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Non sono gli strumenti, è il tocco di Mark Knopfler

"A Mark devi solo dire vai e lui va", dice il produttore Muff Winwood. E "Sultans of swing"...
Non sono gli strumenti, è il tocco di Mark Knopfler

Il produttore Muff Winwood nel corso di una intervista con Music Radar ha ricordato come venne in contatto con i Dire Straits nella seconda metà degli anni Settanta, e ha parlato anche di come "Sultans of swing", il più classico tra i brani del gruppo britannico divenne un successo. "Qualcuno mi informò che c'era questa grande band, così andai a vederla ad Aylesbury. Li amai subito e volevo firmarli, ma era troppo tardi: avevano già stretto un accordo con la Phonogram per la loro etichetta Vertigo.”

Quel che Winwood non poteva immaginare era che lui fosse in cima alla lista dei produttori preferiti dal gruppo per lavorare al loro primo omonimo album che venne pubblicato il 9 giugno 1978. Così fu. Lui e la band entrarono in studio a Londra nel febbraio del 1978. Racconta così Winwood: “Il mio primo pensiero fu che non dovevo cambiare molto. Suonavano “Sultans” dal vivo da circa un anno, quindi la conoscevano bene. Come tutte le buone band, avevano commesso tutti gli errori, quindi conoscevano i lati positivi e rigettavano quelli negativi. John e Pick (Illsley e Withers, rispettivamente bassista e batterista dei Dire Straits, ndr), erano un'ottima sezione ritmica, quindi mi concentrai sul fatto che basso e grancassa stessero bene insieme. A Mark dovevi solo dire vai e lui andava.”

"Ogni chitarrista ha il suo suono", spiega ancora Winwood. "Inizi con quello, lo chiami alla cabina di controllo e gli dici, 'Possiamo provare questo per migliorarlo', quindi ruoti una manopola e chiedi se va meglio. Abbiamo chiesto alla società di noleggio di chitarre di portare un mucchio di diversi amplificatori, ho detto, 'Collegali e vedi come suonano'”. Ma la verità è che la differenza la fa il tocco umano: “Alla fine della giornata, ciò che ti fa entrare un brano musicale nel cuore è il tocco del musicista. È l'uomo. Se non ci fosse stato alcun effetto, Mark l'avrebbe fatto sembrare fantastico. Non c'entra la strumentazione, ha tutto a che fare con il modo in cui il cervello invia segnali alle sue dita. Questo è ciò che lo rende così speciale.”

Quando la casa discografica scelse “Sultans of swing” come primo singolo dell'album, Muff era a dir poco incredulo. “Dissi loro, ‘State scherzando! Non potete pubblicare un disco di una band che suona in un pub e pensare che venda!'". Ma non vollero sentire ragioni e lo fecero. In Gran Bretagna Radio 1 la ritenne troppo prolissa e si rifiutò di inserirla nella sua rotazione radiofonica. Fu un duro colpo, a quei tempi le radio erano un canale insostituibile per le fortune di una canzone. Ma poi accadde l'imprevedibile: si rivelò un successo dapprima in Olanda, poi nel resto d'Europa fino alla Nuova Zelanda.

Continua ancora il racconto Muff Winwood: “Occasionalmente incontravo persone della Phonogram che dicevano: 'Non lo diresti mai che “Sultans Of Swing” viene suonato in tutta l'Olanda, in tutta la Germania'. La cosa più strana è che piaceva agli americani, non ci potevo credere! Era una canzone così poco americana". “Sultans Of Swing” arrivò fino alla posizione numero 4 della chart statunitense all'inizio del 1979. Finalmente anche la Gran Bretagna si accorse dei Dire Straits, ed ebbe successo anche in patria.

“Sultans of swing” è il marchio di fabbrica dei Dire Straits e ha posto Mark Knopfler tra i più grandi chitarristi al mondo spianando la strada verso il successo alla formazione inglese. "All'inizio c'era poco interesse per loro", sorride Winwood, "Poi, all'improvviso, esplosero".

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