Pasquale Panella fa rivivere le canzoni di Vito Taburno. Ascolta
                                            E' con l'emozione dell'estimatore da sempre (dai tempi di "Barbara"), e del cultore appassionato del "corpus hermeticum" delle quaranta canzoni da lui scritte con Lucio Battisti, che ho appreso di una nuova e affascinante intrapresa di Pasquale Panella. Lo scrittore - non solo di testi di canzoni - e poeta romano ha annunciato il suo impegno per la riscoperta del repertorio di Vito Taburno. Misterioso come l'estrella di Carella, enigmatico come il maestro solitario di "Equivoci amici" (Vito Taburno era forse compagno di scuola di Brodi, Duchesca, Pende e Vanera?), estroso e riservato, Vito ha lasciato molte canzoni che ha affidato, quale esecutore delle sue volontà, appunto a Pasquale Panella. Il quale a sua volta, chiamando di nuovo a sé Gianni Bisori - già suo complice nelle canzoni del disco del 2012 "Pensiero ballabile" (pubblicato solo in abbinamento di un libro di filosofia di Lucio Saviani) - ha ricreato i testi e le musiche che Taburno cantava in night e balere e rotonde sul mare, facendoli rivivere ad anni di distanza; e ora si accinge a farceli conoscere, incaricando dell'interpretazione vocale Matteo Setti, che molti conoscono come il Pierre Gringoire di Notre Dame de Paris.
Scrisse Vito Taburno a Pasquale Panella:
"In queste scatole ci sono le mie canzoni. Un centinaio? Di più, cerca e le trovi. Sono le canzoni italiane che l'Italia non conosce. Hanno attraversato decenni del secolo scorso. Le lascio a te, ne farai quello che vorrai, decidi tu. Trovata la voce per l'ultima, avrai trovato la voce per tutte".
"Dondolan", che trovate qui sotto, viene fatta ascoltare come anticipazione delle prossime canzoni del lascito artistico di Tiburno (che saranno pubblicate a gruppi di quattro, di cinque, di sei, o di tre, secondo una scelta e una sistemazione arbitraria, senza alcuna pedanteria cronologica né filologica, da Enterprise 8).
Son molto preso dall'idea...
(Franco Zanetti)