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Tutti i colori dei Pink Floyd per il Medimex 2022

La mostra “Hipgnosis Studio: Pink Floyd and Beyond”, inaugurata da un incontro con Aubrey Powell
Tutti i colori dei Pink Floyd per il Medimex 2022

Giovedì 16 giugno ha preso il via l'edizione 2022 del Medimex, l'International Festival & Music Conference promosso da Puglia Sounds, un progetto della Regione Puglia che sostiene operatori e artisti pugliesi del settore musicale. La prima parte del Medimex, che torna finalmente con eventi in pubblico dopo due anni di incontri in digitale e ibridi, ha avuto luogo a Taranto dal 16 al 19 giugno 2022, proponendo tra gli altri gli incontri con gli artisti Warren Ellis, Ditonellapiaga, Calibro 35, Michele Riondino, Luca De Gennaro, un omaggio a Ivan Graziani e il concerto di Nick Cave & The Bad Seeds. Gli eventi proseguiranno a Bari dal 13 al 15 luglio, con un lungo cartellone di incontri, una mostra fotografica sui Queen visti dall'obiettivo di Denis O'Reagan, numerosi showcase e l'atteso concerto dei Chemical Brothers (14 luglio).

Il Medimex ha deciso quest'anno di rendere omaggio a due tra le band più amate dal pubblico italiano, i Pink Floyd e i Queen e la scelta è stata ampiamente premiata dagli spettatori che hanno animato i vari appuntamenti della città jonica. Taranto si è infatti colorata di forti tinte rock, virate nella tonalità Pink Floyd, accogliendo gli inossidabili fan della band inglese, radunati per un diversi  appuntamenti a tema.

“Hipgnosis Studio: Pink Floyd and Beyond”

Il più prestigioso è quello ospitato dal MarTa - il Museo Archeologico Nazionale di Taranto – dove è stata allestita in anteprima nazionale una mostra intitolata “Hipgnosis Studio: Pink Floyd and Beyond”, curata dalla galleria Ono Arte Contemporanea di Bologna (www.onoarte.com), in programma tra il 16 giugno e il 17 luglio 2022. Hipgnosis è il nome di un celebre studio di grafica nato nel 1967 grazie al compianto Storm Thorgerson (1944-2013) e l'attivissimo Aubrey (detto Po) Powell.

Il nome Hipgnosis potrebbe sembrare sconosciuto ai più ma basterebbero le copertine di due celebri album, “The Dark Side Of The Moon” e “The Lamb Lies Down On Broadway” per far accendere una lampadina negli angoli bui della memoria. Storm e Po sono cresciuti nella città di Cambridge, condividendo la loro adolescenza con Syd Barrett, David Gilmour e Roger Waters. La lampadina non si accende? Vi aiuto io. In vari periodi (quasi ere geologiche, visti i profondi cambiamenti avvenuti nel corso della loro storia), Barrett, Waters e infine Gilmour sono stati il cuore pulsante e i leader di una band che si è fatta conoscere in tutto il mondo col nome Pink Floyd. E se anche il nome Pink Floyd non vi dice nulla, allora la musica non fa per voi...
Storm e Po: due giovani e promettenti artisti inglesi, mossi dalla passione per il cinema, la fotografia e le arti visive, esordiscono nel mondo delle copertine rock, quando questo non era ancora considerato né un lavoro, né arte – saranno i Beatles con “Sgt Pepper”, come ha ricordato Powell, a tirare una linea di demarcazione tra le due epoche –. Nella primavera 1968 Po e Storm vengono chiamati dai loro vecchi amici Pink Floyd – sempre loro – per realizzare la grafica di copertina del secondo album, “A Saucerful Of Secrets”.

Su quel disco i due grafici si firmano per la prima volta con la sigla Hipgnosis. Anche su questo nome c'è lo zampino di un Floyd – ancora loro! È infatti opera della genialità di Syd Barrett, che lo suggerisce – chissà quanto involontariamente o meno – scrivendo quel termine sulla porta dell'abitazione dei due artisti. Storm e Po, che stanno muovendo i loro primi passi e non si sono ancora costituiti come società, dapprima reagiscono con fastidio contro chi gli ha deturpato la porta, verniciata di fresco, con quel nome assurdo. Poco dopo riconoscono la grafia di Barrett e decidono che quel nome ha una sua logica e lo adottano. Hipgnosis è infatti un termine genialmente inventato, nella classica tradizione barrettiana, che gioca sul suono della parola hypnosis, cioè ipnosi, creandone una totalmente inventata, hipgnosis, ottenuta fondendo insieme due termini inglesi, hip (significa nuovo, trendy) e gnosis (che indica una conoscenza in senso spirituale). La Hipgnosis, attiva tra il 1968 e il 1982, ha realizzato la grafica di centinaia di copertine di dischi per gli artisti più famosi del mondo. La creatività, l'inventiva e lo stile di questo sodalizio sono tali che risultano immediatamente riconoscibili prima ancora di leggere i crediti del disco. Le immagini realizzate per quelle copertine, spesso ardite e provocatorie, raccontano il disco stesso, anticipandone in qualche modo il contenuto. Caratteristica che li condurrà a collaborare con le band più importanti del pianeta.

Le copertine dei 33 giri nel museo

È noto come l'Hipgnosis abbia scombussolato il mondo della grafica delle copertine dei dischi, trasformandola in vera e propria arte. E il posto giusto per l'arte è il museo. Per questo il percorso proposto dalla mostra “Pink Floyd and Beyond” ospitata al museo MarTa di Taranto, risulta particolarmente interessante e coinvolgente. Il MarTa, una struttura che risale al 1887 ma sapientemente rimessa a nuovo negli anni Duemila, offre al pubblico una delle più grandi collezioni di manufatti della Magna Grecia. La novità è che i lavori storici della Hipgnosis non sono riuniti in un'unica sala, ma li ritrovi abilmente integrati tra le opere del passato, attraverso un lungo percorso all'interno dei corridoi del museo pugliese. Le 55 opere firmate Hipgnosis stampate su quadri di grande formato, propongono al visitatore del museo non solo le famose copertine realizzate per i Pink Floyd ma anche un breve sortita tra quelle create per gli altri artisti.

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Oggetti di grande interesse storico dell'arte pugliese del passato, dal Paleolitico all'età del Bronzo, dall'epoca greco-romana a quella ellenistica, che soggiornano nelle ampie sale del museo, saranno affiancate per un mese a preziose e fedeli riproduzioni di album dei Pink Floyd come il citato “A Saucerful Of Secrets” e i successivi “More”, “Ummagumma”, “Atom Heart Mother”, “Meddle”, “The Dark Side Of The Moon”, “Wish You Were Here”, “Animals”, fino ai recenti “The Endless River” e il cofanetto “The Later Years”. Perché Powell e Storm, anche se la Hipgnosis ha operato ufficialmente solo fino all'inizio degli anni Ottanta, non hanno mai interrotto il loro rapporto artistico con i vecchi compagni di merende (e non solo) dei Pink Floyd, continuando a sfornare nuove idee per le loro nuove edizioni.

Powell è stato inizialmente titubante quando dall'Italia è arrivata la proposta di ambientare la mostra in un museo. L'idea di affiancare le opere della Hipgnosis a quelle di diversi secoli fa hanno generato molti dubbi, fugati soltanto quando Po ha potuto visitare il MarTa. L'artista ha rintracciato una sostanziale connessione emotiva tra le opere custodite dal museo e le copertine dei dischi, fiutando la possibilità di portare avanti l'allestimento dell'esposizione con lo slancio necessario. Il tema in comune tra le bellezze del passato e le modernissime opere create dai due artisti inglesi alla fine del secondo Millennio, se la giocano spesso alla pari, fornendo addirittura parallelismi e sostanziali punti in comune. E quali analogie potranno mai avere in comune la testa di marmo dell'eroe greco Eracle e la copertina di “Ummagumma”? Quelle opere, realizzate in ambiti ed ere diverse, sono manufatti artistici, realizzati con la stessa motivazione: esprimere, comunicare e fissare storie, racconti, memorie, stati d'animo. Dipinti a mano sui vasi di terracotta o scolpiti con gli strumenti del primo secolo a. C., oppure utilizzando macchina fotografica, camera oscura e coltello da intaglio nel 1969 per “Ummagumma”, sono tutte testimonianze di un'espressione artistica. Così come è riconducibile all'arte la provocazione in pieno stile surrealista di Lullubelle III, la mucca di razza frisona fotografata nell'estate 1970 dal duo della Hipgnosis per la copertina di “Atom Heart Mother”, estrema opera concettuale a tutti gli effetti. La foto presenta il primo piano di un mammifero ben in carne, che sembra osservarti un po' infastidito: gli altri elementi sono l'erba che prosegue fino a lontano, un cielo azzurro, alcuni alberi lontani e basta. Null'altro. Niente nome della band, niente nome del disco. Zero. Portare quest'album al primo posto delle classifiche inglesi con una copertina del genere deve aver iniettato un'immensa dose di fiducia nelle capacità di Powell e Thorgerson.
È evidente la semplicità con la quale è stata messa in piedi l'esposizione “Pink Floyd and Beyond”, ma non significa che sia stato facile. Le opere della Hipgnosis sono inserite tra quelle del passato, integrandole senza troppo clamore, nel pieno rispetto della propria storia e delle rispettive identità, seguendo una disposizione che sembra casuale ma che invece ha seguito una sua logica. Tra le 55 opere, tutte di grande formato, si possono ammirare da vicino non solo copertine di dischi ma anche le relative bozze di lavorazione - molto interessanti quelle relative all'album “The Dark Side Of The Moon” - oppure le immagini utilizzate all'interno del packaging originale, come quelle relative a “Wish You Were Here”. La mostra ha riservato uno spazio importante al disco “Animals”: è il caso di alcuni scatti fotografici di miss Algie, il pallone gonfiabile rosa con le fattezze di un suino sistemato tra le due ciminiere della Battersea Power Station, la centrale elettrica londinese, oppure una serie di alcune grafiche interne provenienti dal libro degli accordi del disco. Immancabili le foto raccolte durante la celebre session fotografica della copertina, quando cioè il pallone gonfio di elio rompe gli ormeggi e vola libero nei cieli inglesi, atterrando all'interno di una fattoria del Kent. “Animals” riserva una sorpresa: è stata infatti esposta in anteprima la copertina della nuova edizione remix in formato audio 5.1 dell'album del 1977, molto attesa dai fan della band, che uscirà nel settembre 2022, come ha anticipato per la prima volta pubblicamente Aubrey Powell alla presenza dei giornalisti. Il nuovo, bellissimo scatto fotografico, propone la Battersea, fotografata da Powell nel 2018. Nuova immagine e nuovo audio: in questo modo l'edizione multicanale di “Animals” sarà totalmente aggiornata e – si spera – migliorata.

La mostra non offre solo i celebri lavori del passato: all'interno del MarTa troverete alcune recenti immagini create dalla Hipgnosis per i Pink Floyd, vedi il singolo dal vivo “Arnold Layne” del 2020, oppure il “Live at Knebworth 1990” del 2021. “Pink Floyd e non solo”, suggerisce il nome dell'esposizione. La mostra propone infatti anche una manciata di grafiche realizzate dalla Hipgnosis per altri artisti, dai Quatermass ai Rolling Stones, da Peter Gabriel ai Led Zeppelin. A corredo della mostra sono stati distribuiti nel percorso una serie di pannelli, in italiano e in inglese, che aggiungono informazioni storiche relative ai dischi.

L'incontro con Aubrey Powell

All'inaugurazione di “Hipgnosis Studio: Pink Floyd and Beyond”, avvenuta il 16 giugno alle 18, erano presenti oltre a Aubrey Powell, Cesare Veronico, direttore artistico del Medimex, il giornalista e conduttore Carlo Massarini e la direttrice del MarTa, Eva Degl'Innocenti che, poco prima dell'inaugurazione, ha sottolineato la decisione intrapresa da qualche anno di allestire mostre all'interno del percorso del museo: “Una scelta anche coraggiosa, che l'archeologia dialoghi con la quotidianità – dichiara la direttrice - L'allestimento della mostra è molto semplice e si integra all'interno del percorso museale del MarTa in punta di piedi, rispettando l'autorevolezza e l'importanza delle collezioni archeologiche di questo museo, senza creare una contrapposizione, risultando un racconto abbastanza naturale all'interno del museo”. La direttrice ha poi anticipato che l'account Spotify del museo ha riservato ai Pink Floyd una speciale playlist.

Aubrey Powell, Po per gli amici, 75 anni e non sentirli, si è mostrato molto disponibile e paziente, guidando i giornalisti per una preview della mostra che ha fatto seguito all'inaugurazione. Si è fermato davanti alle opere più rappresentative firmate insieme a Thorgerson, per raccontarne retroscena e aneddoti, con semplicità ma anche con lo sguardo pieno di orgoglio per la bellezza delle loro opere. Molto interessante l'incontro pubblico con Aubrey Powell, organizzato alle 19.30 nel Giardino dei Giusti all'interno del MarTa, moderato da Carlo Massarini, voce e volto di programmi radiofonici e televisivi 'storici' come “Per voi giovani” e “Mr Fantasy”. Per oltre un'ora Po ha risposto a una serie di domande, raccontando aneddoti noti e poco noti, per la gioia di una manciata di fortunati appassionati, in presenza ridotta a causa dei limiti imposti dalle restrizioni post-pandemia. La mostra prosegue al MarTa fino al 17 luglio.

 3D Pink Floyd: dalle porte dell'alba al muro

Il terzo evento floydiano della prima serata tarantina del Medimex si è consumato alle 21 presso l'imponente Castello Aragonese, risalente al 1492 e di proprietà della Marina Militare, sito nei pressi del celebre ponte girevole nel centro storico della città. La facciata del castello che si espone sul mare è stata utilizzata come fondale per la suggestiva proiezione di una installazione visiva tridimensionale, intitolata “3D Pink Floyd: dalle porte dell'alba al muro”, creata dall'artista salentino Hermes Mangialardo, curata da Valentina Iacovelli e prodotta dalla associazione Contempo. Le immagini sono state azionate da corso Due Mari e sono state molto apprezzate dal pubblico e dai semplici curiosi che si trovavano in zona. Il video mapping, che dura poco più di dodici minuti, approntato esclusivamente per il Medimex, attinge dall'iconografia pinkfloydiana unendola a una originale grafica multicolore, personalizzata con suggestivi effetti tridimensionali per le due torri esterne del castello. L'installazione unisce le proiezioni a spezzoni musicali dei Pink Floyd in un tripudio sensoriale che, unito al fascino del luogo, risultano di grande fascino e atmosfera. Ha un non so che di psichedelico ma anche di altamente allucinogeno vedere i volti di Barrett, Mason, Waters e Wright dalla copertina di “The Piper At The Gates Of Dawn” grandi quanto la facciata del castello, muoversi su sfondi colorati e con la musica dei Pink Floyd pompata al massimo, quando per tutta la giornata hai bevuto solo acqua per combattere i 35 gradi di calura e non hai assunto sostanze proibite...  L'effetto, altamente suggestivo, è stato molto apprezzato dal pubblico, confermando l'estrema adattabilità e la capacità della musica dei Pink Floyd in contesti così lontani dai soliti luoghi destinati ai concerti. A questo si aggiunge la presenza discreta del mare che costeggia parte del castello, che ha offerto un intrigante riflesso delle immagini sulle migliaia di increspature dell'acqua marina. La proiezione è proseguita in loop da giovedì 16 a sabato 18 giugno, tra le 21 e le 23.

Dalle Porte dell'Alba al Muro (1967-1979)

L'ultimo appuntamento dei Pink Floyd firmato Medimex è quello di sabato 18 giugno alle 21 quando, al Teatro Fusco di Taranto, Carlo Massarini ha condotto in solitaria “Dalle Porte dell'Alba al Muro (1967-1979)”, un lungo excursus nella storia dei Pink Floyd che ha fornito racconti, aneddoti e alcuni video, per la delizia dei presenti, che hanno seguito per quasi due ore con attenzione e passione i racconti del sempreverde Mr Fantasy. Quasi tutti i 456 posti disponibili nella sala sono stati occupati, cosa poco scontata in un caldo sabato sera e con la tentazione di raggiungere il golfo di Taranto che si trova a pochi passi dal teatro. Questo dimostra – se ce ne fosse stato bisogno – che l'amore del pubblico italiano per i Pink Floyd sembra non conoscere mai crisi, come dimostrano le quasi trecento tribute band pinkfloydiane che operano attivamente sul territorio nazionale, un record che nessun altra nazione al mondo può eguagliare.

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