Dopo Achille Lauro, Renato Zero ha qualcosa da dire ai nuovi fenomeni della discografia

"La musica è un mestiere. Prima di arrivare di fronte a un microfono bisogna essere pronti, guardarsi allo specchio e domandarsi: 'È questo il giorno?'. Quando arriva qualcuno e ti dice, 'vuoi fare un disco?', rifletti, prima di accettare. Bisogna dubitare di questi inviti, che sono spesso subdoli e servono solo a ingrassare i palinsesti e dare la possibilità di fare ascolti in tv": lo dice Renato Zero, dall'alto dei suoi 70 anni (compiuti appena lo scorso 30 settembre), cinquantatré dei quali trascorsi sui palchi e in studio di registrazione, parlando - senza fare nomi - dei nuovi fenomeni della discografia. Quelli che negli ultimi anni, sfruttando le potenzialità della rete e dei nuovi mezzi più in generale, dapprima autoproducendosi e poi siglando contratti con le multinazionali, si sono resi protagonisti del ricambio generazionale che ha investito il panorama musicale italiano, portando all'ascesa delle nuove star del rap, della trap e dell'indie: "Questi ragazzi, più che cercare il successo e l'affermazione, cercano di combattere la solitudine digitale. Farcela, per loro, è un modo per dire: 'Io esisto, sono presente'", prosegue Zero.
"Bruciarsi è un rischio"
Conservatore? Retrogrado? Il Re dei Sorcini, che nella sua ultima uscita si era lasciato andare ad una serie di dichiarazioni su Achille Lauro che suonavano - e sono state interpretate da molti - come un attacco frontale al giovane collega ("Con le piume e le pailettes io non giocavo certo a fare il clown della situazione", "amo tutti quelli che vogliono fare questo lavoro, a condizione che sappiano che la gente non va presa per il culo"), non ci sta. E rilancia: "Io mi permetto di difendere l'integrità di questa generazione. Bruciarsi è un rischio che di questi tempi rappresenta un pericolo veramente grande. Dialogare con un computer da soli tra quattro mura non è la maniera migliore per raggiungere certi risultati, che arrivano invece solo quando la musica si fa insieme".
Il disco e gli ospiti
A un mese dall'uscita di "Zerosettanta vol. 3", Zero torna oggi nei negozi con il secondo tassello della trilogia di dischi di inediti con la quale ha deciso di festeggiare i suoi 70 anni (il terzo ed ultimo capitolo uscirà alla fine di novembre). L'album, anticipato dal singolo "L'amore sublime", è ancora una volta frutto della collaborazione con gli ex Dire Straits Phil Palmer e Alan Clark. Nei brani suonano anche il percussionista portoghese Luís Jardim (nel corso della sua carriera ha accompagnato Seal, Nina Hagen, Robbie Williams, Grace Jones, Eric Clapton e David Gilmour) e il trombettista Fabrizio Bosso (ambasciatore all'estero del jazz italiano). Oltre al singolo "L'amore sublime" completano la tracklist "Il grande incantesimo", "La logica del tempo", "Non è amore", "Prima che sia tardi", "L'idea di te", "In manette l'astinenza", "Bella scommessa", "Vergognatevi voi", "La mia carezza - per Virginia e Ada" (dedicata alle nipoti, figlie del figlio adottivo Roberto Fiacchini), "Troppi cantanti pochi contanti" (nel testo Zero non le manda a dire ai nuovi fenomeni che si avvicinano alla discografia: "Attenti cantanti, solo grandi talenti oppure contanti mai più"), "Come non amarti", "Grandi momenti" e "Se sono qui". Tra gli autori dei brani anche Dario Baldan Bembo, che per Zero tra gli Anni '80 e '90 scrisse successi come "Amico", "Più su" e "Spiagge" e che qui firma "Bella scommessa" e "Se sono qui": "Il suo è sempre stato un modo geniale di comporre: avrebbe potuto fare fortuna anche all'estero. Qualche tempo fa mi ha mandato una manciata di canzoni, ma era molto scoraggiato: 'Se ti va, ascoltale'. Senza dirgli nulla, ho scritto i testi e le ho incise. Sarà una sorpresa anche per lui", racconta la voce di "Mi vendo".
Il ritorno sui palchi
Ai dodici brani di "Zerosettanta vol. 3" e ai quattordici di "Zerosettanta vol. 2" si aggiungeranno a fine novembre le quattordici tracce di "Vol. 1", quello che completerà l'imponente progetto discografico, che sembra sfidare le regole attuali della discografia, che prediligono i singoli e le playlist sulle piattaforme di streaming a scapito dei tradizionali ellepì, ormai considerati obsoleti: "La prevedibilità non mi è mai piaciuta, io ho sempre cercato di rischiare", sottolinea il cantautore romano. Che spera di poter festeggiare i suoi 70 anni non solo nei negozi di dischi, ma anche sui palchi, prima o poi: "È una cifra importante che va celebrata insieme al pubblico, sempre fedele. Sto pensando a un evento importante: chiamerò alcuni amici e gli chiederò di reinterpretare i miei vecchi successi, mentre io canterò le canzoni nuove. Il juke-box ha una forma precisa e io ancora non le somiglio". I nomi degli invitati ci sono già: da Gigi D'Alessio a Massimo Ranieri, passando per Mario Biondi, Bocelli e Tosca. E Loredana Berté? "Ormai abbiamo preso due strade diverse. Non ci siamo fatti nemmeno gli auguri per i 70 anni: quelli che ci siamo fatti nel corso degli anni coprono anche gli anni a venire. È giusto che lei viva la sua vita e io la mia. Ciò che avevamo da dirci ce lo siamo detti in 35 anni di amicizia".