Canzoni da leggere: Gianni Togni, "Vivi"

Vivi
Testo e musica di Gianni Togni e Guido Morra
Incisa da Gianni Togni nell’album "Bollettino dei naviganti", 1982
Anche nell’82, noi ragazzi sognavamo di sfondare nel mondo dello spettacolo. Non c’erano i talent, allora: in compenso c’erano cantanti nobilmente pop, come Gianni Togni, che nelle canzoni ci spronavano a inseguire i sogni. Ma senza rinunciare, anzi, a vivere davvero.
“Vivi tutte le passioni, con gli Oscar Mondadori di qualche anno fa… Guardi i film estivi all’ultimo spettacolo, poi gli altri vanno via e parte la fantasia, dalla stazione del tuo cuore… Giri i camerini, cerchi il tuo Fellini, prima o poi ti troverà: all’università o dentro un locale… …Ma vivi! …Anche se c’è crisi restiamo qui a discutere, facciamoci compagnia: c’è ancora un domani e noi, con tanti problemi e
tanta buona volontà, viaggiamo vicini come clandestini per questi tempi assassini… Ma vivi! Vivi, amico dei cantanti, come ai vecchi tempi siamo ancora in mezzo ai guai, ne abbiamo di strada da pensarci ma vivi! C’è sempre un palcoscenico che s’illuminerà: e da dietro le quinte chissà, vedremo arrivare il nostro futuro… Ma vivi, è la vita! …Vivi, ‘questa’ vita! …Vivi!”
A rileggerlo, è vero, il brano fa quasi tenerezza: eppure per non buttarsi via, quando si era adolescenti, servivano eccome canzoni così. E anche ora, abbiamo il sospetto che bisognerebbe che qualcuno le sapesse scrivere.
Gianni Togni
Romano classe ’56, Togni si fa notare a fine ’70 come supporter nei live dei Pooh e poi – aiutato dalla stessa band – come star in proprio, divenendo famoso con un pop solare e non banale, che grazie a testi firmati da Guido Morra, compagno di scuola di Togni destinato a brillante carriera di paroliere, canta orizzonti in technicolor e dietro le quinte in bianco e nero di chi, giovane negli anni “di piombo”, si dirige all’effimero di quelli “di plastica”. Togni è un vero hitmaker, a cavallo degli ’80: fra "Luna", "Giulia", "Semplice", "Per noi innamorati" e altri brani ai vertici delle classifiche.
Ma trattasi di compositore preparato, voglioso di sperimentarsi: quindi dopo aver tentato di mediare il “commerciale” con una crescita cantautorale in album pure eccellenti tipo "Bersaglio mobile" o
"Singoli", l’artista si rassegna con fiera dignità a restar fuori dal giro del fumo delle hit. Per dedicarsi a scrivere ottimi musical ("Hollywood" per Ranieri, "G.G." su Greta Garbo commissionatogli dallo Stabile di Stoccolma, "Poveri ma belli" al Sistina) licenziando comunque, qua e là, dischi d’autore intimisti e ricchi di valori, oltre che di canzoni valide. In questo suo percorso particolarissimo, Togni ha pure investito per tenere in circolazione la propria discografia, riscoperto un suo disco “perduto” del ’77 e composto per cinema, TV, teatro.
Questa scheda è tratta, per gentile concessione dell'autore e delle Edizioni della Goccia, dal libro "Canzoni da leggere" di Andrea Pedrinelli, che tratta ben 155 canzoni e i rispettivi interpreti.
