Phoebe Bridgers e David Crosby: di chitarre (non) sfasciate, insulti e pubblicità

Non è che sia successo niente di che, per la verità. Il 6 febbraio la cantautrice americana Phoebe Bridgers - che ha in tasca quattro candidature ai prossimi Grammy Awards - è stata ospite al Saturday Night Live, il salotto televisivo statunitense dal quale passano regolarmente vagonate di gruppi e cantanti. Alla fine dell’esecuzione della sua “I Know The End” l’artista ha fatto quello che è valso a Paul Simonon la copertina di “London Calling”. O, almeno, ci ha provato:
Perché alla fine Simonon il basso l’aveva sfasciato davvero, mentre la Bridgers - nonostante l’impegno - ha solo sbatacchiato lo strumento su una spia visibilmente finta, dalla quale sono uscite, tra un colpo e l’altro, scintille altrettanto finte.
La finezza del resto della band vestita con tute nere raffiguranti degli scheletri - il celebre skeleton suit di John Entwistle degli Who, compagno di band di Pete Townshend, lo sfascia-chitarre più famoso della storia del rock, che la stessa Bridgers indossa nell'immagine di copertina del suo ultimo album, "Punisher", vedi foto sopra - è stata colta da pochissimi. Sicuramente non da David Crosby, coetaneo di Townshend, che su Twitter ha mostrato di non gradire la performance.
“Patetico”, ha osservato l’ex socio di Neil Young in una serie di Tweet: “Le chitarre sono fatte per essere suonate e per fare musica, non per essere sbattute su una spia finta per una sceneggiata infantile. Non me ne frega un beneamato cazzo se altri in passato l’hanno fatto: resta una cosa stupida. Le chitarre non sono giocattoli o accessori di scena. Noi che le abbiamo suonate per una vita cerchiamo di trattarle con rispetto. Nemmeno loro (gli Who) mi piacevano: sono stupide sceneggiate”.
Alla Bridgers la predica del collega anziano non è piaciuta e ha risposto per le rime:
Lo "stronzetto" affibbiato dalla cantante all’ex CSN&Y ha calamitato l’attenzione di media e frequentatori dei social gettando un cono d’ombra su un retroscena piuttosto buffo, svelato dall’occhio attento e competente di Jason Isbell, che essendo stato l’addetto alle sei corde nei Drive-By Truckers di chitarre se ne intende.
“Ha sfasciato una chitarra che costerà sì e no 85 dollari. Coraggio, ragazzi”, ha osservato - gettando acqua sul fuoco - il chitarrista, che - inconsapevolmente - ha richiamato l’intervento della diretta interessata:
“Ho detto alla Danelectro [la marca della chitarra oggetto del sacrificio scenico-rituale] che l’avrei fatto”, ha risposto la Bridgers: “Loro mi hanno augurato buona fortuna, dicendomi che sono difficili da rompere”.
E in effetti così è stato: nonostante i numerosi colpi menati dalla cantante, lo strumento è rimasto intero. Il battage mediatico è andato tutto a favore della casa fondata nel ‘47 dal Nathan Daniel nel New Jersey oggi di proprietà della MCA e con quartier generale in California.
“Spero abbiate passato un weekend fantastico”, ha twittato in prima battuta il sagace social media manager dell’azienda giocando sull’intraducibile doppio significato - in inglese - di “smashing”, per poi tornare sulla solidità a prova di spia dello strumento:
“Riaccorda, dai una lucidata, continua: indistruttibile”. Gli epigoni di Townshend si ritengano avvisati...