I sostenitori di Trump hanno suonato 'Born in the USA' fuori dall'ospedale
Quando nel novembre del 2016, alla vigilia delle elezioni che lo avrebbero incoronato nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, l'allora candidato repubblicano Donald Trump fece riprodurre dagli amplificatori della pista d'atterraggio dell'aeroporto di Pittsburgh, in Pennsylvania - tra le tappe conclusive della sua campagna - "Born in the USA", i suoi sostenitori presero a fischiare la hit di Bruce Springsteen, per via dei commenti duri che il rocker - fervente sostenitore della candidata democratica Hillary Clinton - aveva riservato al tycoon. Ora quella stessa canzone l'hanno suonata fuori dall'ospedale dove il presidente degli States è stato ricoverato dopo essere risultato positivo al test per il coronavirus, il Walter Reed Medical Center, a Washington, D.C., per tirare su di morale Trump e augurargli una pronta guarigione.
Nella mattina di ieri, domenica 4 ottobre, alcuni supporter del presidente americano, armati di bandiere, striscioni e casse, hanno intonato il classico del Boss di fronte alle telecamere dei tg e dei notiziari, sul marciapiede appena fuori l'ospedale.
9am on a Sunday morning and “Born in the USA” and Lee Greenwood’s “Proud to be an American” blaring outside the hospital where the president is being treated for covid. pic.twitter.com/Elmzx2o6FB
— Kelly O'Donnell (@KellyO) October 4, 2020
Pazienza se Springsteen in questi quattro anni non ha cambiato affatto idea su Trump e se - come ricordano in molti - "Born in the USA" è tutto tranne che una canzone patriottica sull'orgoglio americano (è in realtà un pezzo molto critico nei confronti degli States e parla di un reduce della guerra del Vietnam che non riesce a trovare lavoro e a reinserirsi nella società una volta tornato a casa).
"Viviamo in un'epoca spaventosa. La guida della nazione è stata gettata nelle mani di qualcuno che non ha idea di che cosa significhi governare una grande nazionale. E sfortunatamente, è qualcuno che non ha la minima idea di cosa voglia dire realmente essere un americano", disse Bruce Springsteen nell'ottobre dello scorso anno ai microfoni dell'emittente americana Cbs, parlando proprio di Trump.
Nella corsa per la Casa Bianca il rocker ha inevitabilmente deciso di appoggiare il candidato democratico Joe Biden, "prestandogli" anche una sua canzone, una delle più celebri e significative: si tratta di "The rising", che Springsteen scrisse dopo la tragedia dell'11 settembre del 2001 (diede il titolo all'omonimo concept album nel quale il Boss descrisse il trauma vissuto dal popolo americano di fronte all'evento, sottolineando la necessità di rialzarsi come nazione), utilizzata da Biden come sigla di un video della sua campagna elettorale.