“La fine dei Lùnapop fu causata dai manager, non dalle fidanzate”

“Regole impossibili da rispettare, per ragazzi tra i diciassette e i diciotto anni: genitori fuori dalle scatole, possibilmente anche le fidanzate”: così Cesare Cremonini raccontò la fine dei Lùnapop, 3 anni fa in un’intervista a Walter Veltroni per il Corriere della Sera. Fu un evento grosso e traumatico, 20 anni fa: “Squérez?”, l’album di debutto della band, arrivò a superare il milione di copie.
Mentre Cesare Cremonini si appresta a tornare sul palco (data zero a Lignano il 9 giugno), Gabriele Gallassi, ex racconta la sua versione di cosa successe alla band 20 anni fa. Spiega Gallassi al Corriere di Bologna
Di quegli anni ho un bellissimo ricordo, su come è finita di certo posso dire che non furono valutazioni artistiche a determinare la divisione del gruppo. E sfatiamo anche la leggenda delle fidanzate... quella storia mi ha sempre fatto ridere
Gallassi oggi lavora nel campo del diritto digitale con Linkiller, applicazione che permette di semplificare la rimozione di link dai motori di ricerca. Questo il ricordo del periodo e di cosa successe:
Io e Cesare Cremonini ci conoscevamo dalle elementari e ritrovarsi a vincere il Festivalbar fu sicuramente un’esperienza indimenticabile. Successivamente ci sono state delle vicissitudini, ormai è passato tanto tempo ma mi fanno ridere delle leggende che si sentono dire in giro ancora oggi
(…) Quella sulle fidanzate che avevano creato divisioni, portandoci a litigare e sciogliere i Lùnapop. La cosa fu molto più semplice anche se antipatica, sintetizzabile con “criticità manageriali”. Una gestione poco trasparente secondo alcuni di noi ma che portò in secondo piano l’amicizia che durava dalle elementari tra me e Cesare. Nulla di legato all’aspetto artistico e, tengo a dirlo, nutro molto rispetto per quello che fa Cesare, un grande artista, che rimane una persona importante della mia vita
Questo invece il passaggio completo dell'intervista di Cremonini a Veltroni, sulla vicenda:
I Lunapop si sciolsero perché le regole che tenevano in piedi un progetto musicale composto da ragazzi così giovani erano regole strane, utili ma molto difficili. La prima era: i genitori fuori dalle scatole. La seconda: possibilmente anche le fidanzate. Regole impossibili da rispettare, per ragazzi tra i diciassette e i diciotto anni, tutti di famiglie borghesi. Figli della Bologna che coltivava il valore della famiglia, quindi del condividere la vita dei figli. I Lunapop diedero vita ad un progetto che ebbe un successo straordinario. Ancora oggi l’ultimo grande successo della musica italiana, dal punto di vista discografico. Nel momento in cui si ruppero questi equilibri, queste regole divennero impraticabili, non era più pensabile poter continuare"
Ecco cosa racconta invece Gallassi di “Squérez”, che rimase l’unico album del gruppo e sulle attività dopo la fine della band
Di fatto potremmo considerarlo già il Greatest hits con il quale abbiamo salutato il pubblico Erano in realtà canzoni nate quando io, Cesare e Alessandro avevamo fondato i Senza Filtro, diventati poi i Lùnapop. Sono quindi tutte canzoni composte quando avevamo tra i 15 e 18 anni. (…) Io, Alessandro De Simone e Andrea Capoti, che aveva collaborato con i Lùnapop creammo i Liberpool pubblicando un album autoprodotto. Di fatto siamo stati un po’ precursori dell’indie che va molto di moda oggi. Comunque ogni dieci anni ci siamo ripromessi di fare qualcosa e quindi credo che qualcosa faremo. Ci siamo tenuti distanti dalle major e i loro meccanismi, siamo capitati in un momento di cambiamento della musica, proprio nella fase centrale in cui qualcosa si stava modificando