Mick Jagger ha un debole per una canzone di Bob Dylan

Bob Dylan e Rolling Stones. L'uno americano, gli altri inglesi. Il primo omonimo album di Dylan venne pubblicato nel 1962, la band britannica esordì con un eponimo disco nel 1964. Sono praticamente coetanei e sono saliti alla ribalta più o meno nel medesimo periodo. Da 60 anni a questa parte sono tra i più mirabili esempi di come la musica può essere qualcosa in più di un semplice divertimento, di come la musica rock ha contribuito a cambiare il modo di pensare di più di una generazione. A Bob Dylan nel 2016 l'accademia svedese assegnò addirittura il Premio Nobel per la Letteratura, giusto per dire. I Rolling Stones al Premio Nobel non si sono mai avvicinati, ma nessuno può mettere in dubbio che, al pari di Dylan, hanno influenzato e modificato la storia della musica pop/rock.
La stima tra loro è reciproca, i Rolling Stones hanno persino realizzato, nel 1995, una cover di successo di "Like a Rolling Stone", primo brano della tracklist dell'album “Highway 61 revisited” (leggi qui la recensione) uscito nel 1965. Ma, come ha rivelato in almeno un paio di occasioni, il brano del cantautore statunitense preferito da Mick Jagger è un altro, ed è sempre incluso in quel capolavoro che è “Highway 61 revisited”: la canzone che chiude la scaletta del disco, “Desolation row”.
Jagger lo rivelò molto chiaramente nel corso di un'intervista pubblicata da Rolling Stone India nel 2011: “”Desolation Row” è musicalmente davvero semplice. Solo tre accordi in 11 minuti, con un accompagnamento ridotto al minimo, eppure è molto efficace. Ci sono Dylan, un bassista e un session man di Nashville, il chitarrista Charlie McCoy, che aggiunge un bel contrappunto alla melodia. Anche dopo molti ascolti, il suo modo di suonare è ancora dolce. Mi piace la sua leggera sfumatura spagnola. Ma non interferisce con quella che ovviamente è la cosa principale: la voce e i testi. Il discorso di Dylan è recitativo, quasi inespressivo, ma ti coinvolge.” Il testo affascina molto Mick Jagger, con una descrizione dei personaggi che definisce meravigliosa: “Una delle mie parti preferite è la parte su 'Einstein, travestito da Robin Hood'”.
Parlando con il quotidiano britannico The Guardian nel 2021, Jagger elogiò ancora una volta la canzone sottolineando come ogni volta che la si ascolta si trova sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che era sfuggito, qualcosa che era nascosto, tanto è articolato il testo. “La mia lettura è che parla di controllo governativo e militare. Ma poi c'è il finale: 'When you asked me how I was doing, was that some kind of joke? Don’t send me no more letters unless you mail them from Desolation Row'. Sembra una cosa davvero personale. Musicalmente, la abbellisce. Adoro le splendide linee di chitarra per metà spagnole del chitarrista, Charlie McCoy. In realtà è una canzone davvero adorabile, che non dovrebbe funzionare con le immagini, ma funziona. Puoi ascoltarla molte volte e ottenerne comunque qualcosa di nuovo e meraviglioso.”