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Shaggy di nuovo con Sting (sotto il segno di Frank Sinatra)

I due artisti tornano a collaborare in studio per l’album-tributo ‘Com Fly Wid Mi’
Shaggy di nuovo con Sting (sotto il segno di Frank Sinatra)

Si rinnova la collaborazione tra Shaggy e Sting, inaugurata nel 2018 con l’album “44/876”: la star nata a Kingston e il già leader dei Police hanno unito le forze per un album tributo - pubblicato proprio in questi giorni - a Frank Sinatra. Il disco, battezzato “Com Fly Wid Mi” - dizione giamaicana della celeberrima “Come Fly with Me”, brano firmato da Jimmy Van Heusen e Sammy Cahn diventato uno dei grandi classici del repertorio di Ol’ Blue Eyes - ha visto Shaggy cimentarsi al microfono nella rilettura in levare delle hit del leggendario crooner italo-americano e Gordon Sumner intervenire in qualità di produttore. Il video del primo estratto - “That's Life”, canzone scritta da Dean Kay e Kelly Gordon incisa da Sinatra nel ‘66 e inserita come title track dell’album pubblicato nello stesso anno - è stato diretto da Jay Will, regista in passato al lavoro con la star della dancehall Sean Paul.

“E’ colpa sua”, ha scherzato Shaggy con un cronista del Daily Mail riferendosi a Sting - che, a sua volta, ha ammesso: “Sì, è colpa mia”. “La cosa buffa”, ha aggiunto Sting, “E’ che Frank Sinatra, che era un tenore baritono, ha la stessa estensione di Shaggy. Cantano allo stesso modo. All’inizio di quest’anno siamo entrati in studio e abbiamo trasformato questa pazza idea in realtà. E’ un disco sorprendente, e credo che la cosa più importante, quando si parla di musica, è la sorpresa. Con questo album siamo tornati a sorprendervi, ancora una volta”.

“Se c’è una cosa che posso dire di Sting, è che è un perfezionista”, ha spiegato Shaggy: “Non avevo dubbi sul risultato finale, ma durante la lavorazione non avevo molte certezze, perché sarebbe stato rischioso dedicarsi a questo repertorio solo seguendo l’istinto con lo spirito ‘vediamo cosa succede’”. “Il fatto è che qui Shaggy non cerca di sembrare Frank. Sembra Shaggy, e basta”, ha precisato l’ex Police: “E’ questa la magia dell’album: lui è rimasto nel suo ecosistema reggae. Le canzoni sono state difficili da cantare: sono brani tecnici, e la cosa mi ha costretto a essere piuttosto brutale, in studio”.

“Il punto è arrivare a pubblici diversi”, ha concluso Shaggy: “La cosa bella di questo disco è che parla a un pubblico differente, fan del reggae che molto difficilmente sarebbero arrivate ad ascoltare le canzoni di Sinatra. Li raggiunge e li coinvolge. E’ una cosa bellissima, che mi rende molto orgoglioso di questo disco”.

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