
All’inizio degli anni zero, lo swing e il grande canzoniere americano non erano ancora tornati di moda. Non del tutto. Non era un genere frequentato (e inflazionato) dai grandi del pop e del rock.
Ci si mise Robbie Williams, con la sua raccolta dedicata al Rat Pack, “Swing when you’re winning”. Poi arrivò Rod Stewart, con il suo impeccabile fiuto nello scegliere canzoni e generi da interpretare. La sua carriera rinacque, e il genere prese un’altra dimensione.
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Lui, scozzese si mise a lavorare su quel grande patrimonio condiviso che va sotto il nome di Grande Canzoniere Americano, un serbatoio di canzoni immortali, di standard pop pre-rock’n’roll in cui confluiscono canzone americana, jazz, Broadway, Tin Pan Alley, cinema hollywoodiano nel periodo che va approssimativamente dagli anni ’20 ai ’50. Il risultato, un disco a suo modo storico: “It had to be you…" , uscito a fine 2002.
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