Glenn Hughes: "Non volevo entrare nei Black Sabbath"
Il 70enne Glenn Hughes di recente ha partecipato a un episodio del podcast 'In The Trenches with Ryan Roxie' ha ricordato il periodo in cui, alla metà degli anni Ottanta, ha militato nei Black Sabbath.
Spiegando come nacque la sua collaborazione con la leggendaria formazione di Birmingham Hughes ha raccontato: "Nel 1985 Tony (Iommi, il chitarrista dei Black Sabbath, ndr) stava per fare un album solista. Io, il mio caro amico Ronnie James Dio e Rob Halford dovevamo cantare un paio di canzoni a testa. Io fui il primo ad andare ai Cherokee Studios di Hollywood a fare un paio di canzoni con Tony. La prima sera ho scritto e cantato un paio di canzoni. Lui mi chiese di tornare il giorno dopo e ho continuato ad andarci, alla fine sono stato l'unico cantante in quell'album solista. Nell'ultima canzone, Don Arden, il padre di Sharon (Osbourne, ndr), che all'epoca era il manager di Tony, suggerì, con la Warner Brothers, che si sarbbe dovuto chiamare "Black Sabbath featuring Tony Iommi". Quindi non fu più un album di Tony Iommi; divenne un album dei Black Sabbath chiamato "Seventh Star". Era un momento in cui stavo cambiando stile di vita. Quindi era, per me, un periodo difficile. (...) Entrare nei Black Sabbath non era un qualcosa che volevo. Stavo cercando di aiutare Tony a fare il suo album solista. Mi è piaciuto lavorare con Tony. Ho fatto tre album con Tony. Quindi, che si possa continuare a lungo."
Nel 2017 Glenn Hughes aveva parlato del suo periodo nei Black Sabbath in un'intervista con Cat Unwrapped del programma radio australiano 'Collision' su Voice FM. "Fu un poco diverso, numero uno perché alcune di quelle canzoni non erano scritte per me, per essere cantate nel modo in cui canto io. Per me fu un cambiamento molto drastico stare in un band che aveva un numero così grande di fan, un'immagine davvero cult, un po' metal, un po' dark. Per essere chiari, perché Ozzy, Geezer, Tony e Bill Ward, erano tutta la mia famiglia. Siamo cresciuti insieme, conosco questi ragazzi personalmente, il loro catalogo è molto oscuro e sinistro, ma loro non lo sono. Per me indossare quel mantello e quel pugnale, quella cosa misteriosa, è stato un un po' strano.”
Ha poi continuato: "Mi è davvero piaciuto fare “Seventh Star” e ho fatto un altro album chiamato “DEP Sessions” con Tony, poi abbiamo fatto “Fused”, quindi ho fatto tre dischi con Tony. Ma è stato un po' diverso per me cantare nei Black Sabbath. Non era proprio quello che sono. Mi sono sempre piaciute le sfide, mi piacciono sempre le sfide, ma penso che la voce di Ozzy e quella di Ronnie Dio, siano perfette per quella band, anche se mi è piaciuto lavorare con quei ragazzi".
Hughes in una vecchia intervista del 1995 confermò di avere avuto una scazzottata con il direttore di produzione dei Black Sabbath John Downing quattro giorni prima che partisse il tour a supporto di "Seventh Star". Le contusioni riportate in quell'alterco influirono sulle sue capacità di esibirsi dal vivo e venne quindi reclutato Ray Gillen per portare a termine il tour.