La notte di Ed Sheeran a Roma: il racconto

Un amico è rimasto a Hebden Bridge a vendere vestiti in un negozietto. Uno ha un chiosco sul lungomare. Uno ha avuto due figli. Un altro si è perso nella droga. Un altro ancora fa fatica ad arrivare a fine mese. E poi c'è lui, che a ventotto anni è una popstar da più di cento milioni di dischi venduti in tutto il mondo e gira il mondo con la sua musica, ma che con la testa - come racconta anche in "Castle on the hill", non a caso messa proprio all'inizio della scaletta - è rimasto in quella piccola cittadina dello West Yorkshire, tra Manchester e Leeds, nell'Inghilterra del nord, dove è nato e cresciuto e dove quando può torna volentieri. Quella che Ed Sheeran porta sul palco dello Stadio Olimpico di Roma, seconda tappa italiana dopo Firenze del tour 2019, è semplicemente la sua storia: quella di un ragazzo partito dalla sua cameretta e arrivato in cima alle classifiche di tutto il mondo grazie alle sue canzoni.
L'ultima volta che il cantautore britannico era passato per la Capitale con un suo tour, nel gennaio del 2015, si era esibito al PalaLottomatica: aveva pubblicato da pochi mesi l'album "x", quello di "Sing" e "Don't", e stava collezionando decine di Dischi d'oro e di platino con "Thinking out loud". Stavolta la platea è decisamente più vasta rispetto a quattro anni fa: uno stadio intero. Circa 60mila ragazzine pronte a versare fiumi di lacrime per le sue ballate e a urlare a pieni polmoni i suoi inni. Le scene sono più o meno le stesse già viste venerdì sera al Firenze Rocks: proposte di matrimonio, cori, distese di flash (a sostituire gli ormai desueti accendini). Solo che qui il contesto è diverso: non un ippodromo, ma uno stadio. Tradotto: è tutto più grande, più intenso, più epico.

T-shirt del brand di cui è uno degli azionisti (di due taglie più grande), pantaloni e scarpe da ginnastica, subito dopo aver rotto il ghiaccio Ed spiega che sul palco sarà da solo: senza band - è la caratteristica di questo tour - e armato solamente delle sue chitarre (una Martin acustica personalizzata, una Martin LX1E e una Stratocaster) e di qualche pedale. Che sappia cavarsela bene con questa apparecchiatura è cosa nota, ma vederlo campionare in presa diretta beat ritmici e melodie come su "Eraser" o "Bloodstream" è un piacere per gli occhi - oltre che per le orecchie.



di Mattia Marzi
SCALETTA:
"Castle on the hill"
"Eraser"
"The A team"
"Don't/New man"
"Dive"
"Bloodstream"
"I don't care"
"Tenerife sea"
"Lego house/Give me love"
"Galway girl"
"I see fire"
"Thinking out loud"
"Photograph"
"Perfect"
"Nancy Mulligan"
"Sing"
"Shape of you"
"You need me, I don't need you"