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Così Paul McCartney conquistò Kiev (e il cuore degli ucraini)

Correva l'anno 2008 e nella capitale ucraina l'ex Beatle si esibì davanti a 350mila persone
Così Paul McCartney conquistò Kiev (e il cuore degli ucraini)

Il conflitto in Ucraina sta segnando inevitabilmente anche il mondo della musica e i suoi protagonisti. Il 28 febbraio scorso Sir Paul McCartney ha pubblicato un messaggio di supporto al paese ucraino sul suo sito, in cui si legge:

“Ricordo quando ho suonato per i nostri amici in Ucraina sulla Piazza dell’Indipendenza nel 2008 e sto pensando a loro in questi momenti difficili. Inviamo il nostro amore e il nostro sostegno”

Il concerto cui Paul fa riferimento ebbe luogo il 14 giugno 2008 a Kiev e fu un evento di portata incredibile in tutto il paese. McCartney e la sua band suonarono davanti a una folla impazzita di 350mila persone, sotto una pioggia battente. Il concerto fu mandato in onda dalla televisione ucraina e fu trasmesso anche su megaschermi in altre sei piazze di città dell’Ucraina: si stima che vi assistettero in totale oltre dieci milioni di persone.

Durante il set, McCartney suonò per la prima volta dal vivo “Mrs. Vandebilt”, una canzone dell’album “Band on the run” (1973) per esaudire la richiesta del sito beatles.ru che inviò addirittura una petizione all’ex-Beatle.

La missiva rivolta a Macca recitava: “Caro Sir Paul McCartney, vorremmo chiederti di farci un grande favore e di modificare la tua setlist per il concerto che terrai nella Piazza dell’Indipendenza a Kiev. Per quanto possa apparire strano, la storia ha decretato che ‘Mrs. Vandebilt’ è una delle vostre canzoni più conosciute e preferite tra i sovietici. La ‘cortina di ferro’ ci ha impedito per decenni di ascoltare il rock’n’roll. Ma da sempre tutti conoscono e amano ‘Mrs. Vandebilt”. Ha scosso tutto il paese alla metà degli anni Settanta, e le parole del ritornello, ‘Ho Hey Ho’, hanno animato le feste e le manifestazioni comuniste, e sono state cantate da persone di ogni età. E ancora oggi è qualcosa che unisce i fan dei Beatles russi e ucraini.

C’è anche un’altra ragione per cui questa canzone è amata: il refrain ‘Ho Hey Ho’ ha la stessa pronuncia dell’interiezione ucraina «Гоп» [hop], il che fa assumere al brano un carattere patriottico”. McCartney acconsentì e la performance fu il momento più esaltante ed emozionate della serata, con il pubblico che al termine della canzone ringraziò Paul in coro.

Un intervento pacifista, quello di McCartney, che ha radici profonde. Molti ricorderanno che proprio McCartney fu tra i primi artisti ad aprirsi all’ex-Unione Sovietica dopo l’avvento di Mikhail Gorbaciov, nei confronti della cui politica di riforme ebbe parole di ammirazione.

Con una mossa a sorpresa, il 31 ottobre 1988 Paul pubblicò l’album – contenente per lo più classici del rock’n’roll – “Choba B CCCP” (tradotto dal russo “Back in the U.S.S.R.”, come il titolo della canzone dei Beatles, che peraltro contiene un riferimento all’Ucraina) esclusivamente per il mercato sovietico: in breve, copie del disco cominciarono ad essere importate nei paesi occidentali a prezzi esorbitanti.

Per Paul si trattò di una pubblicazione dai risvolti importanti e anche personali. Questa la nota scritta da McCartney all’epoca: “Quando ero molto giovane ho chiesto a mio papà se la gente volesse la pace. Lui mi ha detto: ‘ Sì, dappertutto la gente vuole la pace – Di solito sono i politici a creare problemi.’ Mi è sempre sembrato che il modo in cui la musica dei Beatles sia stata ammirata in Unione Sovietica fosse la prova di quel che sosteneva mio papà, cioè che le persone hanno parecchio in comune le une con le altre in tutto il mondo. Con la pubblicazione di questo disco in esclusiva per l’Unione Sovietica, tendo la mia mano per la pace e per la fratellanza alle persone della Russia”.

Nel 2013 inoltre, McCartney scrisse una lettera al presidente russo Vladimir Putin chiedendogli di intercedere per liberare i 28 attivisti di Greenpeace e i 2 giornalisti incarcerati a Murmansk (e poi a San Pietroburgo) dopo aver cercato di salire a bordo di una piattaforma petrolifera che operava per la società Gazprom nel Mare della Pečora, nell’Artico. Paul non ricevette risposta, e pubblicò allora la lettera sul proprio sito.

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