I meno giovani sicuramente ricorderanno "Because I got high", unico picco nella carriera di Afroman, al secolo Joseph Edgar Foreman, presentatosi al pubblico semplicemente come rapper (ma in realtà preparato polistrumentista che fu omaggiato anche da un insospettabile come Mr. E degli Eels) che nel 2001 mise in musica - in modo decisamente divertente - i rischi di amare eccessivamente, per dirla con Neffa, quella "signorina" (la "Maria" degli Articolo 31 di J-Ax, per capirci) che in tanti vorrebbero depenalizzata del tutto ed equiparata ad altri beni regolarmente in vendita - sotto controllo statale - come alcol e sigarette.
Tredici anno dopo Afroman è tornato sul luogo del delitto, con la stessa canzone ma con un testo e uno spirito diverso, ovvero quello di informare circa i benefici che la legalizzazione della marijuana porterebbe ai singoli e alla società.
Nella nuova versione di quella che fu la sua hit Foreman non si lascia sfuggire nulla: dall'utilizzo terapeutico della cannabis ("Adesso il mio glaucoma va molto meglio", "Ho smesso con le sigarette, e adesso faccio jogging", "Niente più Xanax e ansiolitici", "Basta coi doposbronza") al positivo impatto che un regime di depenalizzazione totale potrebbe avere sulle casse dello stato ("Lo stato ci guadagna, può costruire scuole e trovare i fondi per i programmi di disintossicazione", "Niente più criminali per le strade, e niente più merda comprata dalle gang").
Il brano ha ovviamente ricevuto l'approvazione - in vista delle consultazioni previste per il prossimo mese di novembre in Alaska, Oregon e Washington DC che potrebbero cambiare la legislazione in materia - della Norml, associazione no profit che si batte per la legalizzazione della marijuana: "I versi che riguardano la marijuana come soluzione alla dipendenza da alcol e ansiolitici e ai benefici che le casse dello stato potrebbero trarre dalla legalizzazione della cannabis sono assolutamente veritieri, e corroborati da ricerche accurate e verificate", ha spiegato la direttrice del reparto partnership dell'associazione Sabrina Fendrick.