Metallica, per Jason Newsted ‘Enter Sandman’ era ‘un po’ banale’

“Metallica”, il quinto eponimo album dei giganti californiani dell’heavy metal pubblicato (insieme a molti altri grandi dischi) nel 1991 ha sempre suscitato, in buona parte del pubblico, sentimenti contrastanti: da un lato resta il disco che ha consegnato la band guidata da James Hetfield (nella foto) all’immortalità, segnalandolo al grande pubblico e restando - ancora oggi - il titolo più fortunato in termini di vendite del gruppo di “Kill’em All”. Dall’altro, soprattutto per i fan della prima ora, segna la virata verso sonorità più commerciali per un gruppo che, fino al termine degli anni Ottanta, non aveva rinunciato alla propria identità per compiacere le platee generaliste. Prima ancora del pubblico, tuttavia, il “black album” aveva spiazzato per primi i Metallica stessi.
A raccontarlo è stato Jason Newsted, bassista che sostituì Cliff Burton dopo la sua tragica scomparsa e che fu a sua volta rimpiazzato da Robert Trujillo nel 2003.
Intervistato dall’edizione britannica di Metal Hammer, Newsted ha ammesso di non aver mai avuto dubbi, durante le session di lavorazione di “Metallica”, su “Sad But True”, che per piglio e incedere è a suo giudizio il pezzo forte del disco, ma di aver avuto più di una perplessità su brani che oggi, nelle setlist del gruppo, sono imprescindibili.
“Ho lottato per ‘Nothing Else Matters’”, ha spiegato Newsted: “So che faceva venire la pelle d’oca, è innegabile, ma un po’ mi faceva paura, perché io cercavo ancora la distorsione. ‘Enter Sandman’ mi sembrava un po’ banale, onestamente. La cosa divertente è che l’avremo registrata una settantina di volte. E non ci sembrava mai di venirne a capo. Tutte le volte ci chiedevamo: ‘Quando ancora possiamo ingentilirla?’”.
“La nostra canzone più delicata ha abbattuto i muri che hanno permesso a tutto il nostro repertorio di penetrare sui mercati mondiali”, ha ammesso Newsted: “C’è stata una settimana dove era al numero uno in trentacinque paesi al mondo, sette dei quali non avevamo mai nemmeno visitato per un tour. Sono cose che non succedono a gruppi che passano il tempo a urlare ‘muori, muori’ nel microfono”.
Attualmente attivo con la Chophouse Band essenzialmente per eventi benefici o comunque no-profit, Newsted aveva tentato la carriera solista nella prima metà degli anni Dieci con la sua band, i Newsted, che - per sua stessa ammissione - gli è “costata un mucchio di soldi” e che per questa ragione è stato abortita nel 2014 dopo appena due anni di attività.