Cosa è successo alla manifestazione di Bauli in piazza a Roma (e chi c'era)

Alle 17 in punto uno striscione rosso con su scritto "Governo, ora ci vedi?" viene fatto sfilare sopra le teste dei 1000 lavoratori - tra cantanti, cantautori, musicisti, attori, uffici stampa, fonici, tecnici e maestranze varie - disposti in fila in Piazza del Popolo, ciascuno dietro il proprio baule, mentre un drone riprende tutto dall'alto. Si riconosce la chioma riccia e rossa di Fiorella Mannoia, in piedi dietro al baule vicino a quello di Alessandra Amoroso. E poi Diodato e Manuel Agnelli, ma anche Emma, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Roy Paci, Saturnino, l'ex chitarrista dei Bluvertigo Livio Magnini, Drigo dei Negrita. E ancora: Brunori Sas, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Margherita Vicario, Piotta. A sorpresa arriva anche Renato Zero. Ci sono più esponenti del mondo della musica che del cinema e del teatro, che pure non mancano. Ad un certo punto, dagli schermi, parte un conteggio insolito che termina a 419, i giorni trascorsi dalle prime chiusure di teatri, club e cinema a causa delle restrizioni legate all'emergenza epidemiologica da Covid-19. I bauli sono tutti neri (come nere sono anche le t-shirt che indossano i partecipanti e le maschere che ad un certo punto indossano, come a dire: "Siamo tutti uguali: lavoratori dello spettacolo"). Tranne uno, che è rosso: simboleggia i morti a causa del coronavirus e al tempo stesso le maestranze che non potendo lavorare si sono tolte la vita.


È, in sintesi, quello che è successo oggi a Roma durante la manifestazione Bauli in Piazza. Dopo la protesta dello scorso ottobre in Piazza Duomo a Milano, che aveva visto 500 bauli, l'oggetto-simbolo dell'inattività del settore dello spettacolo, occupare lo spazio antistante la cattedrale, gli organizzatori hanno deciso di ripetere l'esperienza. Raddoppiando il numero dei bauli: da 500 a 1000.
Ad ospitare il flash mob, che ha coinvolto in totale 1500 operatori (200 hanno lavorato all'organizzazione: tutti volontari), è stata stavolta la centralissima Piazza del Popolo, nella Capitale. L'obiettivo è stato quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della ripartenza degli eventi e sulla necessità di riforme che sanino le problematiche strutturali alla base delle fragilità del settore.
È stato proprio Renato Zero a fare il "maestro di cerimonia", dando il via con un breve discorso al raduno. Il Re dei Sorcini ha sottolineato il ruolo della musica - e dell'arte più in generale - in questi mesi difficili, parlando anche alle nuove generazioni:
"Sono qui con voi per dimostrare che non abbiamo paura di salire su quel palco. La musica ha sempre guarito i cuori di tutti. Abbiamo fatto un lavoro come quello dei medici, perché la musica fa bene. E d'altronde anche la cultura è un modo intelligente ed efficace per crescere queste generazioni e farle diventare più consapevoli. Questi governi guardino di più al nostro destino, all'impegno che ci assumiamo nei confronti del popolo, degli altri, della gente: le persone hanno bisogno anche delle canzoni per andare avanti.


All'evento hanno aderito anche associazioni di lavoratori nate in questi mesi di crisi come "La musica che gira" e "U.N.I.T.A.". "Farò di tutto per evitare una ripartenza mini di cinema, teatri e luoghi di cultura", ha detto questa settimana il ministro della Cultura Dario Franceschini. Ieri, invece, il Consiglio Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza in una conferenza stampa hanno annunciato la road map per il riavvio delle attività dopo lo stop imposto dalla pandemia, comprese quelle relative agli spettacoli dal vivo.