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Nick Mason riporta in Italia i "primi" Pink Floyd

In concerto al Lucca Summer Fest il 25 giugno: il racconto di quei fantastici trent'anni con la band
Nick Mason riporta in Italia i "primi" Pink Floyd

Tornano in Italia i Saucerful Of Secrets di Nick Mason, che è un uomo fortunato e sa trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.

Lo vedremo al Lucca Summer Fest il 25 giugno, ma tutto è cominciato e nel 1963: studente di architettura al Politecnico di Londra, viene chiamato a suonare la batteria in una anonima band studentesca. Qualche rimaneggiamento nella formazione e nel dicembre 1964  prendono il nome Pink Floyd. Oltre a Mason ci sono Syd Barrett, Roger Waters e Richard Wright.

I Pink Floyd

Nato in Inghilterra il 27 gennaio 1945, cresciuto in una famiglia  benestante, Nicky, come lo chiamano gli amici, sarà presente in tutte le configurazioni dei Pink Floyd, sia in studio che dal vivo.
Occhi vispi, baffi lunghi a manubrio, la battuta sempre pronta, tra il 1967 e il 1969 adatta con abilità il suo tocco percussivo a tutti gli stili della band, da quello 'psichedelico' fino alle sperimentazioni di "Ummagumma". Con i Pink Floyd incide in quegli anni gli album "The Piper At The Gates of Dawn", "A Saucerful Of Secrets" (con David Gilmour che rimpiazza Syd Barrett), la colonna sonora del film "More" e l'importante doppio "Ummagumma". Nel 1970 i Floyd compongono la colonna sonora del film "Zabriskie Point" di Michelangelo Antonioni, conquistano l'Europa e si fanno conoscere negli Stati Uniti. Ad ottobre esce "Atom Heart Mother", il loro primo disco a primeggiare nelle classifiche inglesi. Nel 1971 arriva “Meddle", col quale raggiungono la maturità per merito del brano più famoso e significativo della loro carriera, la lunga suite "Echoes". Il podio d'onore tra le band più importanti del rock lo conquistano tra il 1973 e il 1979 grazie ai 33 giri "The Dark Side Of The Moon", "Wish You Were Here", "Animals" e "The Wall", leggi decine di milioni di copie vendute in tutto il mondo.

"The Final Cut" (1983) è il primo lavoro realizzato senza l'apporto del tastierista Richard Wright, allontanato dai Floyd nel 1981. Waters, che considera terminata la sua esperienza nel gruppo, rompe con i Floyd nel 1985: dopo una feroce battaglia legale tra le parti, Gilmour e Mason possono pubblicare a nome Pink Floyd l'album "A Momentary Lapse of Reason" (1987), con il redivivo Rick Wright che torna ma solo come session man di lusso. Il lungo tour mondiale tra il 1987 e il 1989, raduna un pubblico record di oltre cinque milioni di spettatori. La magia si replica nel marzo 1994, quando i Pink Floyd, che hanno reintegrato ufficialmente Wright in formazione, pubblicano "The Division Bell", primo nelle classifiche di tutto il mondo, a cui fa seguito un tour tra America ed Europa che in sei mesi frantuma ogni record ai botteghini. Dal tour viene tratto "Pulse" (1995), doppio cd dal vivo e video ufficiale di uno dei loro ultimi concerti a Londra.

Da quel momento Gilmour, 48enne chitarrista, voce e leader dei Pink Floyd, fresco sposo della giovane scrittrice Polly Samson, decide di dedicarsi alla famiglia, congelando di fatto i Pink Floyd nel momento di maggior successo. 

Pensionato di lusso?

Finita trionfalmente a soli 49 anni l'esperienza con i Floyd, Nick Mason è uno musicisti più ricchi del Regno Unito. Conduce una intensa vita mondana, tra serate di gala, eventi benefici, gare automobilistiche – ama pilotare vetture da corsa ed è uno dei più noti collezionisti di auto del pianeta - e qualche sparuto concerto o collaborazione con altri artisti.

Il contributo di Mason nella storia dei Pink Floyd è fondamentale. Una volta ha definito con malcelata ironia il suo ruolo nella band come quello del grande politico e mediatore Henry Kissinger, e c'è da credergli. Dopo la rottura del 1986, attende il 2002 per far pace con il suo amico di sempre, Roger Waters. I due, che si incontrano per caso in vacanza, riprendono i fili di un'amicizia perduta, tanto che nel giugno 2002 Mason partecipa come ospite ai due show londinesi del bassista. È il preludio all'abbraccio finale avvenuto il 2 luglio 2005 sul palco del Live8, quando Gilmour, Mason, Waters e Wright, ricongiunti grazie alla tenacia di Bob Geldof, decidono di seppellire l'ascia di guerra e tornano a suonare insieme dopo 24 anni davanti a un pubblico di oltre due miliardi di spettatori. Mason è sempre lì, insostituibile collante tra le parti, capace di tenere insieme gli spigolosi caratteri di Gilmour e Waters. A parte l'innata ironia che lo rende un insostituibile compagnone soprattutto durante i lunghi tour, se è riuscito a resistere all'interno dei Pink Floyd gli vanno riconosciuti dei meriti più che speciali. 

La morte di Wright nel 2008 (due anni dopo la dipartita di Syd Barrett, il compianto “diamante pazzo”) chiude definitivamente ogni possibilità di un ritorno dei Pink Floyd. Gilmour e Mason omaggiano il loro tastierista con l'album “The Endless River”, pubblicato a sorpresa nel 2014 a nome Pink Floyd, inciso con musiche inedite provenienti dalle session di “The Division Bell”. Nell'ultimo decennio Mason ha ricoperto attivamente il ruolo di archivista floydiano: ha recuperato e organizzato il materiale inedito destinato ad alcune ristampe e, soprattutto, ha curato la mostra itinerante "Pink Floyd - Their Mortal Remains", ospitata anche a Roma nel 2018.

La nascita dei “Saucerful of Secrets” di Nick Mason

Adorato da tutto il pubblico floydiano, Mason non ha mai pensato di affrontare un tour da solista. Nick è una persona pragmatica e da bravo pilota sa quando deve spingere sull'acceleratore o quando c'è da rallentare. E l'occasione di tornare in una band gli cade dal cielo, come accadde nel 1963. Capita che nel 2016 Lee Harris, chitarrista inglese con alle spalle una lunga esperienza con i Blockheads di Ian Dury, coinvolge in un progetto un po' folle il suo amico Guy Pratt, bassista degli ultimi tour dei Pink Floyd e di David Gilmour. Harris intende mettere su una band per suonare vecchie canzoni dei Pink Floyd.

Dove sta la follia? Ha pensato di chiamare alla batteria nientemeno che Nick Mason! Harris vuol differenziarsi dalle innumerevoli tribute band floydiane e propone di attingere il repertorio dal primo materiale dei Pink Floyd, per intenderci quello del periodo 1967-1972. E quando Guy, Lee e Nick si incontrano nel 2017, con grande sorpresa Mason accetta con entusiasmo la proposta di rimettersi in gioco. Per completare l'assetto della band sono coinvolti altri due musicisti, Gary Kemp, voce e chitarra degli Spandau Ballet e Dom Beken, polistrumentista e produttore musicale. Il nome di Gary viene suggerito da Guy Pratt; Dom, che sta lavorando con Mason a un progetto d'archivio sui Pink Floyd, viene proposto dal batterista.

Nascono così i "Saucerful of Secrets", nome preso in prestito dal secondo album dei Pink Floyd, disco che Mason ha sempre inserito nella lista dei suoi album floydiani preferiti. È il maggio 2018 quando Nick Mason e i SOS fissano quattro concerti di prova in due piccoli pub londinesi, al cospetto di una manciata di fortunati fan che si dimostrano entusiasti delle esibizioni. Prima di allora avevano presentato il loro spettacolo in una sala prove, invitando parenti e amici e intascando la loro approvazione. La band funziona: il merito dei 'giovani' musicisti è quello di rivitalizzare con entusiasmo quei pezzi dimenticati - definirli minori sarebbe una offesa - del primo periodo. Dietro la batteria c'è Nick, pantaloni scuri e camicia bianca d'ordinanza, che suona e sorride, divertendosi come non mai. E il pubblico risponde positivamente: la macchina organizzativa si mette immediatamente in moto, così il 2 settembre 2018 parte da Stoccolma il primo tour solista dell'esordiente 73enne Nick Mason! In un mese i SOS suonano ventuno date in Europa, compresa quella all'Arcimboldi di Milano, raccogliendo alcuni sold out e tanto calore da parte dei fan.
Tra marzo e aprile del 2019 i SOS si spostano dall'altra parte dell'Oceano per un lungo tour tra USA e Canada. Al ritorno in Inghilterra, il 3 e 4 maggio, li attendono due concerti alla Roundhouse di Londra – famosa location di numerose scorribande pinkfloydiane nei primi anni di attività – dove vengono ripresi da una troupe cinematografica. A luglio tornano in pista con una manciata di date in Europa, cinque delle quali in Italia e quando nel 2020 tutti si aspettano il ritorno della band, ecco che il Covid entra a scolvolgere le vite e i programmi del mondo intero. I fan del batterista si accontentano di rivivere le emozioni dei concerti con “Live At The Roundhouse”, doppio cd e relativo dvd/blu-ray con materiale inciso alla Roundhouse, che esce a settembre 2020, in attesa che i motori si scaldino nuovamente.

Le indimenticabili canzoni “dimenticate”

Scorrere la scaletta di questo live è come rituffarsi nei ricordi di un passato musicale che sembra bell'e sepolto. Tante le canzoni già eseguite dal vivo dai Pink Floyd, come quelle mai eseguite in concerto prima di allora. Ci sono alcuni classici barrettiani come Interstellar Overdrive, Astronomy Dominé, Lucifer Sam, Bike, i due singoli Arnold Layne e See Emily Play e perfino la storica outtake Vegetable Man. Dal 1968 vengono recuperate Remember A Day, uno dei primi pezzi di Wright, la galoppante Let There Be More Light e l'evergreen Set The Controls For The Heart Of The Sun. Due le canzoni del 1969 dalla colonna sonora del film “More”: l'hard rock di The Nile Song e la tenera Green Is The Colour. Dall'album della mucca arrivano il classico watersiano If e una versione ridotta dell'emozionante suite Atom Heart Mother. L'album “Meddle” offre una versione tirata di One Of These Days e il gioiellino acustico Fearless. La scaletta si ferma immediatamente prima di “Dark Side”, pescando alcune perle dalla colonna sonora omonima dello strumentale Obscured By Clouds e il suo seguito naturale, When You're In, oltre all'insolita Childhood's End. Il finale di quegli spettacoli offre una versione ridotta e rimaneggiata dell'emozionante suite A Saucerful Of Secrets e la mitica Point Me At The Sky, entrambe del 1968, degna chiusura di uno spettacolo che emoziona e raccoglie plausi in ogni città.

I Saucerful Of Secrets, oggi?

La band ci ha preso gusto, ha spostato l'asticella di qualche tacca e dallo scorso 13 aprile Nick Mason e i suoi “Saucerful” si sono rimessi in pista presentando l'“Echoes Tour”. A parte una pausa ad agosto, sono tantissime le date attese per il 2022 tra Europa e America del Nord, un lungo e ambizioso tour che si concluderà il primo novembre. La scaletta è stata rimaneggiata e contiene la lunga Echoes, una suite che richiama romanticamente i fotogrammi del film “Pink Floyd Live at Pompeii” del regista Adrian Maben. Le emozioni impresse su pellicola nell'anfiteatro campano di quel pomeriggio ottobrino del 1971, quando i due adoni Gilmour e Wright gettano via la loro t-shirt per suonare a petto nudo quella che è probabilmente la migliore versione dal vivo di Echoes, sono entrate di diritto nell'iconografia della musica contemporanea. Questa volta non ci saranno David e Rick ma le emozionanti vibrazioni di quella suite sono comunque assicurate. Anche dal punto di vista visivo il concerto è stato rimaneggiato con nuovi video e numerosi effetti luce, nella tradizione psichedelica pinkfloydiana. 
Lo spettacolo di Mason mette così in pari la storia concertistica dei Pink Floyd, grazie a un repertorio “dimenticato” ma che merita di essere recuperato in quanto quelle canzoni nascondono i semi dei loro classici più conosciuti. 

Nick Mason e i SOS sono in cartellone a Lucca sabato 25 giugno per il Summer Festival.

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