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Quella volta che Franco Battiato partecipò all'Eurovision

Sono passati quattro anni dalla morte del grande maestro: lo ricordiamo con un aneddoto.
Quella volta che Franco Battiato partecipò all'Eurovision

È uno degli episodi più noti tra i meno noti, della carriera di Franco Battiato, che ci lasciò quattro anni fa. Nel 1984 il cantautore siciliano, nel pieno del suo successo dopo album come “La voce del padrone”, “L’arca di Noè” e “Orizzonti perduti” e hit scritte per colleghe come Giuni Russo (nell’‘82 aveva scalato le classifiche con la sua “Un’estate al mare”) e Milva (portava la firma di Battiato “Alexander Platz”), accetta di partecipare all’Eurovision Song Contest, rappresentando sul palco della kermesse internazionale l’Italia in duetto con un’altra delle sue muse, Alice (che aveva vinto il Festival di Sanremo, tre anni prima, con “Per Elisa”).

Al Théâtre Municipal di Lussemburgo, che quell’anno ospita la gara canora continentale, vinta l’anno precedente dall’ambasciatrice del granducato Corinne Hermès con “Si la vie est cadeau”, Battiato e Alice si presentano con “I treni di Tozeur”, un brano firmato dallo stesso cantautore siciliano insieme a Saro Cosentino (per il testo) e al suo braccio destro Giusto Pio (per la musica). La canzone è un pezzo in puro stile Battiato, che nei riferimenti mischia alto e basso: il titolo del pezzo fa riferimento a Tozeur, antico centro commerciale del Chott el Jerid, in Tunisia, ai margini del deserto del Sahara, circondato da un lago salato le cui esalazioni possono dare allucinazioni ai viandanti, e sul finale del brano il coro canta in tedesco un frammento del testo de “Il flauto magico” di Mozart (“Doch wir wollen ihn dir zeigen, und du wirst”). È un successo, anche se non permette al duo di conquistare la vittoria: si classificano quinti su diciannove partecipanti (e il singolo ottiene un discreto successo nelle vendite in tutta Europa), il miglior risultato italiano all’Eurovision in dieci anni (Riccardo Fogli, l’anno precedente, con “Per Lucia” si era classificato appena undicesimo, e meglio della coppia erano riusciti a fare solo Wess e Dori Ghezzi nel 1975, con “Era”, terzi classificati).

La storia della partecipazione di Franco Battiato all’Eurovision Song Contest, rimasta nel dimenticatoio per decenni, è riemersa quando SkyArte nel 2020 ha mandato in onda uno speciale sul cantautore siciliano, che in un passaggio ha ricordato proprio quell’esperienza. Prima dello speciale, già nel 2016, in occasione del tour congiunto insieme ad Alice, con la quale tornò a condividere i palchi per quella che si sarebbe rivelata una delle sue ultime tournée (nel 2017, pochi mesi dopo quella serie di concerti, il management di Battiato annullò tutte le sue esibizioni dal vivo), la voce di “Bandiera bianca” aveva ricordato quella parentesi della sua carriera:

“Nell’‘84 la EMI, la nostra casa discografica, spinse perché andassimo all’Eurofestival. Né lei né io avevamo voglia: ‘Ma quale Eurofestival? Non ci interessa per niente’. Insistettero e noi alla fine la prendemmo come una vacanza per divertirci un po’. Quindi prima di andare ci fu una grande riunione. Fecero le loro previsioni: ‘Andiamo tranquilli. La Spagna ci darà i 12 punti e così faranno anche Francia, Germania, Austria’. La sera del voto fu un’esperienza divertentissima. Partirono con al Francia: 1 punto. La Germania: 2 punti. Dopo sei o sette nazioni eravamo all’ultimo posto con ‘I treni di Tozeur’. Poi arrivò la rivincita, con le ultime sei nazioni. Dall’Islanda, dove non ci avevano mai sentito, ci diedero 12 punti. E così dalla Norvegia”.

Franco Battiato e Alice ottennero in totale 70 punti, tanti quanti il belga Jacques Zegers con “Avanti la vie”. Nonostante la canzone fosse tra le migliori in gara quell’anno – ancora oggi sotto ai video su YouTube ci sono molti commenti di appassionati dell’Eurovision che parlano de “I treni di Tozeur” come di uno dei pezzi più belli di tutta la storia della kermesse – Battiato, lo hanno raccontato i cronisti presenti a Lussemburgo, non fece nulla per rendersi simpatico al pubblico e alla stampa e solo su suggerimento del commentatore Rai, Antonio De Robertis, accettò di andare sul palco togliendosi gli occhiali da sole che era solito indossare in quel periodo (“per avere più carisma e sintomatico mistero”?). A vincere quell’edizione furono gli svedesi Herreys con “Diggi-Loo Diggi-Ley” (145 punti), seconda arrivò l’irlandese Linda Martin con “Terminal 3” (137 punti) e terza la spagnola Bravo con “Lady, lady” (106 punti). Piccola curiosità: proprio nel 1984 venne pubblicata una versione in finlandese della canzone e ad incidere la voce femminile fu la cantante finlandese Seija Simola. Nel 2015, invece, il duo Sasha & Davy ne avrebbe proposto una cover in olandese intitolata “Eeuwig bij elkaar”.

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