A quanto pare, l'idea dei concerti nei drive-in non piace
Alcune società operanti nel settore della produzione di manifestazioni musicali, sportive e aziendali, come già riportato da Rockol, hanno unito le loro forze per recuperare il format del drive-in, gli spettacoli cinematografici ai quali si poteva assistere dalla propria automobile, applicandolo anche ad altre forme di spettacolo pubblico come i concerti, proponendo una soluzione per il post-coronavirus. Diverse amministrazioni comunali italiane - comprese quelle di città come Roma, Milano, Firenze, Torino, Bologna e Napoli - si sarebbero dette interessate al progetto: "Se ci dessero oggi il permesso, coi mezzi che abbiamo potremmo iniziare gli allestimenti domani mattina ed essere pronti e operativi per la metà del prossimo maggio", hanno fatto sapere gli ideatori. Un'idea certamente singolare, che però sembra non piacere a chi i concerti li frequenta abitualmente e agli artisti.
Tra i primi a storcere il naso, Jovanotti ha detto la sua sul progetto nel corso della conferenza stampa virtuale di "Non voglio cambiare pianeta", la docu-serie sul viaggio in bici in America latina dello scorso inverno che debutterà su RaiPlay domani, venerdì 24 aprile: "Pensare ad un futuro di concerti fatti dalla cameretta con la chitarra mi fa tristezza. Anche i possibili scenari di concerti nei drive-in non mi consolano. La musica si vive insieme... Sono curioso di vedere cosa succederà: è tutto molto aperto e da costruire. La musica fa parte del superfluo, ma di un superfluo necessario. La musica è vita e connessione, è nell’aria", ha detto il cantautore. Perplessità anche da Gianni Maroccolo, già membro di Litfiba, CCCP Fedeli alla Linea, CSI e Marlene Kuntz: "Ma anche no", si è limitato a scrivere il musicista su Facebook, commentando l'argomento. Interviene anche il promoter Claudio Trotta (Bruce Springsteen, Queen e altri): ""I concerti nei drive in con la gente in auto sono un'idea assurda e inutile".