"Pleased to meet you": incontri con le star. Shakira
La prima volta che vidi Shakira a New York fu indimenticabile, ma non per ragioni musicali. Era il 12 novembre 2001, due mesi dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Nessuno dei giornalisti italiani se l’era sentita di prendere un aereo per la presentazione in grande stile del primo disco della cantante colombiana in lingua inglese. Ero solo, sul volo della Continental. Mi sorpresi non poco quando il comandante annunciò di aver iniziato la discesa verso
l’aeroporto di Boston. Distratto come sono da sempre, mi convinsi di aver sbagliato volo. Fu l’agitazione degli altri passeggeri a farmi capire che si temeva un nuovo attentato. Il Boeing 587 dell’American Airlines diretto a Santo Domingo era esploso subito dopo il decollo da JFK.
Dopo cinque ore di volo sopra gli aeroporti di Filadelfia e Boston, tutti congestionati, ci fecero atterrare a Newark, nel New Jersey. New York era in stato d’assedio, con più poliziotti che semafori.
Vidi lo showcase, in un locale della 52esima. Ci arrivai a piedi. Per strada, il deserto. Siccome l’album s’intitolava "Laundry Service", avevano steso fili del bucato da una parte all’altra dell’ingresso con appesi capi di biancheria intima che si diceva appartenessero a Shakira: slip, calze, reggicalze, guêpière, reggiseni. Alla fine del breve concerto, tutti si precipitarono a staccare un pezzo per portarlo a casa come ricordo.
Io, timido piemontese, non ebbi il coraggio.
Qualche mese dopo, rividi Shakira a Milano e ricordammo quell’episodio. Lei mi chiese: “Tu hai preso qualcosa?”. Risposi di no. Si sfilò il reggiseno da sotto la maglia come Jennifer Beals in "Flashdance" e disse: “Be’, prendilo adesso”.
Conme c’era il mio giovane regista. Mi guardò e disse: “Io da grande voglio fare il tuo lavoro”.
(Leggi le puntate precedenti: Nick Cave)
Il testo qui sopra è tratto, per gentile concessione dell'editore e dell'autore, da "Pleased to meet you - Spigolature pop", il libro di Massimo Cotto pubblicato da VoloLibero, che presenta "duecento artisti ritratti con un flash, con uno scatto rubato".
