Bruce Springsteen, Broadway e il rock: la storia di uno spettacolo da record (2 / 3)
Springsteen non è la prima rockstar affascinata dalle luci di Broadway, anzi.
Broadway, fin dagli anni ’60, ha prelevato abbondamentente dall’immaginario del rock, con successi come “Hair” (1967) e “Jesus Christ Superstar” (1970). Diverse star si sono cimentate con la scrittura di musical, dall'”Aida” curata da Elton John nel ‘’98.
il New York Times, nel 2010, scriveva che le rock star in quegli anni hanno gradualmente hanno sMesso di trattare Broadway come un avversario, finendo per considerarlo un’opzione per loro carriere.
Succede così che dagli anni zero ha successo il modello dei “jukebox musicals”, basati sul repertorio di un artista, le cui canzoni fanno da filo conduttore ad una storia originale. Ne sono esempi gli Abba con “Mamma mia!”, o Dylan, con il recente “Girl from the north country”. Gli artisti danno il loro apporto creativo o la loro approvazione, ma non partecipano direttamente sul palco.
Certi spettacoli sono addirittura la trasposizione per Broadway di un album intero, come nel caso di “American idiot” dei Green Day (2010), in cui la band è direttamente coinvolta, o lavori nuovi, come “Spiderman: turn off the dark”, degli U2. Una storia originale con musica della band, una produzione con enormi problemi e recensioni talvolta pessime, con discreti risultati al botteghino.
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