né nell'eccessivo sperimentalismo. Che poi sono pure le due strade che si aprono di fronte a Halsey; sarà interessante capire verso quale direzione (e in che modo) si muoverà la cantante con i suoi prossimi lavori: se sceglierà la strada del pop avrà buone possibilità di diventare la nuova reginetta del genere; se invece sceglierà la strada dello sperimentalismo, allora dovrà essere brava a ritagliarsi un proprio spazio in un panorama che al momento, a livello internazionale, sembra dominato da indomiti concorrenti.