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Cosa aspettarsi dal disco di Eddie Vedder?

Per ora abbiamo ascoltato tre canzoni molto diverse: sarà più simile ai lavori acustici, alla musica dei Pearl Jam o a nessuna delle due? in attesa di "Earthling", quello che sappiamo
Cosa aspettarsi dal disco di Eddie Vedder?

"Earthling" non è il primo album solista di Eddie Vedder, ma è probabilmente il lavoro più atteso del frontman dei Pearl Jam. Per certi versi è il primo "vero" lavoro in solitudine: arriva dopo due colonne sonore ("Into the wild" e la recente "Flag day", quest'ultima condivisa con Cat Power e Glen Hansard ed entrambi per Sean Penn) e un album "a tema" come "Ukulele songs". In mezzo tanti tour solisti, in cui ha messo assieme diverse anime e molte cover.
Che sia la volta buona di un album-album? Pare proprio di sì.

Le certezze di "Earthling"

L'album arriva l'11 febbraio, sappiamo la tracklist e abbiamo ascoltato tre canzoni: "Brother the cloud" è la più recente, la più "alla Pearl Jam" del mazzo: una partenza lenta, una progressione elettrica che ricorda "Not for you", una linea melodica da brividi e anche un intermezzo che ricorda le sperimentazioni di "Dance of the clayrvoiants". "The haves" è una delicata canzone acustica che non avrebbe sfigurato in "Flag day", mentre "Long Way" è un omaggio al classic rock californiano e a Tom Petty, uno dei miti di Eddie Vedder. 

La prima certezza è proprio la diversità di approccio dei suoni, da una canzone all'altra, pur rimanendo nel solco del rock: un suono più classico, anche più pulito (troppo?) rispetto ai Pearl Jam. La seconda certezza è che c'è una band diversa, con fior di musicisti: il produttore Andrew Watt, il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith e l'ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers Josh Klinghoffer.

L'ultima certezza, infine, sono gli ospiti: Elton John, Stevie Wonder, Ringo Starr. Elton John restituisce il favore del (trascurabile) duetto "E-Ticket" nelle "Lockdown sessions". Le collaborazioni sono spesso non solo dettate dalle amicizie ma sono un messaggio, un posizionamento: anche qua rimaniamo in ambito "classic rock" che più classic non si può. "Ho pensato al disco come a setlist - alla fine, è allora che inizi a portare fuori ospiti speciali. Avevamo Stevie ed Elton, Ringo era un'aggiunta incredibile. Poi c'è la voce di mio padre sul mio disco, con questa gente. il che non è male"
 

"I'm still alive": il padre di Eddie Vedder

Qualunque fan dei Pearl Jam conosce la storia di "Alive", scritta quando Vedder scoprì che quello che credeva essere suo padre era il suo patrigno, mentre il genitore biologico era mancato quando lui era un ragazzino.
Grazie ad un amico, un ex giocatore dei Chicago Cubs, Vedder ha recuperato un CD con il padre che canta delle canzoni e ha usato la sua voce nel disco. Come ha raccontato a Mojo, nella prima intervista sul disco:

Non ho davvero conosciuto il mio vero padre. L'ho incontrato forse tre o quattro volte da bambino, ma era, sai, un amico di famiglia. Sarebbe stato bello essere stato in una stanza con lui a un certo punto prima che morisse quando avevo 13 anni. Sarebbe stato bello dirgli che sapevo che era il mio papà, ma non è successo.
Ma la cosa pazzesca è uno degli ex giocatori dei Cubs che frequento ogni tanto, il suo nome è Carmen Fanzone, era stato il migliore amico di mio padre. Due anni dopo, mi ha portato alcune foto di loro in piccoli studi nel seminterrato, visto che era anche un musicista. Poi un paio d'anni dopo, mi portò cinque canzoni di mio padre che cantava, su un CD. Ho portato quel CD in giro per due, tre mesi nella mia valigia, ma non ero pronto a sentirla. Alla fine, ho avuto il coraggio, e dopo un paio di bottiglie di vino le ho messe su, una notte in Argentina. Ed era bello. È stato incredibile, come se avesse lasciato un messaggio per me. Abbiamo costruito un piccolo collage attorno alla sua voce.

 

Le domande di "Earthling"

Perché Eddie Vedder ha fatto un disco solista proprio adesso?
I Pearl Jam devono ancora portare in tour "Gigaton" (solo qualche concerto sparso la scorsa estate), ma prima ancora Vedder andrà in tour con la sua nuova band (gli Earthlings, appunto). Non è una novità: ogni membro della band ha sempre avuto una seconda vita, e tutti hanno lavorato a più riprese su progetti solisti. Ma la decisione di Vedder di farlo proprio e di farlo ora con questo livello di impegno è comunque curiosa, per certi versi spiazzante.
Vedder sostiene sia stata casuale, sempre su Mojo:

Tutto per caso caso. Mi è piaciuto il fatto che dalla pandemia sia venuto fuori qualcosa di positivo. È iniziato con un concerto pro-vaccinazione, organizzato da Global Citizen, a maggio, e poi ho finito per conoscere Andrew Watt. Sapevo che era fan del nostro gruppo, ma non conoscevo il suo lavoro. 
Parlando al telefono  lo scorso inverno è scattato qualcosa. Stava lavorando al disco di Morrissey, le sue cose migliori che sentivo da anni. Sono diventato curioso di vedere il suo studio. Stava lavorando molto con Chad Smith e Josh Klinghoffer, ottenendo ottimi risultati con il sound. E così, abbiamo iniziato scrivere. Una canzone si è trasformata in due, poi in tre e quattro entro due giorni. Eravamo fermi in semi lockdown, è esplosa la nostra creatività. Era solo una nuova avventura, ed è stata stimolante..

La vera domanda è come sarà il suono complessivo dell'album: le prime tre canzoni fanno intuire un suono molto vario, possiamo aspettarci ulteriori soprese.
Ragionevolmente possiamo aspettarci che qualcuno si lamenterà perché "suona troppo Pearl Jam" o, all'opposto, perché sarà troppo diverso. Basta già leggere qualche commento in giro dei fan della band, poco convinto da queste canzoni. 
Prendiamola dal punto di vista positivo: qua la vera notizia è che Eddie Vedder ha fatto un album rock anche da solista, e questo non può che far contenti gli appassionati del genere.

Il futuro: un disco nuovo con i Pearl Jam

I fan dei PJ, spiazzati dalla decisione solista del cantante, hanno però motivi per essere contenti: la band non ha intenzione di rallentare. Nell'intervista a Mojo, Vedder spiega che la band vuole andare in studio proprio con Andrew Watt, a breve:

Faremo un disco con Andrew, credo. Ne abbiamo ne ho già parlato. Sai, è arrivata la pandemia proprio mentre stavamo partendo per un tour di "Gigaton". E avevamo in programma molti spettacoli. Nel 2022 manterremo le promesse di suonare quei concerti, per molti dei quali avevamo venduto anche i biglietti.
Poi, nel frattempo, penso che registreremo: ora abbiamo una forte e sana ambizione. Penso che ci muoveremo velocemente per un anno o due, poi immagino rallenteremo un po'. Suoniamo meglio che mai, ma sappiamo anche che vogliamo mantenere il gruppo in salute e continuare a tornare.

Non rimane che attendere: come diceva Tom Petty, "The waiting is the hardest part".

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