Renato Zero e i suoi soggetti smarriti: in 'Zerovskij' lo zeropensiero incontra il teatro dell'assurdo

"Ma le fa quelle vecchie?", cominciano a domandarsi gli spettatori ad un certo punto del concerto, dopo che Zero ha interpretato l'ennesima canzone tratta dal suo ultimo (doppio) disco (qui la nostra recensione). Che qualcosa stesse cambiando, nei concerti del Re dei Sorcini, lo si era intuito già nella precedente tournée, quella nei palasport dello scorso dicembre: Zero aveva escluso dalla scaletta canzoni fondamentali del suo repertorio, dello zeropensiero, come - per citarne qualcuna - "La favola mia", "Morire qui", "Il carrozzone", "Triangolo" e "Mi vendo". Aveva detto di non voler più sentir parlare di "musica leggera" e il concetto viene qui ribadito: "Non è più tempo di andare sul palco con blue jeans e chitarra". I concerti di "Zerovskij - Solo per amore", la tournée estiva che ha debuttato sabato 1° luglio a Roma (dove resterà fino al 6 luglio) e che terrà impegnato il cantautore fino all'inizio di settembre, per un totale di appena dieci appuntamenti, non sono semplici concerti, ma veri e propri spettacoli (lunghi quasi tre ore e mezza) basati sulle canzoni che compongono il doppio album uscito a maggio - e per i cavalli di battaglia di Zero c'è davvero poco spazio.
La formula "Zerovskij" "vuole integrare e inglobare nello stesso contenitore una serie di ingredienti e prospettive", ci ha spiegato Zero. Ci sono le canzoni, certo, ma c'è anche "una vicinanza con la musica sinfonica, la prosa e la poesia": il cantautore ha chiamato in causa più fonti per creare un coro polifonico. Lo spettacolo è ambientato in una stazione improbabile (la "Stazione Terra"), con una scenografia in stile liberty, diretta dal capostazione Zerovskij (interpretato proprio da Renato Zero). Ritroviamo i 61 elementi dell'Orchestra Filarmonica della Franciacorta diretta dal Maestro Renato Serio che avevano già accompagnato Zero nel precedente tour, ma troviamo anche 30 coristi e alcuni attori: Alice Mistroni (che interpreta il ruolo di Eva), Claudio Zanelli (Adamo), Luca Giacomelli Ferrarini (Enne Enne), Roberta Faccani (Vita-Morte), Cristian Ruiz (Amore), Marco Stabile (Odio) e Leandro Amato (Tempo).

Il filo conduttore della storia è rappresentato dalle canzoni dell'album "Zerovskij" (che è uscito appena lo scorso maggio e che forse il pubblico non ha ancora masticato del tutto) e sono relativamente poche le incursioni nel passato, negli anni di via Tagliamento, dei lustrini, pailettes, trucchi e brillantini, del Teatro Tenda, di "Zerofobia" e di "Zerolandia": "Non è più tempo di andare sul palco con blue jeans e chitarra", appunto. Eppure è proprio sulle canzoni di ieri che la platea regala lunghe standing ovation al Re dei Sorcini: "Motel", ad esempio, una delle perle contenute in "Trapezio" del 1976, ma anche "Padre nostro" (da "Artide Antartide" del 1981), "Potrebbe essere Dio" (da "Icaro", sempre del 1981), "Infiniti treni" ("Soggetti smarriti", 1986) e "Siamo eroi" ("Zero", 1987).

di Mattia Marzi
"La stazione"
"Ti do i voli miei"
"Vivo qui"
"Un secondino anch'io" (canta Leandro Amato, Tempo)
"Dedicato a te"
"L'amore che ti cambia"
"Il mio momento"
"Sono odioso" (canta Marco Stabile, Odio)
"Stalker"
"Ci fosse un'altra vita"
"Padre nostro"
"Siamo eroi"
"Danza macabra" (canta Roberta Faccani, Morte)
"Scommetti" (canta Cristian Ruiz, Amore)
"Potrebbe essere Dio"
"Infiniti treni"
"Mi trovi dentro te"
"Motel"
"Colpevoli"
"Evviva me" (canta Marco Stabile, Odio)
"Pazzamente amare"
"Aria di settembre"
"Tutti vogliono fare il presidente"
"Singoli"
"Un uomo da niente"
"Gli angoli bui"
"L'ultimo valzer" (canta Roberta Faccani, Morte)
"Ti andrebbe di cambiare il mondo?"
"Putti & Cherubini"
"Cara"