Richard Ashcroft: "Smettiamo di criticare Ed Sheeran"

L'ex frontman dei Verve Richard Ashcroft, che ha di recente pubblicato la raccolta "Acoustic Hymns Vol. 1”, in una intervista rilasciata al quotidiano britannico The Sun ha parlato, tra le altre cose, di sé, di Liam Gallagher e di Ed Sheeran.
A proposito della rinnovata popolarità che stanno avendo con la loro carriera solista lui e l'ex cantante degli Oasis Liam Gallagher, che una manciata di giorni orsono hanno pubblicato insieme la cover di "C'mon people (We're making it now)", brano tratto dall'album "Alone with everybody" (leggi qui la recensione), esordio solista di Ashcroft del 2000, ha sottolineato: "Io e Liam abbiamo nuova energia, le vele sono gonfie, la nave sta volando e sono entusiasta di fare nuovi spettacoli e continuare a navigare.”
Parlando invece di Ed Sheeran e delle critiche che riceve in patria, Ashcroft rileva: “Il problema con la musica è che non celebriamo le persone quando vanno bene. Guarda Ed Sheeran, sono entusiasta di quanto sia grande qui e in America. Siamo troppo cinici con le persone che hanno successo. Smettiamola di martellarlo. È inglese e so quanto sia difficile essere grandi in America".
Cambiando tema, il 50enne musicista inglese ha criticato la mancanza nella musica di vere voci a causa dell'uso troppo diffuso dell'autotune. “Il problema con i cantanti oggi è l'autotune. Non si sentono più voci reali, specialmente nella musica americana. Non c'è quasi nessuna canzone pubblicata con qualcuno che canta fisicamente al microfono senza che non ci siano un sacco di aggiunte. Nessuno sa come suoni in realtà se non definisci la tua voce autentica fin dall'inizio."
Dopo l'uscita del nuovo progetto acustico e della buona riuscita dei concerti, Richard Ashcroft ha ora il desiderio di tornare in studio di registrazione e incidere della nuova musica. Lo ha palesato con queste parole: “Avevo iniziato questo progetto che era più basato sui campionamenti, l'esatto contrario di quello che facevo prima. Ma l'aver realizzato questo album e aver respirato l'atmosfera dei miei ultimi concerti, mi ha spinto a voler entrare in una stanza e scrivere dieci brani mostruosi. I concerti mi hanno mandato fuori di testa. Mi hanno fatto pensare, 'Rich, lo fai davvero molto bene. Perché non provi a fare quello che già fai ma anche meglio?' Voglio anche allontanarmi dai generi musicali. Non mi piace essere inserito in un genere. Non voglio essere conosciuto solo come qualcuno che crea musica acustica, perché mi piace anche la roba elettronica. Spero che qualunque cosa farò più avanti sia eclettica, ma sarò pur sempre io".