Newton Faulkner e Jack Jaselli al Legend di Milano: la recensione del concerto

Per una sera scordiamoci gli eccessi, i manierismi e tutti i fronzoli legati allo show business: la musica fa da padrona, e i presenti non potrebbero esserne più felici. Il pubblico circonda il piccolo palco del Legend Club di Milano: la penombra e l’essenzialità della scena rimarcano in modo ancora più evidente che la chitarra è la vera protagonista della serata.
Il primo a farcelo notare è Jack Jaselli, che imbraccia lo strumento e si siede su uno sgabello sotto l’unico fascio di luce. Lo accompagna un’altra chitarra, quella di Max Elli, e la situazione non può essere più accogliente e intima: il duo rivisita in chiave acustica alcuni pezzi del repertorio di Jaselli, alternando gli accordi ad arpeggi coinvolgenti, allo slide e a voci armonizzate. Il tutto sotto il timbro caldo e graffiante del cantautore milanese. Tra i brani proposti sorprende il suo nuovo singolo “The end”, in rotazione in radio a partire dalla prossima settimana.
Faulkner sale sul palco accompagnato da una piccola scia della macchina del fumo – unico effetto speciale presente – che contribuisce a creare un certo raccoglimento tra il pubblico, oltre a rendere ancora più suggestiva l’atmosfera. La sua parola d’ordine sembra essere la semplicità: non indossa maschere o costumi di scena, non si nasconde dietro alla patina talvolta fuorviante dello stile. I dread rimasti dopo il taglio netto dal suo ultimo video “Get free” sono raccolti con un elastico, e l’unica particolarità del suo look sta nei calzini, uno diverso dall’altro. La sua figura riflette il suo stesso modo di fare musica, originale e mai stucchevole: ce lo dimostra fin dall’esordio con “To the light”, in cui sfoggia la sua particolare tecnica, percuotendo il corpo della chitarra, suonandola veramente tutta. Prosegue giocando con gli armonici in “I need something” e la sua voce sembra intimamente connessa non solo allo strumento ma anche al messaggio che vuole comunicare. La scena talvolta si arricchisce con la presenza di suo fratello (al basso, synth e ukulele) e del batterista, ma Newton domina il palco anche nei momenti di solitudine, quando si abbandona a giochi con la chitarra Midi o in brani accorati e rilassanti come “Teardrop”, celebre cover dei Massive Attack.
Crea molto trasporto il pezzo drum’n’bass “Far to fall”, e dimostra in pieno tutto il groove che Faulkner riesce a portare sul palco. In chiusura di concerto, il repertorio del cantautore inglese lascia spazio alle cover, tra un medley in cui spicca “Basket case” dei Green Day (segno che il primo amore non si scorda mai) e un bis che lo vede solo con la chitarra ad affrontare l’ardua impresa di “Bohemian rapsody”.
(Vittoria Polacci)
SETLIST:
To the light
I need something
Step in the right direction
Human love
- Midi Guitar Bit -
Teardrop
Bricks
Stay and take
People should smile more
Pick up your broken heart
Dream catch me
Passing planes
Up up and away
Indecisive
Far to fall
Orange skies
Medley
BIS:
Bohemian Rapsody