I Celtic Frost sono inopinabilmente una cult band per gli amanti del metal più estremo, dal black al death: tra il 1984 e il 1993 (anno dello scioglimento) hanno consegnato alla storia cinque album, i primi tre dei quali hanno letteralmente plasmato alcuni sottogeneri del metal, divenendo vere pietre miliari ("Morbid tales", "To mega therion" e "Into the pandemonium"). Forti di questo status, peraltro, si sono riformati tra il 2001 e il 2008 (pubblicando un sesto album), ma questa seconda esperienza insieme si è chiusa all'insegna dei rancori e del malcontento - infatti il leader Tom G. Warrior si è poi imbarcato in un nuovo progetto, a cui si sta dedicando al 100%: i Triptykon.
L'idea di una nuova reunion, però, di sicuro ai fan piace e - almeno a livello squisitamente commerciale - facilmente sarebbe un successo. Ma Tom G. Warrior sembra proprio non volerne sapere. Anzi, in una recentissima intervista ha addirittura confessato di avere rifiutato, poco più di un paio di settimane fa, un'offerta piuttosto succosa per un concerto di reunion da tenersi nell'ambito del prossimo Wacken Open Air festival, in Germania.
"Due settimane e mezzo fa", ha detto il cantante/chitarrista, "mi hanno offerto 100.000 euro per un solo concerto dei Celtic Frost al Wacken - chiedevano che ci fossimo io e Martin [Eric Ain, il bassista originale della band - ndr], non importava chi suonasse la batteria o la seconda chitarra, se c'eravamo noi due. [...] Sai che risposta ho dato? Questa: 'E' uno scherzo'. Quindi la risposta è: 'no'".
Ha poi aggiunto: "Ho investito un'enorme quantità di tempo, creatività e soldi per far risorgere i Celtic Frost [parla della reunion tra il 2001 e i 2008 - ndr] ed è tutto finito malissimo. Non mi pento di averlo fatto, ma non me la sento di andare incontro a un'altra grandissima delusione e vedere tutto finire nuovamente in un disastro.. non mi va di spararmi in faccia un'altra volta. Mi sarebbe piaciuto continuare con la band, ma non è stato possibile".