Pavement, ieri sera a L.A. la prova generale del reunion tour

A fare i conti di quanto tempo è passato dall’ultimo concerto ci hanno pensato direttamente loro, sui social: 4199 giorni. Undici anni e mezzo, giorno più, giorno meno. Ieri sera, al Fonda Theatre di Los Angeles, i Pavement sono tornati sul palco per la prova generale del loro secondo reunion tour, che prenderà il via il prossimo 2 giugno dal Primavera Sounds di Barcellona. La formazione di Stephen Malkums, per scaldare i motori, ha proposto alla platea una torrenziale scaletta da trenta brani, per un totale di due ore di musica.
SETLIST
Our Singer
Frontwards
Embassy Row
Black Out
Trigger Cut
Kennel District
Spit on a Stranger
Gold Soundz
Transport Is Arranged
Serpentine Pad
Motion Suggests
Two States
The Hexx
Shoot the Singer (1 Sick Verse)
Grounded
Harness Your Hopes
Silence Kid
Cut Your Hair
Type Slowly
Perfume-V
Fame Throwa
Range Life
Folk Jam
BIS #1
Shady Lane
Unfair
Grave Architecture
Major Leagues
Summer Babe
BIS #2
Here
Witchitai-To - Cover di Jim Pepper
Nella setlist non sono mancati i grandi classici - tra gli altri, “Gold Soundz”, “Cut Your Hair” e “Range Life” da “Crooked Rain, Crooked Rain” del 1994, “Summer Babe” e “Here” dall’album di debutto “Slanted and Enchanted” del 1992, “Shady Lane” da “Brighten the Corners” del ‘97 e “Grounded” da “Wowee Zowee” del ‘95 - senza però dimenticare gemme ripescate dal repertorio come “Fame Throwa”, ripescata da “Slanted and Enchanted” e assente dalle scalette dal ‘93, o “Serpentine Pad” e “Motion Suggests” (da “Wowee Zowee”), “Transport Is Arranged”, “Type Slowly”, “Harness Your Hopes” ed “Embassy Row” (da “Brighten the Corners”), “Black Out” e “Grave Architecture” (da “Wowee Zowee”), tutte assenti dalle scalette dalla seconda metà degli anni Novanta.
La seconda reunion
Quella in partenza la prossima settimana dal capoluogo della Catalogna è la seconda rimpatriata della band considerata da molti come una delle realtà più influenti sul panorama musicale degli anni Novanta. I fan ricordano ancora l’addio alle scene portato sul palco della Brixton Academy nel ‘99 - testimoniato in parte dal DVD “Slow Century” uscito nel 2002, con le manette polemicamente appese al microfono del frontman che di lì a poco si sarebbe reinventato come frontman dei Jicks. Il gelo tra gli elementi del gruppo durò appena qualche anno: nel 2009 a band annunciò un’estemporanea esibizione a New York. “Ma non sarà l’anticipazione di un tour”, specificarono loro, per poi contraddirsi qualche mese dopo - forse anche alla luce di un sold out praticamente immediato registrato per l’evento nella Grande Mela. Nella prima metà dell’anno successivo partì dagli antipodi una lunga tournée mondiale - che passò anche dall’Italia - coronata dalla pubblicazione, nel 2010, del best of “Quarantine the Past”. Ma non durò: dopo una complicata esibizione alla festa della loro etichetta, la Matador, a Las Vegas, il gruppo si limitò a onorare gli ultimi impegni dal vivo in calendario, in sudamerica, per ritirarsi nuovamente dalle scene.
Il ritorno rimandato (due volte) dalla pandemia
La seconda reunion dei Pavement, in realtà, venne confermata già nel 2019, quando furono annunciate due date a Barcellona e Porto per l’estate del 2020. Ovviamente gli appuntamenti sfumarono a causa della pandemia da SarS-Cov-2, rimanendo congelati per due anni. Con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria - e alla luce della recente ripubblicazione celebrativa di “Terror Twilight” (uscita all’inizio di quest’anno, con inediti e rarità) e della ristampa dell’EP “Spit on a Stranger” - la band ha ampliato i propri programmi sui palchi imbastendo un tour che dopo la doppia anteprima nella penisola iberica riprenderà a settembre con quasi trenta date tra Stati Uniti e Canada, per poi fare ritorno sulla sponda orientale dell’Atlantico a metà ottobre, con più di quindici date tra Regno Unito ed Europa continentale, alle quali seguiranno tre date in Giappone, a inizio 2023.
Un nuovo ingresso in formazione
Per il prossimo tour alla line-up storica del gruppo - Stephen Malkmus a voce e chitarra, Scott “Spiral Stairs” Kannberg alla chitarra, Mark Ibold al basso, Bob Nastanovich a percussioni, cori e tastiere e Steve West alla batteria - si aggiungerà un elemento esterno, Rebecca Cole, polistrumentista già in forze come tastierista nei Wild Flag e come batterista nei Minders. A darne notizia è stata la stessa artista a metà di questo mese: